Vitruvius, I Dieci Libri dell' Architettvra di M. Vitrvvio, 1556

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124109QVARTO. metallo, ètauole bianchisſime, piombi, inuetriature di tegole, & altre coſe ſimili. Vedonſi i coperti dila Magna, & di Francia,che ſono pie
tre
nere, tagliate in laſtre conſicate con chiodi di legno, &
fanno bello effetto quanto alla uiſta, perche ſono con bellisſimo ordine collocate, c
ſtando
i tetti in pendente, I’acqua, che uiene dal Cielo dandogli ſopra non fa ſtrepito alcuno.
Deueſi prouedere, che le laſtre di piombo ferma-
mente
congiunte ſiano, accioche il uento non le porti, &
poſte in modo, che gli uccelli non ſi fermino ſopra. Et ſotto il piombo ſia l’opera co
perta
leggiermente dicenere di ſelce meſcolata con loto di bianca creta.
I chiodi di ferro non ſono à propoſito, perche ſi ſcaldano piu che le
pietre
, &
con la loro ruggine uanno da torno rodendo, pero ſi fanno le morſe, & i chiodi di piombo, accioche con quelli ſi fermino le lame del
le
tegole con ardente ferro.
Ne gliornamenti de i tetti, le cime, le labra delle gronde, le cantonate delle fabriche ſono da eſſer conſiderate, la
doue
di ſopra ui uanno palle, fiori, ſtatue, carri, &
coſe ſimili in modo però, che ogni coſa ſia poſta con gratia, decoro, & con ragione. Io la-
ſcio
al ſuo luogo di dire molte altre coſe pertinenti alla compoſitione, &
natura de i tetti. Vegno alle apriture , che ſono tutte le entrate &
uſcite
, che ſono in qualunque parte dello ediſicio.
Di queſte altre ſono per li lumi, & per lo aere, & uenti come ſono le ſinestre, altre ſono per
1110 gli buomini, &
per le coſe come porte, ſcale, chiauiche, pozzi, fumi, camini, colonnati, è, nicchi, & altre coſe ſimiglianti. Alle fineſtreil
numbero
, il ſito, la Figura, &
le regole ſi danno, imperoche ſe nel mezzo ſono eſſer deono diſpari, ilche nelle ſabriche di Vinetia per lo piu
non
ſi uede, coſa di grande impedimento, &
ſenza gratia. Non ſi deono ſar ſinestre ſenza biſogno, ne porle ſacendoſi ſopra le cantonate.
Pare, che gli antichi ò dalle porte, ò dal diſopra deſſero luce à Tempi. Delle porte ſi dira nel preſente Libro, & delle altre apriture, ne gli al-
tri
uolumi.
Ben ricordo, che il ſito delle fineſtre eſſer deue leuato dal ſuolo, perche con gli occhi, & non con i piedi ſi riceue il lume, & meglio
ſi
ſchiua il uento, quando ſon alte.
Regola eſpedita è, che il lume ſi prende dal diſopra, d’onde egli uiene. Vedeſi queſto in Roma in molte chie-
ſe
.
Vtile è la fineſtra per rinouare l’aere rinchiuſo, che come l’acqua ſtando queſta ſi corrompe. Guardiſi, che il lume non ſia impedito da qnal
che
maggior edificio.
La figura quadra da gli antichi nelle finestre è ſtata approuata, & la grandezza è ſtata ſecondo il biſogno de i uenti, de i
lumi
, &
del Sole, & ancho ſecondo la grandezza dell’opera. Molte difficultà, & grandi ſono ne gli adornamenti delle apriture, mperoche,
&
di bella, rara, & uniſorme, & grande materia eſſer deono, & non coſi ageuolmente s’acconciano, & ſi mettono in lauoro. Auuenga che
2220 Papritura da ſe ſia peruia, &
paſſe da una parte all’altra, ci ſono niente di meno alcune apriture ſenza uſcita, queſte prima da maestri di le-
gn
ame per ſortezza dell’opera, &
ſparagno della ſpeſa ſono state rittrouate, poi da i Marmorari per ornamento uſurpate. Bella coſa è che
l’oſſa
, &
ſoſtenimento ſiano d’una pietra intiera, & poi che habbiano le parti coſi congiunte, che non ſi uedino le commiſſure. Gli antichi
(come ho detto altre fiate) drizzauano prima le colonne, &
nelle Baſe loro le poneuano, & poi drizzauano il muro, perche meglio ſi ado-
perauano
le machine, &
piu à piombo ſi accommodauano le colonne, ilche era difficile (come dice Tullio) appreſſo gli Architetti. A piombo
ſi
pone la colonna trouando il centro della Baſa, &
dall’una testa della colonna, & poi impiombando un ſerro dritto, nel centro della Baſa, il
quale
poi deue entrare nel bucco ſatto nella colonna, &
noi altroue l’hauemo detto. Due ſono le maniere de gli adornamenti delle apriture,
perche
alcuni ſi ſcoſtano dal parete, &
ſono di tutto rilieuo, iſpediti, & liberi, altri s’accostano, & ſono alquanto prominenti, & questi al-
cuna
fiata rappreſentano colonne ritonde, alcuna uolta quadrate, in tutte le predette maniere egli ſi deue oſleruare lo ſporto ragioneuole, &

che’l
tutto ſopra’l uiuo ſia poſto.
Conſiderando appreſſo, che ad altro tempo ſi fabrica, ad altro ſi ueste, & ad altro ſi adorna, pero non deue
3330 eſſer (chi fabrica) impatiente, ma aſpettar, che la ſabrica ſia poſta in eſſer, &
coperta, & poi adornata, altrimenti bene ſpeſſo ſi getta uia la
ſpeſa
de gli adornamenti.
Et tanto detto ſia in uniuerſale de itetti, apriture, & pareti, il reſto ſi riſerba à dire nelle opere de priuati, & ſor ſe
sroppo
hauemo uagato.
CAP. III. DELLA RAGIONE DORICA.
5550
Volendoci Vitr. dichiarire il compartimento Dorico, egli ci propone una difficulta de gli antichi Architetti, accioche noi stiamo piu auuertiti.
Biaſimauano alcuni la miſura, è compartimento Dorico nel fabricar de i Tempi, non perche la forma non baueſſe del grande, ò che l’opera di-
ſpiaceſſe
, ma perche nontornaua bene il compartimento de i Triglifi, &
delle Metope. Noi bauemo ueduto di ſopra, che i Triglifi riſpondo-
no
allc teſte delle traui, &
che le Metope riſpondono à gli ſpatij, che ſono da una traue all’altra detti intertignia nella parte di fuori, ma nella
parte
di dentro, &
le traui, è gli ſpatij ſi chiamano lacunaria. Se adunque i Triglifi rappreſentano le teste delle traui, & le Metope gli ſpa-
, ne ſegue che eſſendo impedito il partimento de i Triglifi, &
delle Metope impedita ſia ancho laragione delle trauamenta, & del loro orna
mento
di dentro.
Ma come ſia impedita la diſtributione de i Triglifi egli ſi uede, perche è neceſſario che lo Trigliſo ſia giuſto per mezzo la
quadra
della colonna, &
la Me opa ſia tanto alta quanto longa, ma gli antichi non auuertendo à quello, che era per gli Trigliſi, & per le Me
toper
rappreſentato, poneuano ſopra le eſtreme parti delle colonne angulari, &
non ſul uiuo i Triglifi, dalche ne naſceua che le Metope ap-
preſſo
que Triglifi, non ueniuano quadre giuſte, ma alquanto piu longe de i Triglifi, cioe per la meta della loro larghezza, &
questo auueni-
6660 ua uolendo quelli ſeruar la diſtanza dell’inter columnio, ma quelli, che di cio non curauano, &
uoleuano pur, che le Metope fuſſero giuſte è
quadre
, non riccorreuano à porre i Triglifi ſul uiuo, ma restrigneuano gli ſpatij de gli intercolumni, &
obbligauano quegli ſpatij di modo, che
non
poteuano cadere ſotto quelle ragioni de gli intercolumni, che detto hauemo nel Terzo Libro, riſtrigneuano adunque gli eſtremi interco-
lumni
per la meta dell’altezza del Trigliſo, per aggiuſtar la Metopa, &
queſto era diffettoſo, però fuggiuano il lauoro Dorico, non biaſiman
do
l’aſpetto ne la maniera, ma il compartimento, &
la Simmetria come fece Tarteſio, Pitheo, & Hermogene. A queſto diſordine prouede
Vitr
gentilimente dimoſtrandoci le ragioni, &
le proportioni di questi compartimenti, & pero dice.

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