Vitruvius, I Dieci Libri dell' Architettvra di M. Vitrvvio, 1556
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CAP. IL. DELLO ERARIO, DELLA PRIGIONE, ET
DELLA CVRIA COME SI DEONO ORDINARE.
L’ERARIO, il Carcere, & la Curia deono eſſer al Foro congionti, ma in modo che alla loro gran-
dezza della Simmetria riſponda quella, che è prosſima al Foro, &
ſpecialmente la curia ſi deue fare
ſecondo la dignità delluogo, &
della città.
Erario è luogo doue ſi ripone il Theſoro, & il dinaro publico. I Romani nello Erario conſeruauano tutti gli atti pu-
blici, i decreti del Senato.
I libri Elefantini, ne quali eran deſcritte le trentacinque tribu di Iuda.
Dice Suetonio, che Ceſ. abbrucciò tutti i libri delle obbliganze, che egliritrouò nello Erario, per togliere ogni occa-
1110 ſione di odio.
Era lo Erario nel Foro Rom. nel Tempio di Saturno, perche Saturno (come ſi dice) fu il primo, che dimostro il modo di batter le monete.
Come eſſer debbia l’Erario, & il carcere non dice qui Vitr. perche ſono parti del Foro, & al giudicio de gli Architetti rimette quelle fabri-
che, che naſcono da una certa necesſità, come ſono il Granaio publico, l’Erario, l’Armerie, l’Arzanà, il Fondaco, percioche queſte fa-
briche ſeco portano di eſſer poſte in luoghi ſicurisſimi, &
prontisſimi, cir condate d’alte mura, & guardate dalle ſorze, & dall’inſidie de
i ſeditioſi Cittadini.
Hauemo nella Città noſtra i Granari, & la Zecca congiunti alla piazza.
Le Armerie nel palazzo iſteſſo, l’Arzana ſicura è fornita ſi altra ue n’è, ò ſia ſtata al mondo, la Zecca è opera del Sanſouino, iui ſi batte è
cimenta l’oro, e l’argento, &
ſi conſeruano le monete, & ſiriducono alcuni magiſtrati alla Zecca deputati, ſi per la cura di eſſa, come
per li depoſiti, che aſcendono ad una merauiglioſa ſomma di ſcudi.
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