Vitruvius, I Dieci Libri dell' Architettvra di M. Vitrvvio, 1556

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197178LIBRO
Pareua à Vitr. che l’huomo facilmente ſi poteſſe ingannare leggendo, ò udendo i nomi Greci, & i nomi Latini delle parti delle ſabriche, perche tra
quelli
ui è non poca differenza, però per rimediare à queſto diſordine, egli ba uoluto in queſto luogo ragionare delle parti de gli ediſici de i
Greci
, &
eſponere iloro uocaboli molto diſſerenti dalle uſanze italiane. Et pero dice, che i Greci non uſauano gli atrij. Credo io perche non
haueuano
quella occaſione, che haueuano Romani della grandezza.
Benche ancho quellinon erano ſenza, perche ſaceuano le ſtanze delle
donne
belle, &
ſeparate da quelle de gli buomini, non uſando adunque gli atrij, che appreſſo Rom. erano appreſſo le porte. Subito che egli
s’entraua
in caſa era una entrata coperta non molto larga, che da una parte haueua i luoghi de i caualli, &
dall’ altra le stanze de portinari,
&
in fronte u’era un’altra porta, & quel luogo che era tra una porta, & Paltra ſi chiamaua Thirorio coſi detto quaſi ſpacio tra le porte, &
queſto
era in luogo di atrio, ò di ueſtibulo, per la porta di dentro entrauano in un bel Periſtilio, ò colonnato, ilquale haueua le colonne da
tre
lati, cioè dal lato della porta, &
dalla destra, & dalla ſiniſtra, ma nella ſronte à dirimpetto della porta, che guardaua al meriggie era
2220 una apritura amplisſima, ſopra gli anguli della quale erano drizzate due gran pilaſtrate, che ſostentauano un traue maestro, ſotto questa
apritura
, era uno ſpacio coperto longo un terzo meno dell’apritura, ma nel parete opposto, &
da i lati erano le porte delle ſale grande, doue
ſtauano
le matrone à lauorare, &
dalla deſtra, & dalla ſiniſtra di queſte apriture eran poſti i cubiculi, cioè camere, & anticamere, ò camini,
che
ſi chiamino al modo noſtro, ma d’intorno i portichi era quello, che dice Vit.
chiar amente, i cubiculi, i tinelli, le stanze de ſamigliari.
Et queſta parte è quella che appartiene alle donne, il resto è de i compartimenti delle stanze de gli buomini, ilche è ancho maniſeſto in Vit. Segui
ta
poi, à dichiarire le diſſcrenze d’alcuni uocaboli uſati da Greci, &
preſi in altra ſigniſicatione da Latini, & dona la ſua parte all’uſo, ap-
preſſo
ilqual è la forza, &
la norma del parlare, ne conuiene ad huomo ſaldo contender de nomi , doue s’intende la coſa, noi ne noſtri com-
mentari
Latini piu ampiamente ragionamo di queſti nomi, conuenienti à Latini, perche bora ci può baſtare hauerli nel traccorſo della interpre
tatione
accennati.
Reſta qui, che io dica alcuna coſa del modo, che uſauano gli antichi per ſcaldarſi. Io ho hauuto in queſta materia due co-
ſe
prima l’Architetto, che fece il Palazzo d’Vrbino laſcia ſcritto, che la ragione, perche non hauemo gli eſſempi de i camin de gli antichi, e per
3330 che i camini ſtauano nella ſuprema parte della caſa, laqual’ era la prima à rouinare, però non ſi ha ueſtigio de camini, ſe non in pochi luoghi
à
pena conoſciuti, poi, ne dalla forma doue ſi trouano.
Ne è uno appreſſo Peruggia ſopra il pianello in uno antico ediſicio, che haueua certi
mezzi
circoliſopra iquali ſi ſedeua, &
nel mezzo una bocca tonda d’onde uſciua il ſumo, era in uolto circondato da muri, largo ſei piedi,
longo
otto come la figura, a.
l’ultimo e a Baie appreſſo la Piſcina di Nerone, che era in quadro di larghezza di piedi 19. per ogni ſaccia, nel
cui
mezzo erano quattro colonne con lo Architraue, ſopra ilquale erano le uolte d’altezza di piedi 10.
ornate di belle figure di stucco, nel
mezzo
era come una cuppoletta Piramidale con un bucco in cima, di doue uſciua il ſumo.
Similmente non molto lontano da Ciuità ueccbia
ne
è uno quaſi della iſteſſa grandezza, che da gli anguli uſciuano quattro modioni, ſopra iquali ſi poſauano quattro Architraui, ſopra iquali
era
la Piramide del camino, d’onde uſciua il ſumo, &
nel parete per ogni ſaccia eran due picciole ſineſtre, con un hemiciclo in mezzo doue
poteua
ſtare qualche ſigura, erano quegli hemicicli alti dal pauimento piedi quattro.
444097[Figure 97]A

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