Vitruvius, I Dieci Libri dell' Architettvra di M. Vitrvvio, 1556
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201182LIBRO
Maio rendo infinite gratie à tutti gli ſcrittori, che con l’acutezze de gli ingegni loro con l’età conferite hanno in di-
uerſe maniere abondantisſima copia di coſe preparato, dallequali, come da fonti;
cauando noi l’acqua, e traducen-
dola al propoſito noſtro, piu feco nde, &
piu ſpedite forze hauendo nello ſcriuere, & in tali authori confidatiſi,
prendemo ardimento di far coſe noue.
Et però hauendo io da loro tal principio pigliando quelle ragioni, che io ho ueduto eſſer al caſo mio apparecchiate,
ho cominciato andar inante, perche prima Agatharco, mentre Eſchilo in Athene inſegnaua la Tragedia, fece la
Scena dipinta, &
di quella ne laſciò il Commentario.
Da queſto ammonito Democrito, & Anaxagora ſcriſſero della iſteſſa caſa, in che maniera biſogna con ragione natu-
rale dal centro poſto in luogo certo corriſponder all’occhio, &
alla drittura de i raggi con le linee, accioche d’una
coſa incerta le certe imagini delle fabriche nelle pitture delle Scene rendeſſero Paſpetto loro, &
quelle che nelle
1110 fronti dritte, &
nei piani fuſſero figurate, ſcorzaſſero fuggendo, e pareſſero hauer rilieuo.
Dapoi Sileno fece un uolume delle miſure Doriche. Del Tempio Dorico di Giunone che è in Samo ſcriſſe Theodoro.
Dello Ionico à Diana conſecrato in Efeſo Cteſifonte, & Metagene.
Di quello di Minerua in Priene, che è di lauor Ionico, ne parlo Phileo.
Di quello, che è Dorico in Athene pur di Minerua nella Rocca. Ictimo, & Carpione, Theodoro Phoceſe della Cuba,
che è in Delſo.
Phileno delle miſure de i Sacri Tempi, & dello Armamento, che era al porto Pireo.
Hermogene del Tempio Ionico di Diana, che è in Magneſia Pſeudodipteros, & di quello, che è à Teo di Bacco Mono-
pteros.
Argelio delle miſure Corinthie, & delle Ioniche ad Eſculapio in Tralli, ilquale ſi dice eſſer di ſua mano.
Del Mauſo leo Satiro, e Pitheo, à i quali ueramente la felicità fece un grandisſimo dono, perche le arti loro ſtimate ſo
2220 no hauer ſempre grandisſime lodi, &
fiorite continuamente, & hanno anchora dato mirabil opere ſecondo le coſe
penſate da loro, perche in ciaſcuno lato del Mauſoleo à concorrenza ciaſcuno artefice, ſi tolſe di ornare, &
prouare
la parte ſua, Leochare, Briaſſe, Scopa, e Praxitele, &
altri ui mettono Timotheo, la eccellenza grande dell’arte
de i quali conſtrinſe il nome di quella opera peruenire alla ſama de i ſette miracoli del mondo.
Molti ancho men nominati hanno ſcritto le regole delle proportionate miſure come Nexare, Theocide, Demofilo,
Pollis, Leonida, Silanio, Melampo, Sarnaco, Eufranore.
Similmente delle Machine, come Cliade, Archità,
Archimede, Cteſibio, Nimfodoro, Philo Bizantino, Diphilo, Charida, Polijdo, Phitone, Ageſiſtrato.
Deicommentari dei quali quello, cheio ho auuertito eſſer utile à queſte coſe raccolte ho ridutto in un corpo, e que
ſto ſpecialmente, percheio houeduto molti uolumi ſopra queſta coſa da Greci, &
pochi da noſtri eſſer dati in lu
ce, perche Fusſitio primo di tal coſe deliberò di dar in luce un mirabile uolume.
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Et appreſſo Terentio Varrone ſcriſſe delle noue diſcipline, & un libro di Architettura.
Publio Settimio ne fece due. Et piu non è ſtato chi habbia dato opera à ſimile maniera di ſcritture, eſſendo ſtati i cit-
tadini grandi Architetti, iquali hanno potuto ſcriuere non meno elegantemente de i ſopradetti, perche in Athe-
ne Antiſthene, e Calleſcheo, &
Antimachide, & Dorino Architetti poſero le ſondamenta del Tempio, che faceua
far Piſiſtrato di Gioue Olimpio, ma dapoi la morte di quello per lo impedimento delle coſe publiche lo laſciarono
imperfetto, &
però da dugento anni dapoi Antiocho Re hauendo promeſſo la ſpeſa per quell’opera Coſſutio Cit-
tadin Romano con gran prontezza, &
ſomma cognitione nobilmente fcce la Cella, & la collocatione delle colon-
neintorno il Dipteros, &
la diſtributione de gli Architraui, & de gli altri ornamenti con proportionata miſura.
Queſta opera non ſolamente tra le uulgari, ma tra le poche e dalla magnificenza nominata, perche in quattro
parti ſono le diſpoſitioni de i luoghi facri di marmo ornate, dellequali queſte con chiaris ſima fama nominate ſo
4440 no;
le eccellenze dellequali, & i prudenti apparati de i loro penſieri hanno nei ſeggi de i Dei gran merauiglia,
&
ſi fanno guardare prima il Tempio di Diana in Efeſo alla Ionica fu fatto da Cteſifonte Gnoſio, & da Meta-
gene ſuo figliuolo, &
poi Demetrio ſeruo di Diana, & Dafni Milefio à Mileto fecero il Tempio d’Apollo con
le miſure Ioniche, Ictimo alla Dorica à Cerere Eleuſina, &
à Proſerpina fabricarono una cella di ſmiſurata
grandezza, ſenza le colonne di fuori allo ſpacio dell’uſo dei ſacrificij, &
quella dominando in Athene De-
metrio Falereo, dapoi fu facta da Philone d’aſpetto Proſtilos, &
coſi accreſciuto il ueſtibulo laſciò lo ſpacio à
quelli, che conſacrauano, &
diede grande autorità all’opera.
In Aſti ſi dice ancho, che Coſſutio ſi pigliò la impreſa di far Gioue Olimpio loro amplisſimi moduli, & di miſure,
e proportioni Corinthie, come s’è detto di ſopra, delqual niuno Commentario è ſtato ritrouato.
Neſolamente da Coſſutio tal ſorte de ſcritti ſono da deſiderare, ma ancho da Caio Mutio, ilquale confidatoſi nella
5550 fua grande ſcienza, con legittime ordinationi dell’arte conduſſe à fine il Tempio dell’honore, &
della uirtu della
cella Mariana, &
le proportioni delle miſure, & de gli Architraui.
Quel Tempio ſe egli fuſſe ſtato fatto di marmo, accioche egli haueſſe hauuto come dall’arte la ſottigliezza, coſi dal-
la magnificenza, &
dalle ſpeſe l’autorità certamente tra le prime, e grand’opere ſarebbe nominato.
Ritrouandoſi adunque, & de gli antichi noſtri non meno de i Greci eſſere ſtati grandi Architetti, & molti an-
cho di noſtra memoria, &
non hauendo quelli ſe non poco ſcritto de i precetti dell’ Archi tettura.
Io non ho penſato di uoler con ſilentio paſſarmi, ma per ordine in ciaſcun libro trattar di ciaſcuna coſa, & però
hauendo io nel ſeſto con diligenza ſcritto le ragioni de i priuati edificij.
In queſto, che è ſettimo in ordine uoglio trattar de gli ornamenti, & eſprimere con che raggione habbiano, &
bellezza è ſtabilità.
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NEL ſettimo Vitr. ci dai precetti delle politure, & de gli adornamenti delle fabriche, & non ſenzaragione ha poſto in
queſto luogo la detta materia ſeguitando egli l’ordine di natura, che prima pone le coſe in eſſer, &
poile adorna.
Hanno adunque le parte de gliediſici i loro adornamenti, & prima i piani, dapoi i pareti, & finalmente i tetti. A i piani
è neceſſario il pauimento, &
ſuolo, à i muri l’intonicature, & i bianchimenti, & le pitture, à i tetti & ſolari i ſoffitati,
&
ancho le pitture. & perche le coſe eſſer deono non men belle, che durabili, però Vit. abbraccia in queſto libro, & la
fermezza, &
lo adornamento, & adorna ancho il preſente libro d’un bellißimo proemio, ilqual commenda la uirtu de
paſſati, accuſa l’arroganza de gli imperiti, è rende gratitudine à i precettori.
il proemio è ſacile, & pieno d’hiſtorie, è narrationi, & eſſempi,
iquali io non uoglio confirmare con altri detti, che con quelli di Vit.
il reſto ancho del libro è facile per la maggior parte, però ci leuer à la fa-
tica di lunga commentatione.
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Tratta ne i primi quattro capi de gli adornamenti de i pauimenti, & dal quinto fin al ſettimo parla della ragione del dipignere, & del incro-
stare de marmi, dal ſettimo fin al fine del libro parla de i colori naturali, &
artificiali, noi ci fermaremo doue ſara biſogno.

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