Vitruvius, I Dieci Libri dell' Architettvra di M. Vitrvvio, 1556

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227208LIBRO nella ſorma iſteſſa la linea di mezzo della regola e f. nel deſcriuere la linea piegata ſempre taglia la linea a b. nel punto e. perilche il punto K,
non
puoi mai peruenire alla linea a b.
benche ſempre egli s’auuicine ſecondo la prima propieta della linea piegata. Dalle coſe delte ci na-
ſce
bella occaſione di ſapere, che data una linea, che da un capo habbia principio, &
dall’ altro uada in infinito, & che fuori di eſſa ſia dato un’an
gulo
egli ſi puo tirare una linea dritta, laqual taglie due dritte linee circa lo iſteſſo angulo, &
una parte di quella linea dritta compreſa dalle
due
che contengono l’angulo ſia eguali ad una linea prima proposta, Ilche in que ſto modo ſi dimoſtra.
Sia una linea dritta a b che dalla parte
del
b ſiainfinita, &
ſopra eſſa formato ſia un’angulo proposto, che ſia b a g. & il punto dato oltra la a b. ſia c. & la dritta linea data ſia d. &
dal
punto c.
alla linea a b. ſia tirata una perpendicolare c e. à cui per dritto ſi eggiugna la e f. eguale alla d. & con lo ſtrumento ſopradetto dal
Polo
c.
& interuallo e f. alla regola a b. ſia dcſcritto la prima linea piegata fg. adunque per la ſeconda propieta la linea a g allongata concorre-
ra
nella linea piegata f g.
cadera adunque in g. & la c g. tirata in longo tagliera la a b nel punto h. dico che la g h. ſera eguale alla d. gia propo-
ſta
linea.
ilche ci ſara manifeſto, percioche per la diſſinitione della prima piegata linea la g h. ſi troua eguale alla e f. & noi preſuppoſto haue-
1110 mo la e f.
eſſer eguale alla d. Adunque per lo commune cõcetto la linea g h. ſer à eguale alla propoſta linea d.
Trouiamo adunque ſecondo queſta intentione di Nicomede à due propoſte due di mezzo pro-
117[Figure 117]l h c e k a f g i b portionali.
Siano le propoſte linee a b. b. c. con angulo dritto legate noſtra intentione è tro
uarne
due di mezzo proportionali di continua proportione.
Fimſcaſi adunque la figura
quadrangulare
a b c d.
& ſia partita la c d. in e. & la d a. in ſ. & la linea, cha lega la b e, ſia
prolongata
, &
concorra con la linea a d. prolongata fin al g. & ſia à guſti anguli la linea
ſh
ſopra la ad, et ſanto ſi allonghi la linea a h che la ſia eguale alla linea e c.
& congiunti ſia
no
i punti g h.
con una linea, allaquale paralella ſia la linea a i. di modo, che lo angulo K ai
ſia
eguale allo angulo f g h.
finalmente per lo precedente problema, ſia tirata una linea, che
tagli
la a i, nel punto i, &
la d a nella parte a. prodotta ſopra K. di modo, che la i K. eguale
2220 ſia alla a b, &
la coliegata K b. ſia prolõgata, è cada nella d c, prolongata al punto l. Io dico
che
egli adiuiene, che ſi come ſi ha la a b alla a K, coſi la a K.
alla d l, & la l c, alla c b. percio
che
la linea a d in due parti è partita nel punto e, &
à questa ſi aggiugne la parte K a. Adun
que
per la ſeſta del uigeſimo quello che è ſotto d K a.
con quello, che uiene dalla a f, ſi troua
eguale
, à quello, che ſi fa dalla f.
K. Appongaſi commune quello, che ſi fa della f h. A dunque
cioche
è ſotto la d K a, con quelle figure quadrangulari che ſi fanno delle a f, f h, cioe con
quello
, che ſi fa della a g, ſi troua eguale à quelle, che ſi fanno della K f, &
f h, cioe à quello,
che
ſi fa della K h.
Et perche come ſi ha la l c, alla c. d. & coſi la a l b, alla b K, ma come ſi
ha
la l b, alla b K coſi ſi ha la d’a, allo a K ma la c e ſi truoua eſſer la metà della c d, &
la a g
doppia
alla d a, imperoche per la quarta del ſeſto ſi come ſi ha la a b, alla d e, coſi ſi ha la g a,
3330 alla a d, &
ſecondo il preſupposto noſtro la b a, era doppia della d e. Adunque la g a. ſer à
doppia
alla a d.
Ne ſeguita adunque che quella proportione, che hauer a la l c, con la c e, hauera ancho la g a, alla a K. ſecondo la eguale è muta
ta
proportione per la uigeſimaterza del quinto.
Ma ſi come la g a alla a K, coſi a h i alla i K, per la ſeconda del ſeſto percioche ſecondo il
preſupposto
noſtro la g h, &
la a i ſono paralelle. Et componendo queſte proportione per la decimaottaua del quinto, A dunque ſi come la l c,
alla
c e, coſi ſi ha la h K alla K i, ma noi posto hauemo la i K, eguale alla c e, perche la i K è eguale alla a h.
ancho La a h. é eguale alla c e, Ad n
que
la e l, è eguale alla b K.
Adunque, & quello, che ſi fa di l e, è eguale à quello, che ſi fa di h K, & quello, che ſi fa di l e, è eguale à quello,
che
ſi fa ſotto d l c, con quello, che ſi fa di c e.
per la ſeſta del ſecondo. Et à quello, che ſi fa ſotto di h K, ſi ha dimoſtrato eſſer eguale quello, che
ſi
fa ſotto a K a, con quello, che ſi ſa di a h.
de i quali quello, che ſi fa di c e. è eguale à quello, che ſi fa di a h. imperoche la a h, è stata poſta
eguale
alla c e.
Ma per la commune ſententia, ſe dalle coſe eguali ſi leueranno le coſe eguali, quelle che reſtano, ſono eguali. A dunque quel-
lo
, che ſi fa ſotto d l c, è eguale à quello, che, ſi fa ſotto d K.
a. Ma per la decimaquarta del ſeſto i lati di paralello grammi eguali, & equian-
4440 guli ſi hanno à uicenda in proportione uno con l’altro.
A dunque come ſi ha la l d. alla d K, coſi ancho la K a, alla c l. ma come è la d l. alla
d
, K &
a b alla a K, & la l c. alla c b. Et adunque ſi come la a b. alla a K, & la a K alla c l, & la l c, alla c b. A dunque date due linee dritte a b,
&
b c, ſi ſono trouate due di mezzo in continua proportione a K, & l c. Altri modi ci ſono de gli antichi di trouare le due proportionali. di
Philopone
, di Dione Bizantio di Diode, Di Pappo nelle Mecaniche, Di Poro, di Menecbmo, i quali modi ne i Commentari di Archimede ſi
trouano
, &
il Vernero dottamente gli eſpone. Ma noi ueniremo al modo di raddoppiare, & di moltiplicare i corpi accioche l’uſo di coſi belle
dimoſtrationi
, &
di tanti ſtrumenti ci ſia manifeſto.

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