Vitruvius, I Dieci Libri dell' Architettvra di M. Vitrvvio, 1556

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251232LIBRO un circolo, che rappreſenta il meridiano, ſopra ilquale ſe imagina che ſia il Sole nel mezzo dì al tempo de gli equinottij, hauemo adunque
fin qui il pìano doue batte l’ombra, lo ſtilo, che fa l’ombra, &
il meridiano, hora ſi piglia la longhezza dell’ ombra in queſto modo, ſapendeſì,
che di noue parti, nellequali è diuiſo il gnomone, otto ſi danno all’ ombra, però ſi partir à il Gnomone in noue parti, &
dal ſuo piede longo la
linea del piano ſe ne poneranno otto, &
tanto ſer à la longhezza dell’ombra meridiana equinottiale, & à quel termine ſi ſegnerà, c. & dalc,
per lo centro a, che la punta dello ſtile, ſi tireràuna linea fin al meridiano, &
la doue termina quella linea, ſe imaginamo, che ſia il Sole ſul
mezzo dì altempo dello equìnottio, &
quella linea rappreſenta il raggio equinottiale meridiano, è termina la longhezza dell’ombra.
Allhora dal centro allargando la ſeſta fin’alla linea del piano, ſia ſeguato con egual diſtanza dalla ſiniſtra doue è la lette
ra e &
dalla deſtra doue è la lettera i. nell’ultimo giro del cerchio, & per lo centro tirata ſia una linea in modo che ſi
facciano due eguali ſemicircoli;
queſta linea da i Mathematici è detta orizonte.
Poteua dire in due parcle Vitr. quello, che ha detto in molte cioè uolendo formare l’orizonte tir a il diametro del meridiano che ſia egualmente di
1110 ſtante alla linea della planitie, queſto diametro rappreſenta l’orizonte, ė parte in due parti eguali il meridiano, dellequali una è la parte di ſo-
pra terra, l’altra di ſotto;
gli eſtremi dell’orizonte ſono ſegnati e dalla ſiniſtra, & i dalla deſtra, & coſi hauemo, poſto nell’ analemma il pia-
no, l’ombra, il raggio equinottiale, il Gnomone, &
l’orizonte.
Dapoi ſi deue pigliare la quintadecima parte di tutto il giro, & poner il piede della ſeſta, la doue il raggio equinottiale
taglia quella linea iui ſerà la lettera f.
& ſegnare dalla deſtra, & dalla ſiniſtra, doue ſon le lettereg. & h. & da quci
punti, &
per lo centro ſi deono tirare le linee fin’alla linea del piano doue ſeranno le lettere t. & r. & coſi ſeran poſti
i raggi del Sole uno della State, &
l’altro del Verno.
Vitr. uuole porre nel ſuo analemma il raggio del ſoleſtitio, & della bruma, che ſono gli estremi del corſo del Sole, & troua questi per la maggior
dectinatione del Sole, laquale egli ſa di parti 24, ch’è la quintadecima di tutto il meridiano, ma i posteriori hanno trouato il maggior apparta
mento del Sole eſſer di gradi 23 {1/2} posto adunque il piede della ſeſta nell’estremo del raggio equinottiale ſopra il meridiano, &
ſegnando di quà,
2220&
di là tanto diſcoſto quanto ſono gradi 24 di tutto il meridiano, ſi fanno i punti tropici h g. da i quali tirando per lo centro le linee fin’al
piano ſifanno i raggiuno de i quali dimoſtra quanto ſi ſtende l’ombra meridìana delle ſtate quando il Sole entra nel Cancro, &
l’altro dinota,
quanto ſi ſtende l’ombra meridiana del Verno, quando il Sole entra in Capricorno, &
coſi h@uemo i raggi di quattro ſegni due de i tropici, &
due de gli equinottij compreſi dal Cancro, dal Capricorno, dal Montone, &
dalla Bilancia, hora ueniremo à trouare i raggi fatti dal Sole,
ſul mezzo dì quando egli ſarà ne gli aitri ſegnì, accioche ſi forniſca tutto lo analemma, di meſe in meſe, però dice dichiar ando prima meglio
le parti propoſte.
Incontra la lettera e ſerà la lettera i doue la linea, che paſſa attrauerſo il centro tocca la circonfernza, & contra la g, &
h.
ſeranno le lettere K. & I. & contra c. & f. & a. ſerà la lettera. n. allhora poi ſi deono tirare i diametri da g. ad l. & da h
a K, &
quel diametro che ſerà di ſotto ſerà della parte eſtiua, & quello, che ſerà di ſopra ſerà della parte del uerno.
I termini dell’ orizonte ſono e & i. i termini de i tropicig. & h. che deono eſſer congiunti con linee alla parte oppoſta ne i punti K. & l. & quelle
3330 linee Vitr.
chiama diametri, perche hanno ad eſſer diametri di alcuni circoli, perche dice ſeguitando.
Queſti diametri ſi deono nel mezzo egualmente partire doue ſeranno le lettere m. & o. & iui notar ſi deono i centri, &
per qnelli, et per lo cẽtro ſi deue tirare una linea alla eſtrema circõferenza doue ſerãno le lettere p.
& q. queſta linea
caderà dritta ſopra il raggio equinottiale, &
per ragioni mathematiche, queſta linea ſerà nominata l’Aſſe, ò il Per-
no, &
da gli ſtes ſii punti aperta la ſeſta fino alla eſtremitta de i diametri ſieno fatti due ſemicirculi, de i quali l’uno
ſerà quello della ſtate, l’altro quello del uerno.
Ecco che à poco à poco Vitr. ci rappreſenta la sfera con tutti i ſuoi circoli, l’aſſe e. q a o m p. il tropico del Cancro ſopra il diametro r o K. il tropi
co del capricorno ſopra il diametr o g m l.
lo equinottiale c. f. @ n. l’orzonte e a i. il meridiano ſ q n p.
Dapoi in que punti che le linee egualmente diſtanti tagliano quella linea, che è chiamata l’orizonte nella piu deſtra
parte ſerà la lettera i.
& nella piu ſiniſtra la lettera u.
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Cioe doue i diametri de i tropici tagliano l’orizonte, & qui auuertiamo che quel taglio dimoſtra quanto dell’un tropitco ſta ſotto l’orizonte, &
quanto ne ſta ſotto dalche ſi comprende la lunghezza del maggior dì, &
del minore, & coſi delle notti, & è paſſo degno di conſideratione, co-
me ſi uede nell’uſo del Planisferio del Roias.
& dell’horologio poſto nel piano circolare poſto da Pietro Appiano, & dall’Orontio, & molto
prima da gli antichi, anzi è lo iſteſſo Analemma, che pone Vitr.
Et dalla deſtra parte di uno ſemicircolo doue è la lettera g. tirar biſogna una linea equalmente diſtante allo aſſe fino al
ſiniſtro ſemicircolo doue è la lettera h.
& queſta linea egualmente diſtante ſi chiama Lacotomus.
Cioè linea, che partiſſe, & diuide la larghezza, imperoche ella ua da un tropico all’altro, & abbraccia tutto lo ſpacio nelquale hanno à ſtare i
ſegni del Zodiaco:
Come che ſi diceſſe linea, che parte la larghezza, imperoche ella abbraccia tanto di qua, quanto di la dello equinottiale che
contiene la eclittica, nellaquale ſono i ſegni deſcritt.
Et allhora il cẽtro della ſeſta ſi deue porre iui, doue quella linea paralella è tagliata dal raggio equinottiale, doue è la let
5550 tera x.
& allargar ſi deue fin doue il raggio eſtiuo, taglia la circonferenza doue è la lettera h. & dal centro equinot-
tiale allo ſpacio eſtiuo facciaſi una circonferenza del circolo menſale, ilquale è detto monachus, &
coſi ſerà forma
to lo Analemma.
La linea della larghezza detta Lacotomus e diametro di quel circolo, che ci da, i termini de i meſi, & dei ſegni imperoche posto il piede in
quel punto, che ella taglia lo equinottiale, &
allargato fin all’una & all’ altra diſtanza de i punti, ſi ſa un cerchio picciolo, ilqual diuiſo in
dodici parti ci rappreſenta i termini di 12 ſegni, &
ſe egli ſi uoleſſe hauere tutte le parti de i ſegni biſognerebbe partire il detto cerchio in 360
parti, ma per piu eſpediente egli ſi parte ò di cinque in cinque, ò di dieci in dieci &
tirando da i punti di ſopra à i punti di ſotto le linee egual-
mẽte diſtanti all’equinottiale, doue quelle tagliano la linea della larghezza iui ſi fanno i punti, da i quali tirando al centro di ſopra, &
alla li-
nea del piano di ſotto le linee ſi formano i raggi meridiani, che fa il Sole di ſegno in ſegno, &
coſi é formato lo analemma, cioè la ragione del
corſo del Sole ſecondo la proportione dello stile, &
dell’ ombra, da cui ogni maniera di Horologio ſi può formare, & mi merauiglio aſſai, che
6660 i moderni, non habbiano ueduto il mirabile, &
uniuerſal uſo di queſto Analemma, che ſerue à tutte le ſorte de horologi, come dimoſtrerà dapoi
fin tanto qui ſotto e la tauola della declinatione del Sole, per laquale ſi potrà di grado in grado ſapere quãto declina il Sole dallo equinottiale
andando per li ſegni, accioche ſapendoſi quanto è alto il Sole nell’ equinottio ſu’l mezzo di, egli ſi ſappia ſegnare ſu’l meridiano i punti egual
mente diſtanti da i raggi meridiani, quando il Sole è ne gli altri ſegni, &
queſto ſpacio de picciolo cerchio, è detto monachus da i meſi, che
egli diſſegna.

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