Vitruvius, I Dieci Libri dell' Architettvra di M. Vitrvvio, 1556

Table of figures

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[21] Renculatoiucerto
[22] tetradoron pentadoron di doron A b e Le ſorti di murare dette di ſopra. C Eguale muratura detta Iſodomon. D La Fabrica riempita detta Emplecton. F Diſeguale muratura detta Aniſodomon. G La muratura de Greci con i Mattoni detti Diatoni ſrontati ſopra li Anguli. H Le Orthoſtrate. 4 4 4 4 4 5 5 5 5 5 d c b a h g f e
[Figure 23]
[Figure 24]
[Figure 25]
[Figure 26]
[Figure 27]
[28] LA PIANTA DELLO ASPETTO DETTO PERIPTEROS CIOE1 ALATO A´ TORNO.
[Figure 29]
[Figure 30]
[Figure 31]
[Figure 32]
[Figure 33]
[Figure 34]
[35] 1 2 3 4 1 3 2 4
[Figure 36]
[Figure 37]
[Figure 38]
[Figure 39]
[40] A. Plinthus, Laterculus, uel Latastrum. Orlo.B. Thorus, Stiuas, Rond. Bozel. Baſtone.C. Scocia, Cauetto, Scorza, Contrabozel, Orbiculus. Trochilus.D. Aſtragalus, 7 alus. Tondo.E. qnadra, Liſtello, Filette.F. è quella parte doue termina il fuſto della Colonna, detta Cim-bia, ò uero anuelo o liſtello dell’ Apophige. B E D A C F
[Figure 41]
[42] AbacoVuouoloLiſtello ò gra dettoCollarinoAstragalo Apophigi,ouer Cimbia
[Figure 43]
[44] b s r q o d a b e c
[Figure 45]
[Figure 46]
[47] b s r q o a d b e c
[Figure 48]
[Figure 49]
[50] a b c d
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3327PRIMO. Altre ſono di nature, & uocaboli diuerſi, come è la mano, il capo; imperoche non ogni parte della mano è mano; ne è detta mano, & coſi
del piede, et del capo.
Delle prime parti già dette ſi fanno le ſeconde, et le ſeconde hãnc ufficio, et fini diuer ſi all’ uſo, et beneficio di tutto il corpo.
Volendo adunque l’Architetto far l’opera ſua in modo, che ella ſia una intera, & unita, biſogna, che conſideri le parti principali, acciò che ſi dia
lor materia, che cõuenga, &
buona ſia per l’opere, & ad imitatione di natura, che da luogo cõuente, & ben preparato, nel quale per tanto
ſpatio ditempo s’habbio à formare compiutamente le membra humane.
gittando prima per ſondamento della uita, del ſenſo, & del mouimen-
to i ſegni del cuore, del fegato, &
del ceruello. Lo Architetto hauerà la conſideratione del luogo, del modo, delle parti, & uſo di eſſe, & pc-
rò ſegue, che la materia ſia eſpedita ſecondo l’uſo delle parti.
Quanto adunque al luogo ſi uede per certi ſegni, & inditij le qualit à del terreno,
oſſeruanſi alcune regole, &
dannoſi alcuni ammaestr amenti, indi alla dechiar atione dell’ altre coſe ſi ragiona delle pietre ſecondo la quantita, et
figura loro à fine, che ſecondo l’uſo ci ſeruiamo, come ci pare, il ſimigliante ſi dir à della calze, con quelle oſſeruationi, che all’uſo conuerranno,
&
piu oltre paſſando ſi dir à il modo di porre inſieme le calze, & la pietra, & con belli auuertunenti tolti dalla natura delle coſe, ſi farà confiz
1110 deratione delle parti della fabrica ſopra il fondamento, le quali ſono, i pauimenti, i lati, i coperti con tutte le maniere di murature abbracciate da
Vitr.
nel Seondo Lib. & coſi l’oſſa, i ſoſtegni, l’apriture, i legamenti, i corſi, i riempimenti chiaramente ſi daranno ad intendere, & queſtaè par
ticulare, &
diſtinta ragione dell’Architettura, ma anchora non ſpedita, perciò che fin’hora nõ ſi ha hauuto alcuna conſideratione del fine, che
è quel, che pon ſorza, &
necesſità à i mezzi, & conſtituiſce ogn’arte; come dice Gal. Operando adunque l’Architetto à fine, che gl’huomini
ſotto l’unione, alla quale per natura inclinati ſono, commodi, &
ſecuri uiuino, & ſiano l’un l’altro di giouamento, neceſſario, è conſiderare la
diuerſità de gl’huomini, acciò che ſi prouegga ſecondo il biſogno di ciaſcuno.
Vedendo noi adunque gran numero d’huomini ad un fine inſieme
ragunati potemo conſiderare tutto quel numero in ſe steſſo, potemo anco diſcorrere tra quella moltitudine, et trouarui entro qualche differen
za delle perſone;
ſe tutta la ragunanza inſieme uorremo conſiáerare, neceſſario diremo eſſere, che ſe le eſſaccia una città, con tutte quelle par-
ti, che per tutta quella ragunanza utili, &
ſicure ſaranno, & però prima s’haucrà riſpetto all’ampiezza, & girò, nel quale ſarà biſogno rin-
chiuder la detta moltitudine, et però ſi tratter à delle mura, nelle quali hasſi à conſider ar la diffeſa, &
ſicurtà di tutto il numero, la onde ſi deue
2220 ordinar la fabrica delle torri, &
di quelle parti, che baloardi, caualieri, piatte forme, riuellini, porte, & ſaracineſche ſi chiamano, et perche or
dinato, &
compartito eſſer deue il piano rinchiuſo dalle mura per commodo d’ogn’uno, perciò che tutto non deue eſſer fabricato, ne tutto uoto,
però ſi tratter à delle ſtrade, piazze, calli, uie publiche, hauendo ſempre riſpetto al ſoffiare de i uenti, come ſi dir à dipoi.
Oltra di queſto, perche
ne i luoghi delle citt à paſſano fiumi, ò uerò altre acque, per le quali ſi conducono le merci, &
le uettouaglie, però è neceſſaria la ſabrica de i pon
ti, &
de i porti per la commodità d’ogn’uno, come è, neceſſaroio far le chiauiche, per le quali eſcano le immonditie fatte dalla moltitudine, ò dalle
acque celesti, &
tanto ſia detto di quelle parti, & dell’uſo di eſſe, le quali hanno riguardo à tutta la moltitudine. Ma uolgendoci noi alla diſtin-
tione delle perſone troueremo altrieſſer piu degni, altri meno, &
tra i degni, ò uerò un capo, ò uerò molti, & quel capo, ò per elettione di mol-
ti, &
permisſione delle leggi, ò per uiolenza, & forza; nel primo caſo ci apparir à il Principe, nel ſecõdo il Tiranno, dal fine di ciaſcuno prende
rà l’Architetto la maniera delle fabriche, &
delle habitationi facendo al Principe il Palazzo, & la Rocca. Tra i molti degni ritro
uerà alcuni alla Religione conſecrati, alcuni fuori dell’oſſeruàza della Religione;
di questi altri ſaranno atti ad uſcir fuori per la republica, al
3330 tri per regger quella non uſcendo fuori, di quegli, che ſono atti ad uſcire, altri al mare, altri alla terra ſi daranno, &
chiunque prender à il ma-
re, come general dell’armate hauer à biſogno di Naui, Galere, di munitione, de porti, è nauali;
però l’Architetto deue anche hauere conſidera-
tione di quelle fabriche, che al mare conuengono, ma chi prender à la terra, come Capitano, &
conduttor di eſſerciti hauera biſogno d’alloggia
menti, di ſteccati, &
di ſorti, & d’artiglierie, & strumenti diuerſi per offendere altri, & diſender ſe ſteſſo; ma perche quelli, i quali ſtanno den-
tro al gouerno ò uero ſon preſidenti alle controuerſie ciuili, &
criminali ò uerò ſon conſultori delle coſe di ſtato, però è neceſſario per i giudici
il foro, et per i Senatori il Senato, &
coſi le perſone degne ſuori dell’oſſeruãza della R eligione haueranno propie, & conuenienti habitatio-
ni, ma à gli oſſeruatori della Religione ſi farãno i monaſteri, i chioſtri, gli hoſpitali per gli huomini, et per le dõne, &
come ricerca, & l’uſo, &
il decoro d’ogni perſona;
ſono alcune opere, che ne in tutto publiche; ne in tutto priuate ſi deono chiamare, delle quali alcune per conſerua delle
coſe da uiuere, ò uerò dammercãtare, ò uero difenſione, et aiuto ſi fanno, come i fondichi, le dogane.
La Zecca, gli armamẽtarij, le arzena, i luoghi
della munitione, et altri ſimili edificij, altre all’uſo come bagni, gli acquedutti, et altre ſimili inuẽtioni, altre all’honore, et alla memoria, come gli
4440 archi, i troſei, le ſepulture, le mete, gli obeliſchi, et le piramidi.
Alcune al dietto ſerueno, et alle ſeſte; come ſono, i Theatri, le loggi, gli Amphitea
tri, i ridotti di diuer ſi giochi, i circi;
altre infine à i rei huomini ſi ſanno, come il carcere il quale é ccnſeruator della giuſtitia. Tutte le predet-
te ſabriche hanno del publico, &
del priuato in un certo modo. Male perſone ſenza grado ſono i cittadini, gli artefici, gli agricoltori, & pe-
rò conſiderando l’Architetto la commodità, &
la conditione d’ogn’uno non laſcier à à dietro maniera alcuna di priuato edificio, ſi nella Città,
come in Villa, et con queſta darà fine à quella parte del’Architettura, che tratta dell’eſſer delle coſe, riuolgendoſi poi al bene eſſere, tratter à
de gli ornamenti con quello ſteβo ordine, che egli hauer à tratato dell’eſſere, adornando la città, le fortezze, le ſtrade, i ponti, le chiauiche, i pa-
lazzi, i tempi, le caſe, &
finalmente ogni edificio, & le parti principali, & le meno principali di ciaſcuna opera inſino all’ultime, & piu minu-
te particelle, di queſte ſi tratta nel Settimo;
finalmente perche à far ſi grande, & bell’ opere ci biſognano molti inſtrumenti, ne i quali contra la
natura delle coſe l’arte dimostra la forza ſua, &
la materia è ſoggetto d’ogni opera, & la potẽza dell’agente la ſà eſſer quello, che ella nõ era, et
queſto cõ diuer ſi mſtrumenti, per eſſer lo ſtrumẽto mezano tra l’operate, et la coſa operata, però il ſaggio Architetto ragiona, come ho detto
5550 de gli instrumenti &
delle machine atte à leuare, tirare, & muouere i peſi, & di tutte le ſorti artiglierie, & altri ingegnioſi ordegni come ſi
uedrà ne i luoghi, propij al Decimo;
& queſta è la ſomma dell’Architettura, la quale chi ben conſiàera abbraccia ogni commodo, & diletto
dell’humana genetratione, Vitr ueramente dicendo, che coſa è Architettura, da che naſce, in che conſiſte, qual ſia l’officio dell’Architetto di-
moſtra uirtualmente eſſere uero tutto quello, che detto ſi è delle parti dell’Architettura, &
con queſta intelligenza posſiamo andar ſicura-
mente all i dichiaratione del Terzo cap.
dicc adunque diuidendo l’Architettura.
Le parti dell’Architettura ſon tre. Edificatione, Lineatione regolata per l’ombre de ſtili, & l’Arte di far le Machine.
Dapoi che Vitr. ci ha dimoſtrato, che coſa deue eſſere nella mente dello Architetto prima, che egli uenga all’opera, hora egli ci dimostra in quante
coſe egli ha da porre le ſei predette coſe, &
dice che l’ordine, la Simmitria, la Diſpoſitione, la Diſtributione, il Decoro, & la Eurithmia ſi hanno
eſſercitare in tre coſe principalmente, che egli chiama parti dell’Architettura, &
ſono parti materiali, & la prima, è, la edificatione è ſabrica.
Fabrica è nome generale, et nome particolare, in gener ale fabrica è arte, et cõponimento d’alcuna coſa; come latinamẽte fabro è detto ogni ope-
6660 rario, ſimilmente machinatione è quello ſteſſo, che è fabrica in generale;
ma quando l’uno, et l’altro nome è preſo in particolare, fabrica s’inten
de ediſicatione, &
machinatione s’intende quella parte della fabrica, che tratta delle machine come ſono distinte nel Decimo. La edificatione è
trattata ne i primi otto libri da Vitr.
& perche alcuna uolta lo Architetto ſi leua cõ la mente, & con gli occhi al cielo, & riguarda il Sole, la
Luna, &
le Stelle, & troua, che dal lume, & dal mouimento de i Cieli uengono molte commodità à mortali, però non uolendo egli laſciare à die
tro coſa, che bella, &
gioueuole ſia diſcende à fare gli horologi, l’uſo de i quali è di utile, & di giouamento à gli huomini piu che mediocre, pe-
rò la conſideratione di tale coſa, &
è, tra le parti principali dell’arte, & ſe ne tratta nel Nono libro, & è quella, che dall’ombre de ſtili inſegna
le ragioni, &
le diſcrittioni de gli horologi, detta Gnomonica, l’ultima, che è detta Mecanica, nel Decimo. Noi al ſuo luogo diremo, quello che ſa
rà neceſſario circa i nomi, &
le coſe predette, ſeguitiamo hora la diuiſione delle parti ſopraposte. Edificatione è in due parti diuiſa, una è la
collocatione delle mura, &
dell’opere communi ne i publici luoghi, l’altra è la eſplicatione de priuati edificij.
Dell’opere publiche ſi ragiona da Vitr. diſtintamente, & con grande intelligenza; come ſi uedr à ne i cinque primi libri, de i priuati nel Seſto.
7770
La diſtributione dell’opere publiche, ò uerò è per difeſa, ò uerò è per la Religione, ò uer per il commodo, alla difeſa ap-
partiene la ragione di far le mura, le torri, &
le porte, trouate per ribattere l’impeto de i nemici.
Et queſta ſi ha nel primo, & nel ſecondo Cap. alla Religione aſpetta il ſabricare de Tempi, & delle Chieſe de i dei immortali, come ſi uede nel ter
zo, &
nel quarto, alla commodità ſi richiede la diſpoſitione di tutti i luoghi all’uſo della Città; come ponti, Fori, portichi, bagni, theatri, log-
gi, &
altre coſe, lequali con le ragioni ſteſſe nei publici luoghi ſi diſſegnano, & di queſte coſe nel quinto, & nel ſettimo ſi ragiona, come det-
to hauemo.

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