Vitruvius Pollio, I dieci libri dell?architettura, 1567

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1mare, deonſi tagliare alquanto d'intorno per laſciare uſcire l'humore: & poi tagliati di tu tto
ſcorzarli
: è ſpecialmente quelli, che fanno frutto.
ſi deono tagliare ſe non ſatto il frutto. Ri­
poni
gli alberi tagliati doue il gran Sole, i uenti gli diano.
alcuni ſiano unti di ſterco boui­
no
, accioche ſi ſecchino egualmente.
La Castagna ſi purga nell'acqua del mare, la materia, che
ſi
adopera al torno, ſi ſommerge nell'acque, & nel fango per trent a giorni; altri ugneno la ma­
teria
di morchia per li tarli, & quella, che per l'acqua ſi guaſta, ſi ſuole impegolare.
La mate­
ria
inuecchiata d'allume bagnata non arde.
La natura, & uſo de legnami è queſta. L'Alno
è
buono grandemente alle palificate, ne i paludi, & luoghi ſtuuiali, ma all'aere non dura.
L'Eſcu­
lo
, che è una ſpecie di Rouere, è impatiente dell'humore.
L'Olmo allo ſcoperto ſi condenſa, ma
altroue
ſi ſpacca, & la ſua radice è belliſſima fra tutti i legni per la uarietà de i colori, & per
un
certo luſtro.
Dapoi la radice dell'Oliuo è belliſſima. il Pezzo, & il Pino durano ſotterra
eternamente
.
Il Rouere per eſſer ſpeſſo, neruoſo, di pochi fori, è ottimo alle opere terrene, per­
che
non riceue l'humore, & ſoſtenta i peſi mirabilmente.
La Quercia non inuecchia. Il Fag­
gio
, la Iuglande non ſi guaſtano per l'acque.
Il Souero, il Pinaſtro, il Moro, l'Acero, l'Olmo non
ſono
inutili all'uſo delle colonne.
Ma alli taſſelli, & uſo delle trauature la Noce Euboica, ma
ſopra
'l tutto l'Abete; alquale però di leggieri ſi attacca il fuoco, nel reſto è utiliſſimo, gli ce­
de
il Cipreßo.
queſti non ſente uecchiezza, tarli, da ſe ſi rompe, bene è uero che peſa mol­
to
, & è buono per far porte.
Naſce & creſce drittiſſimo per natura ſopra tutti gli altri alberi.
Il
Pino ſi tarla, perche il ſuo liquore è piu dolce che quello dell'Abete.
Il Larice è buono per li
peſi
, & per li trauamenti.
dura, & è neruoſo, & non ſi tarla, pare che delle fiamme ſi ſdegni;
pure
uediamo che egli arde.
uero è che un tronco groſſo di quello con la ſcorza molto reſiſte al fuo
co
.
L'Oliuo, il Fico, la Tiglia, il Salice non ſono buoni per le trauamenta. La Palma ſi uolge
contra
il peſo.
il Ginepro è propoſto alle trauature ſcoperte, a cui ſimile (benche piu ſodo) è di
natura
il Cedro, del quale Vinitiani hanno fatto belliſſime porte alle ſale delle arme.
è legno odo­
ratiſſimo
.
Il Cerro, & il Faggio non durano a i lauori di legnami, come ſono letti, menſe, tauole.
L
'Abete, il Cipreſſo, il Faggio, & anche il Pezzo, benche ſiano fragili, però ſono bnoni per
caſſe
, letti, & aſſi ſottili.
ſimili a queſti è l'Elice. inutili ſono la Iuglande, l'Olmo, & il Fraſſi­
no
: percioche la Iuglande fatta in tauole facilmente ſi rompe, & gli altri alberi cedeno, & pun­
teggiano
.
Ma lo Fraſſino è ubidientißimo all'opera, & coſi la Noce. benche gli antichi nonne
habbiano
fatto molta conſideratione: è però a giorni nostri molto ſtimata, & adoperata in mol­
ti
, & ſottiliſſimi lauori, & di piu ſorti.
Il Moro è lodato perche col tempo ſi fa piu nero, & du­
ra
molto.
L'Olmo è buono a i cardini delle porte: perche ſerua il rigore, ma la radice deue eßer
posta
di ſopra.
dello Acquiſoglio ſi fanno le ſtange, & coſi di Lauro, & d'Olmo. i gradi ſi fan­
no
di Orno, & di Lauro: & le chiauette di Corno.
per cannoni d'acque coperti fanno bene il Pi­
no
, & il Pezzo.
Larice femina di colore ſimile al mele, è buona per adornar le caſe, eſſendo
ſtato
auuertito, che nelle tauole de i pittori è immortale.
& però è buona per le ſtatue, perche
non
ha i nerui ſteſi per lungo, ma interrotti, uarij, & minuti.
Vſauano gli antichi il Loto, il
Boſſo
, il Cedro, il Cipreſſo, & la radice dell'Oliuo piu ſoda, & il Perſico Egittio per farne le
ſtatue
.
ma per fare le tauole da dipignere uſauano gli antichi il bianco, & il nero Poppio. La
Salce
, il Carpene, il Sorbo, il Sambuco, il Fico.
Lodano alcuni la Giuggiola, & per lo torno il
Faggio
, il Moro, il Terebinto, & ſpecialmente il Boſſo, & l'Ebano.
Il Rouero difficilmente
s
'accompagna con altri alberi, & rifiuta la colla, come fanno tutti gli alberi lacrimanti, & creſ­
pi
, & ogni legno, che ſi puo radere.
Non ſtanno inſieme gli alberi, che ſono di natura differen­
ti
, come l'Edera, il Lauro, la Tiglia per eſſer calidi, con i nati in luoghi bumidi.
Similmente
non
ſtanno lungamente in colla l'Eſculo, & la Quercia, ſi deono accompagnare l'Olmo, il
Fraſſino
, il Moro, il Cireggio con il Platano, & l'Alno, perche queſti ſono di natura humida,
quelli
di ſecca.
Gli alberi ſi ſogliono comparare, & quanto al tutto, & quanto alle parti: quan­
to
al tutto gli infecondi ſono piu fermi de i fruttuoſi: i ſeluatichi con mano, con ferro colti

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