Vitruvius Pollio
,
I dieci libri dell?architettura
,
1567
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Table of figures
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archimedes
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95
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aſſodati per la denſità delle uene, non hauendo rarità alcuna dall'humore, poi che ſi met
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lb
/>
teno in opera, piani, & politi durano con molte utilità alla uecchiezza. </
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s.002084
">& però quelli,
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lb
/>
che ſono dalla parte inferiore dell'Apennino, perche ſono portati da luoghi aprichi, ſo
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/>
no migliori di quelli, che naſceno nella parte ſuperiore, & uengono da luoghi opachi. </
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s.002085
">
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lb
/>
Io ho eſpoſto quanto ho potuto con l'animo conſiderare le copie neceſſarie al fabri
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/>
care, di che tempre ſiano per la meſcolanza de i loro principij, & quali perfettioni, &
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/>
difetti habbiano, accioche manifeſte ſiano a chi intende di fabricare. </
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s.002086
">& però quelli, i
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/>
quali potranno ſeguitare le leggi di queſti precetti, ſarano piu auertiti, & potranno far
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elettione nelle opere dell'uſo di ciaſcuna ſpecie. </
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s.002087
">Eſſendoſi adunque detto delle prepara
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/>
tioni della materia. </
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s.002088
">Reſta che ne gli altri uolumi io dica de gli edificij, & prima de i ſa
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/>
cri Tempij de i Dei immortali, & delle loro miſure, & proportioni, come conuiene
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/>
all'ordine propoſto. </
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s.002089
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Ha uoluto Vitruuio nel decimo, & ultimo capo di questo ſecondo libro porre la differenza
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de gli alberi, che naſceno dalla parte del Sole, che aprica ſi chiama, da quelli che ne i
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/>
luoghi ombroſi riguardano al Settentrione. </
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s.002090
">è facil coſa, & confermata da Palladio nell'unde
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cimo libro al quinto decimo Capo, & da Plinio nel ſeſtodecimo libro, al trenteſimonono Capo. </
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s.002091
">
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/>
Et qui ſia fine del ſecondo libro.
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s.002092
">IL TERZO LIBRODELL'ARCHITETTVRA DI
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M. VITRVVIO.</
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s.002093
">IL Delfico Apollo nelle ripoſte date a Pithia affermò Socrate eſſer di tut
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ti gli huomini ſapientiſsimo. </
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s.002094
">Queſti (ſi dice) che con prudenza & dot
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/>
tiſsimamente diceſſe, che biſognaua, che i petti de gli huomini fuſſero
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/>
come fineſtre, & aperti, affine, che haueſſero i ſenſi non occulti, ma pa
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/>
leſi da eſſer conſiderati. </
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s.002095
">Voleſſe Iddio, che la natura ſeguitando la o
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/>
pinione di Socrate fatto haueſſe i petti apparenti, & chiari: perche ſe co
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/>
ſi fuſſe ſtato non ſolamente le uirtu & i uitij de gli animi ſi uederiano: ma anche le ſcien
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/>
ze delle diſcipline a gli occhi ſottopoſte con certo giudicio s'approueriano, & a gli eru
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/>
diti, & intendenti huomini grande, & ſtabile riputatione s'accreſcerebbe, & però, perche
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/>
la natura non a modo d'altri, ma al ſuo coſi fare ha uoluto, non puo eſſere, che gli huomi
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/>
ni con gli ingegni ſotto i petti oſcurati habbiano potuto giudicare come ſono le ſcienze
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/>
de gli artificij del tutto aſcoſe, & gli artefici anchora che promettino la loro prudenza, ſe
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/>
non ſaranno dinaroſi, ouero ſe non ſaranno ſtati conoſciuti per la uecchiezza delle loro
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/>
officine, o non haueranno hauuto gratia, & eloquenza da piazza, non poſſono per la in
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/>
duſtria de gli ſtudi loro hauere tanto di credito, che creduto lor ſia quello, di che fanno
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profeſsione. </
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s.002096
">& queſto ſi può ſpecialmente conoſcere da gli antichi ſtatuari, & pittori,
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/>
che di quelli, coloro che hanno hauuto i ſegni di dignità, & la gratia di eſſer commenda
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/>
ti, con eterna memoria ſi mantengono alla poſterità. </
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="
s.002097
">Come fu Mirone, Policleto, Phi
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/>
dia, Liſippo, & gli altri, che hanno con l'arte loro conſeguita la nobiltà. </
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s
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s.002098
">perche come
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/>
alle gran Città, ouero a i Re, ouero a nobili huomini fatti hanno opere, & fabriche, co
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/>
ſi hanno ottenuto quello, che io ho detto. </
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s.002099
">Ma quei, che nè di manco ſtudio, & ingegno,
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/>
& ſolertia ſtati ſono, nè manco belle opere hanno laſciato a gli ignobili cittadini, & di mi
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/>
nor fortuna, non hanno laſciato ricordo di loro alcuno: perche non dalla induſtria, & </
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subchap1
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chap
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archimedes
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