Vitruvius Pollio, I dieci libri dell?architettura, 1567

Page concordance

< >
Scan Original
31
32
33
34
35
36
37
38
39
40
41
42
43
44
45
46
47
48
49
50
51
52
53
54
55
56
57
58
59
60
< >
page |< < of 520 > >|
    <archimedes>
      <text>
        <body>
          <chap>
            <subchap1>
              <subchap2>
                <p type="main">
                  <s id="s.002819">
                    <pb pagenum="136" xlink:href="045/01/144.jpg"/>
                    <emph type="italics"/>
                  ne in fronte; adunque haueua cinque uani; perche ſempre i uani ſono un meno delle colonne: &
                    <lb/>
                  da i lati haueua undici colonne computando le angulari; adunque hauer à dieci uani: & quelli, che
                    <lb/>
                  hanno raddoppiato il numero delle colonne da i fianchi, hanno errato, perche non hanno computa
                    <lb/>
                  to nel numero delle colonne da i lati quelle, che ſtanno ſopra gli anguli, le quali ſerueno alla fron­
                    <lb/>
                  te, & a i lati; ſi che biſogna raddoppiare i uani, & non le colonne. </s>
                  <s id="s.002820">& queſta regola è anche nel
                    <lb/>
                  le altre maniere, che hanno colonne a torno, che forſe ſotto queſto nome di periptere ſono ſtate
                    <lb/>
                  tutte compreſe, perche tutte hanno le ale a torno. </s>
                  <s id="s.002821">Fin qui adunque hauemo le ſondamenta, hauemo
                    <lb/>
                  i piedeſtali, & la fabrica alzata da terra: hora ſi ragioner à de i gradi, per li quali ſi aſcendeua
                    <lb/>
                  al Tempio. </s>
                  <s id="s.002822">queſti erano nelle fronti, come ſi uede in molte piante di ſopra, erano anche d'intorno,
                    <lb/>
                  come nella pianta del peripteros di ſei colonne s' è poſto: & con una iſteſſa ragione ſi regola il nume
                    <lb/>
                  ro, l'altezza, & la larghezza de i gradi, & però dice Vitr.
                    <emph.end type="italics"/>
                  </s>
                </p>
                <p type="main">
                  <s id="s.002823">I gradi nella fronte ſi deono formare in queſto modo, che ſempre ſiano diſpari, perche
                    <lb/>
                  ſalendoſi al primo grado col piè deſtro, lo iſteſſo piede entrandoſi di ſopra nel Tempio ſa
                    <lb/>
                  rà poſto: ma le groſſezze di quelli coſi giudico io che debbiano eſſer terminate, che non
                    <lb/>
                  ſiano piu groſſe di dieci dita, nè piu ſottili di noue. </s>
                  <s id="s.002824">perche a queſto modo non ſarà diffi­
                    <lb/>
                  cile il ſalire. </s>
                  <s id="s.002825">Le ritrattioni de i gradi, non ſiano meno d'un piede, & mezo, nè piu di
                    <lb/>
                  due: & ſe d'intorno al Tempio ſi deono fare i gradi, ſi faranno all'iſteſſo modo. </s>
                </p>
                <p type="main">
                  <s id="s.002826">
                    <emph type="italics"/>
                  Il piede nel ſalire prima ſi alza, poi s'allarga: quella miſura, che ſi fa alzando, è detta groſſez
                    <lb/>
                  za del grado: quella, che il piede calca, & s'allarga per ſalire allo altro grado, è detta da Vitr. ri
                    <lb/>
                  trattione del grado. </s>
                  <s id="s.002827">io chiamerei quella, altezza, & queſta, larghezza del grado. </s>
                  <s id="s.002828">Qui non di­
                    <lb/>
                  ce Vitr. che i gradi debbiano eſſere piu tre, che cinque, piu cinque che ſette. </s>
                  <s id="s.002829">ben è uero, che egli è
                    <lb/>
                  ſtato auuertito nelle fabriche antiche, che
                    <expan abbr="">non</expan>
                  s' è paſſato il numero di noue. </s>
                  <s id="s.002830">et ſe pure ſi paſſaua, egli
                    <lb/>
                  ſi faceua un piano, & una ritrattione larga, che noi chiamamo requie, ſopra la quale ſi ripoſa­
                    <lb/>
                  uano gli huomini, dapoi la ſalita. </s>
                  <s id="s.002831">Deono eſſere i gradi non piu alti di dieci parti d'un piede, nè
                    <lb/>
                  meno di noue, ma ſe fuſſero noue parti a punto, o meno di dieci ſariano piu commodi. </s>
                  <s id="s.002832">Pone adun
                    <lb/>
                  que Vitr. itermini del piu, & del meno: ma a di noſtri ſi fanno minori, il che non laudarei, per­
                    <lb/>
                  che poi non hanno grandezza, ſe bene fuſſero piu commodi alla ſalita. </s>
                  <s id="s.002833">Il piede è partito in dodici
                    <lb/>
                  oncie, come hauemo eletto. </s>
                  <s id="s.002834">deſtante ſono dieci oncie, dodrante noue, & le oncie anche ſono det
                    <lb/>
                  te dita. </s>
                  <s id="s.002835">Ma ſe egli ſi uorrà fare il poggio da tre lati, Vitr. dice quello douemo oſſeruare.
                    <emph.end type="italics"/>
                  </s>
                </p>
                <p type="main">
                  <s id="s.002836">Ma s'egli ſi uorrà fare il poggio da tre lati, biſognerà guardare, che i quadretti, le baſe
                    <lb/>
                  i tronchi, le cornici, & le gole conuenghino col piedeſtalo, ch'è ſotto le ſpire delle co­
                    <lb/>
                  lonne.
                    <emph type="italics"/>
                  Cioè ſe'l piedeſtalo hauerà quadretti, liſtelle, tronchi, gole, cornici, & baſe, ouero
                    <lb/>
                  altri membrelli, i medeſimi ſiano anche nel poggio, come dimoſtra lo in piè del tempio ſeguente,
                    <lb/>
                  che ha il poggio. </s>
                  <s id="s.002837">Ma perche il piedeſtale, ſoprail quale era la colonna, uſciua del dritto, del
                    <lb/>
                  poggio, & per queſto il poggio era ritratto in entro per lo ſpacio, che era tra un piedeſtalo, &
                    <lb/>
                  l'altro, & faceua una certa concauità, che Vitr. chiama alueolato: però era neceſſario, che
                    <lb/>
                  Vitr. ci deſſe la regola di agguagliare, & pareggiare i piedeſtali, accioche ſi ſapeſſe quanto ha­
                    <lb/>
                  ueuano aduſcir fuori del dritto del poggio, & però dice.
                    <emph.end type="italics"/>
                  </s>
                </p>
                <p type="main">
                  <s id="s.002838">Et a queſto modo biſogna, che il piedeſtalo ſia pareggiato, che egli habbia per mezo
                    <lb/>
                  l'aggiunta per gli ſcamilli impari; perche ſe egli fuſſe drizzato a linea, egli ſi uederebbe
                    <lb/>
                  con l'occhio il letto, & cauo. </s>
                  <s id="s.002839">ma come a far queſto ſi facciano gli ſcamilli conuenienti,
                    <lb/>
                  come dell'altre coſe, coſi di queſta ſarà deſcritto nel fine del libro, la forma, & la di­
                    <lb/>
                  moſtratione. </s>
                </p>
                <p type="main">
                  <s id="s.002840">
                    <emph type="italics"/>
                  Deono i piedeſtali uſcir del poggio, & queſta riſalita Vitr. chiama aggiunta, & la parte del
                    <lb/>
                  poggio, che ſi ritira a dietro, è detta alueolato. </s>
                  <s id="s.002841">Il nome di ſcamilli in uero non ſi troua, ( che io ſap­
                    <lb/>
                  pia) nè latino, nè dedutto dal Greco. </s>
                  <s id="s.002842">& quando bene uoleſſe dire camillum, quando ſi diceſſe ca
                    <lb/>
                  millus nel genere del maſchio, io direi, che la intentione di Vitr. fuſſe, come io ho detto, perche
                    <lb/>
                  camillus, nel quarto libro, è una caſſa, o forma, o telaro, che egli chiama loculamentum. </s>
                  <s id="s.002843">Le
                    <emph.end type="italics"/>
                  </s>
                </p>
              </subchap2>
            </subchap1>
          </chap>
        </body>
      </text>
    </archimedes>