Vitruvius Pollio, I dieci libri dell?architettura, 1567

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1nico uiene ad eſſer quaſi la terza parte della groſſezza della colonna. La ſeconda regola è, che
le Corinthie non hanno membri proprij di ſopra, ma ſi pigliano, o dalle ſimmetrie Doriche, o
dalle uſanze Ioniche.
dice Vitr. {o dalle ragioni de gli Triglifi} cioè dalla ragion Dorica, non
che ſiano Triglifi nel Corinthio, ma perche il compartimento Dorico, è regolato ſecondo gli Tri
glifi.
Similmente per goccie intende, non quelle, che ſono ſotto gli Triglifi, ma quelle, che ſono
diſposte ſotto'l gocciolatoio, nel piano di ſotto, come hauemo detto i moderni le chiamano fuſaio
li, non ſapendo l'origine di quelle.
Adunque nella maniera Corinthia, l'Architraue, il Freggio,
la Cornice, ſi puo pigliare dalla miſura, & compartimento Dorico.
Egli ſi puo anche pigliare
dalle uſanze Ioniche tutto quello, che s'impone a capitelli delle colonne, & in queſto caſo non è
differenza tra'l Ionico, & il Corinthio, & ſi puo dire che il genere Corinthio non habbia altro
del ſuo, che il capitello, & queſto ſi deue auuertire.
Seguita Vitr. a dire l'origine del genere
Dorico, & dice.
Perche nell'Achaia, & nel Poloponeſſo Doro figliuolo di Helleno, & della ninfa Optice
hebbe il principato, queſti in Argo antica città fece a caſo il Tempio di Giunone di quel­
la maniera.
Dapoi delle iſteſſe maniere non eſſendo anchor nata la ragione delle ſimme­
trie fece i Tempij nelle altre città dell'Achaia.
Ma poi che gli Athenieſi per le riſpoſte del
Delfico Apollo di commune conſiglio di tutta la Grecia in uno iſteſſo tempo conduſſe­
ro in Aſia tredici colonie, & a ciaſcuna colonia diedero il ſuo capo, & condottiere, dan­
do la ſomma dello imperio ad Ione figliuolo di Xutho, & di Creuſa, il quale per le riſpoſte
ſue Apollo in Delfo uolle chiamare ſuo figliuolo; coſtui conduſſe in Aſia quelle colonie;
& iui fabricò grandiſsime città hauendo occupati i confini della Caria, Epheſo, Mileto,
Miunta, che gia fu dalle acque ſorbita, i ſacrificij, & i ſuffragij della quale gli lonij, a Mi
leſij attribuirono, & Priene, Samo, Teon, Colofona, Chio, Erithras, Phocea, Elazo
mene, Lebedo, Melite.
Queſta Melite, per l'arroganza de cittadini da queſte città per
commune conſiglio moſſagli guerra, fu ruinata.
in luogo della quale dapoi, per benefi­
cio del Re Attalo, & d'Arſimone la città de Smirnei è ſtata riceuuta nel numero delle cit­
tà Ioniche.
Queſte città hauendo ſcacciati i Carij, & i Lelegi, nominarono dal loro capo
Ione quella regione Ionia & ponendo iui i Tempij de i Dei immortali cominciorno a fa­
bricare alcuni Tempietti, & prima (come uiddero in Achaia) fecero il Tempio d'Apol
lo, detto Pannionio, & quello chiamarono Dorico, perche lo uiddero da prima coſi fat
to nelle città de i Dorici.
Ma uolendo ponere in quel Tempio le colonne, non hauendo
le ſimmetrie di quelle, & cercando con che ragioni le poteſſero fare, ſi che, & a ſopporta­
re i peſi fuſſero baſtanti, & tenneſſero approuata bellezza nello aſpetto, miſurarono la
pianta del piede uirile, & hauendo trouato, che il piede era la ſeſta parte dell'altezza del­
l'huomo, coſi la traportarono nella colonna.
Et di quella groſſezza, che fecero la baſa
del fuſto della colonna, ſei fiate tanto leuarono in altezza quella col capitello.
Et a
queſto modo la colonna Dorica cominciò dare ne gli edificij proportione, & fermezza, &
bellezza del corpo uirile.
Appreſſo dapoi cercando di fabricare un Tempio a Diana, da
gli iſteſsi ueſtigij trasferirono nuoua forma di maniera alla ſueltezza feminile.
Et prima fe­
cero la groſſezza della colonna per la ottaua parte dell'altezza, & accioche teneſſero lo
aſpetto piu alto ſottopoſero alla baſa in luogo di calzare la ſpira, & al capitello impoſero
le uolute pendenti dalla deſtra, & dalla ſiniſtra, come creſpi cincinni della capillatura, &
ornarono le fronti di cimaſe, & con feſtoni, (che encarpi ſi dicono) cioè frutti raccolti
inſieme, & foglie colligate in uece di capelli diſpoſte, & per tutto'l tronco della colonna
laſciarono andar a baſſo le canalature, come falde delle ueſtimenta all'uſanza delle matro­
ne; & coſi con due differenze imitarono la inuentione delle colonne, una ſchietta, & nu
da ſenza ornamento, che era di ſembiante uirile, l'altra di muliebre ſottigliezza, & orna­
mento, & miſura.
Ma quelli che uennero dapoi con eleganza, & ſottigliezza di giudi­

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