Vitruvius Pollio
,
I dieci libri dell?architettura
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1567
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archimedes
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cio andarono piu inanzi, & dilettandoſi di moduli piu ſottili, fecero l'altezza della colon
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/>
na Dorica di ſette diametri della groſſezza, & la Ionica di otto, & meza. </
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s.003365
">Et quello, che
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gli Ioni fecero da prima, Ionico è ſtato detto. </
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s.003366
">Ma il terzo genere, che Corinthio ſi
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chiama, è preſo dalla imitatione della ſueltezza uirginale, imperoche le uergini per late
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/>
nerezza della età, eſſendo di piu ſuelte membra formate, riceueno piu leggiadri, & gratioſi
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effetti. </
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s.003367
">Ma la inuentione del capitello Corinthio ſi narra che in queſto modo ſia ſtata ritro
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uata. </
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s.003368
">Vna uergine cittadina di Corinto gia da marito, eſſendo inferma uenne a morte. </
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s.003369
">
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/>
la notrice di quella hauendo raccolto tutti que uaſi, de i quali la uergine uiuendo ſi dilet
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taua, & poſti quelli in un ceſtello, dapoi, che fu ſepelita, gli fece portare al monumento,
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& porli da capo, & accioche piu lungamente reſtaſſero allo ſcoperto aere, ui poſe ſopra
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una tegola. </
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s.003370
">Il ceſtello per caſo era ſtato poſto ſopra una radice di Acanto. </
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s.003371
">in quel mezo
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la radice nel mezo dal peſo oppreſſa, mandò fuori da primauera i ritorti cauli, & le foglie
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creſcendo i cauli lungo i lati del ceſtello, & da gli anguli della tegola per la neceſsità ſpin
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ti in fuori, furono conſtretti nelle ultime parti delle uolute piegarſi. </
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s.003372
">Allhora Callima
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co, il quale per la eleganza, & ſottigliezza dell'arte, fu da gli Athenieſi cachizotecnos no
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/>
minato, paſſando appreſſo quel monumento, auuertendo uide quel ceſtello, & d'intor
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no la tenerezza naſcente delle foglie, & dilettatoſi della maniera, & della nouità della for
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ma fece a quella ſimiglianza appreſſo i Corinthij le colonne, & poſe le conueneuoli ragio
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ni di quelle, & dapoi nelle perfettioni delle opere, fece la diſtributione della maniera
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Corinthia. </
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Richiederebbe un curioſo, che io citaſſi in queſto luogo l'auttorità di Plinio, di Pauſania, &
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di Strabone, & d'altri autori per eſponere le hiſtorie, & le deſcrittioni de i luoghi poſti da Vitr.
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ma io credo a Vitr. & maggior cura mi ſtrigne, & d'importanza maggiore, che narrare le hiſto
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rie, deſcriuer luoghi, & dipigner herbe. </
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s.003374
">Grande occaſione, & bella, ci ha dato la natura, per
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fare, che l'arte perfetta fuſſe, quando ella ci propoſe la forma del corpo humano. </
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s.003375
">percioche con
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il numero, con i termini, & contorni, con lo ſito, & collocatione delle parti, in un ſoggetto no
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biliſſimo ci diede eſſempio merauiglioſo di ſingular bellezza; fece, che i corpi quantunque diſſimi
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/>
glianti fuſſero, nientedimeno belli, & ben formati, & uaghi ci pareſſero. </
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s.003376
">La onde molte bellezze
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nate ſono, percioche con lo certo, & determinato numero delle parti, la natura congiunſe la cor
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riſpondente grandezza con i termini ſuoi, & niente laſciò, che in luogo proprio, & accommo
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dato non fuſſe: perche ſi trouano de i corpi gentili, & ſuelti, che ci porgeno diletto, & ſe ne tro
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uano de gli altri, che ſono piu ſodi, è maggiori, & però non ci diſpiaceno, & finalmente tra que
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ſti, & quelli altri ſono belli, & gratioſi, come che in ogni coſa ſi truoua il grande, il picciolo,
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& il mediocre, ciaſcuno con le ſue ragioni. </
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s.003377
">il che conſiderando l'huomo, & leggendo nel li
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/>
bro della natura per imitarla nelle ſue compoſitioni, uolle, che tre maniere fuſſero prin
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/>
cipali del fabricare, conſiderando molto bene l'officio, & il fine di ciaſcuna fabri
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ca: & però quella che piu poteſſe durare alla fatica, & piu fermezza, & piu di ſodo haueſſe,
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/>
Dorica uolle chiamare: perche fu prima da i Dorieſi di queſto modo pigliata: ma quella, che piu
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ſottile, & piu ſuelta fuſſe, Corinthia: la mezana, quaſi tra amendue collocata, Ionica, da Ione,
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come dice Vitr. </
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s.003378
">Ma perche ciaſcuna haueſſe donde parere diletteuole, & bella, cominciò con
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/>
gran diligenza a conſiderare, che numero, che termini, & come ſi haueſſero a diſporre le par
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ti. </
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s.003379
">Vedendoſi adunque (come ben diſcorre Lione) che il diametro del corpo humano dall' uno,
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/>
& l'altro lato, è per la ſesta parte, & dal bilico alle reni per la decima dell' altezza del corpo,
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/>
fu preſa l'occaſione delle miſure: perche ritrouando, che ſe delle colonne altre fuſſero piu alte
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/>
ſei parti, altre dieci del piede loro, per lo innato ſentimento, col quale potemo giudicare, che tan
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/>
ta groſſezza, ouero tanta ſottigliezza non ha del buono, cominciò a fare l'ufficio ſuo, & diſcor
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/>
rere, che coſa fuſſe di mezo tra queſti ecceſſi, che poteſſe piacere, & di ſubito ſi diede alla in
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/>
uentione delle proportioni, & coſi poſti inſieme quegli ecceſſi, cioè ſei, & dieci, diuiſero la ſom-
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