Vitruvius Pollio, I dieci libri dell?architettura, 1567

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1metope tra gli Trigliſi ſiano tanto lunghe, quanto alte. & per lo contrario ſono poſti gli
Triglifi nelle extreme parti nelle colonne, & non contra il mezo de i tetranti.
dalche adi­
uiene, che le metope, che ſi fanno appreſſo gli Triglifi angulari non rieſcono quadrate,
ma alquanto piu lunghe de gli Triglifi per metà dell'altezza.
Ma quelli, che pur uoglio­
no fare le metope eguali, riſtrigneno gli ultimi uani delle colonne per la metà dell'altezza
d'uno Triglifo.
Ma facendo ſi queſto o nelle lunghezze delle metope, o nello riſtrigne.
re i uani, è diffettoſo, & non ſta bene.
per ilche pare, che gli antichi habbiano noluto
ſchiuare nel fabricar i Tempij, la ragione del compartimento Dorico.
Volendoci Vitr. dichiarire il compartimento Dorico, egli ci propone una difficultà de gli anti
chi Architetti, accioche ſtiamo noi piu auuertiti.
Biaſimauano alcuni la miſura, & comparti­
mento Dorico nel fabricare i Tempij, non perche la forma non haueſſe del buono, o difpiaceſſe la
maniera, ma perche non tornaua bene il compartimento de gli Triglifi, & delle metope.
Noi ba
uemo ueduto di ſopra, che gli Triglifi riſpondeuano alle teſte delle traui, perche erano le loro inue­
ſtiture nelle opere di legno, & che le metope riſpondeuano a gli ſpatij, che erano da una teſta
d'una traue all'altra, detti intertignia dalla parte di fuori, & Lacunaria dalla parte di dentro:
& le traui, & gli ſpatij inſieme, noi chiamamo la trauatura.
Se adunque gli Triglifi rappreſen­
tano le testte delle traui; & le metope, gli ſpacij: ne ſegue, che eſſendo impedito il compartimen­
to de gli Triglifi, & delle Metope, ſia anche impedita la ragione, & compartimento della traua
tura, & del loro ornamento.
Ma come ſia impedita la diſtributione de gli Triglifi, egli ſi uede,
perche egli è neceſſario, che lo Triglifo ſia giuſto per mezo la quadra della colonna, & che la
metopa ſia tanto alta, quanto lunga: ma gli antichi non auuertendo a quello, che era rappreſen­
tato per gli Triglifi, & per le metope poneuano ſopra l'esttreme parti delle colonne, & non ſu'l
uiuo gli Triglifi. dal che ne naſceua, che le metope, che erano appreſſo quegli Triglifi, non ueni­
uano quadre giustte, ma alquanto piu lunghe.
& queſto ueniua, perche uoleuano ſeruare la diſtan
za tra colonna, & colonna.
Ma quelli, che di cio non curauano, & uoleuano pure, che le me­
tope ueniſſero giuſte, reſtrigneuano gli ſpatij tra le colonne, & obligauano quegli in modo, che
non poteuano cadere ſotto le ragioni de gli intercolunnij, & uani regolati.
Reſtrigneuano adun­
que gli eſtremi uani per la metà dell'altezza d'uno Triglifo; per giuſtar la metopa; & queſto era
difettoſo.
Et per queſto fuggiuano il modo di fabricare alla Dorica, non biaſimando l'aſpetto,
nè la maniera, ma il compartimento, & la ſimmetria, come fecero, Tarteſio, Pitheo, & Her­
mogene.
A queſto diſordine prouede Vitr. gentilmente dimoſtrandoci le ragioni, & le proportio
ni di queſti compartimenti, è dice.
Ma noi, come richiede l'ordine eſponemo in quel modo, che da noſtri precettori ha­
nemo preſo, accioche ſe alcuno ponendo mente a queſte ragioni uorrà in queſto modo
cominciare, egli habbia eſplicate le proportioni, con le quali egli poſſa bene, & ſenza di­
fetto fabricare alla Dorica, è condurre a perfettione i ſacri Tempij.
Vitr. ci promette di douer dare il modo, & le miſure di fabricare alla Dorica ſenza difetto,
& ſi come nella maniera Ionica egli ci ba dato i precetti ſecondo le forme de i Tempij, & regola
ti quelli ſecondo i uani tra le colonne: coſi nella Dorica egli regola ſecondo le iſteſſe forme, gli ſpa
tij tra le colonne.
Ben è uero, che la ragione di queſti ſpatij, & di queſta maniera tutta dipende
dal compartimento de gli Triglifi.
Et però nel di ſopra, & in altri luoghi quando Vitr. dice. Li
ragione de gli Triglifi: egli intende la manier a Dorica.
Comincia adunque a regolare la maniera
Diaſtilos, che ba il uano di tre colonne, ſecondo lo aſpetto di facciata in colonne detta proſtilos:
& ſecondo ambe le teſte in colonne, detta amphiptoſtilos: & ſotto un nome ſolo comprende que­
ſti due aſpetti, chiamandoli Tetraſtilos, cioè di quattro colonne.
Regola anche lo alato d'intor­
no detto peripteros, chiamandolo exaſtilos, cioè di ſei colonne.
& ci laſcia poi regolare a modo
noſtro le altre maniere, con le ragioni di quelle.
La fronte del Tempio Dorico, nel luogo doue s'hanno a porre le colonne, douendo

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