Vitruvius Pollio, I dieci libri dell?architettura, 1567

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Di fare i Tempij ſecondo le regioni.
Cap. V.
I Tempij de gli Dei immortali ſi deono fare in modo, che guardino uerſo quel
le parti del cielo, che ſi conuiene, che (ſe ragione alcuna non impedirà, o li­
bero ſarà il potere) il ſimulacro, che ſarà poſto dentro la cella guardi uerſo
ponente, accioche, quelli, che entraranno allo altare per ſacriſicare, & con­
ſacrare le uittime, ſi uolgano uerſo l'Oriente, & uerſo il ſimulacro poſto nel Tempio, &
coſi uotandoſi riguardino il Tempio, & l'Oriente: & i ſimulachri come naſcenti parino
riguardare i ſupplicanti, & quelli, che fanno ſacrificio: percioche pare, che egli ſia ne­
ceſſario, che tutti gli altari de i Dei ſiano uolti all'Oriente.
Ma ſe la natura del luogo ci
ſarà d'impedimento, allhora ſi deono uoltare le fabriche de i Tempij in modo, che da quel
li ſi poſſa uedere la maggior parte della città.
& anche ſe lungo i Fiumi ſi faranno i Tem­
pij, come nello Egitto ſopra il Nilo, pare che le fabriche debbiano guardare uerſo le riue
de i fiumi.
ſimigliantemente ſe ſi faranno longo le uie publiche, deonſi porre in modo, che
i paſſaggieri poſsino riguardare, & fare le loro ſalutationi, & riuerenze dinanzi il conſpet­
to della fabrica.
Tratta del Decoro, che ſi oſſerua per iſtanza, del quale ſe ne è ragionato nel primo libro. ha­
uendo trattato dell'ordine, del compartimento, della diſpoſitione, della uenuſtà, & della diſtribu­
tione, che ſi richiede.
Guardino adunque le fronti de i Tempij uerſo ponente, perche gli altari,
& i ſimulacri come naſcenti Soli pareranno illuminare le menti de gli ſupplicanti.
Hora ſe quel­
li, che ador auano i muti ſimulacri, & i Dei ſolo di nome, che haueuano lingua, & non par laua­
no, occhi, & non uedeuano, orecchie, & non udiuano, & che erano opere fatte di mano de gli
huomini, portati da un falſo errore, erano tanto riſpettoſi nelle loro cerimonie, & tanto diuoti;
che douemo far noi liberati da i maligni ſpiriti, che adoramo Dio uero, & honoramo i ſanti ami­
ci ſuoi Deiformi, non doue mo noi per l'abondanza del core, fare ogni dimoſtratione eſteriore, ac­
cioche ognuno ſi ſuegli, o s'infiammi piu al uero, & mental culto diuino?
Delle ragioni delle porte. & delle impoſi e de i Tem­
py.
Cap. V l.
Qveſte ſono le ragioni delle porte, & delle loro impoſte, & ornamenti, che ſi
fanno dinanzi, a quelle.
Prima è neceſſario ſapere di che maniera ſi hanno a
fare.
Le maniere ſono tre. Dorica, Ionica, Attica. I compartimenti di
queſte, nella maniera Dorica ſi truouano con queſte ragioni, che la Corni=
ce ſomma, che è ſopra l'impoſta ſuperiore, ſia ad egual liuello con la ſommità de i capi­
telli delle colonne, che ſono nello Antitempio.
Il lume del portarle deue eſſere in mo­
do, che diuiſa l'altezza del Tempio, che è tral pauimento, & i lacunari in tre parti, & me­
za, due di quelle ſi diano all'altezza del lume delle porte.
Queſta altezza ſia partita in
dodici parti, & di quelle ſe ne diano cinque & meza per la larghezza del lume da baſſo.
ma
di ſopra ſia riſtretto in modo, che ſe il lume da baſſo è di piedi ſedici, ſia riſtretto un ter­
zo della impoſta, o erta che ſi chiame: ſe di ſedici a uenticinque, ſia la parte del lume ri­
ſtretta per un quarto della impoſta.
ſe da uenticinque a trenta, per la ottaua parte: ma nel
reſto quanto è l'altezza maggiore, tanto piu dritte, & a perpendicolo pare, che ſi debbia­
no porre le impoſte.
lequali ſi faranno groſſe nella fronte per la duodecima parte del lu-

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