Vitruvius Pollio, I dieci libri dell?architettura, 1567

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1per eſtinguere la ſete di quelli, che entrauano nello anſitheatro di Tito, che era uicino. L'arco De­
mitiano
è ſu la ſtrada Flamminia nel capo della ualle Martia, uerſo il campidoglio.
queſto arco
hoggi
, è detto di Tripoli.
Fu drizzato a Domitiano, & iui è la ſua uatural forma conforme a
quella
, che ſi uede nelle medaglie.
Ma quell' arco, che boggi ſi chiama l'arco di S. Vito, che è ri­
tornaudo
ſu la uia Tiburtina, ſi dice che fu l'arco di Galieno Imperatore.
ilquale ſi crede che gli
fuſſe
drizzato piu preſto per qualche illuſtre beneficio, che per Trionſo.
Ma di tutti gli archi
per
eterna memoria della uendetta, che fece Iddio per mezo di Tilo contra i Giudei, è lo arco di
Tito
, piu ornato di titoli, & di ſpoglie, che ſia.
nel cui frontiſpicio ſi legge. Sen. pop. Rom. di­
uo
Tito diui Veſpaſiani F.
Veſpaſiano Auguſto. Dall'una parte è ſcolpito il carro del Trionfan­
te
.
ouero l'arca del patto con le dodici faſci conſulari auanti. Dall' altra faccia ſi ſcorge la
pompa
del Trionfo con le ſpoglie.
Eraui il candelabro con ſette rami. Eranui le due Tauole di
marmo
nelle quali era ſcritto la legge di Moiſe.
Eranui i uaſi del Tempio, la menſa d'oro, & al­
tre
ſpoglie.
Ma hora io laſcierò queſta digreſſione de gli archi, che non è ſtata fuori di propoſi­
to
, perche da queſta narratione ſi da lume a quelli, che uoleſſero hoggi drizzare gli archi a i
Principi
, Re, & Imperatori.
Hora ritornando al Foro dico, che il Foro principale, ſecondo
Vitru
. fatto da Greci era di forma quadrata.
D'intorno eranui i porticali ampliſſimi, & doppij,
le
colonne ſpeſſe, & gli architraui di pietre, o di marmo, & ſopra i colonnati faceuano luoghi da
caminare
.
Ma i Romani, & gli Italiani, perche nel Foro ſi dauano i doni a i gladiatori, non ri­
guardauano
il Foro, ma lo faceuano piu lungo, che largo.
in modo che partita la lunghezza in
tre
parti, due ne dauano alla larghezza, doue cadeua proportione ſeſquialtera.
Erano gli ſpa­
cij
tra le colonne piu larghi, & d'intorno i portichi, erano diſpoſti i luoghi de banchieri, & di
quelli
, che cambiauano l'argento, ſe non uolemo dire le botteghe de gli orefici, & di ſopra iſpor­
tauano
i poggiuoli, accioche da quelli commodamente ſi poteſſero uedere gli ſpettacoli.
& coſi
riguardando
al fine, & all' uſo diſponeuano il Foro.
accioche ſe le genti fuſſero molte la piazza
non
fuſſe stretta, ſe poche non pareſſe uota Dice adunque Vitru. {i Greci fanno il Foro in luogo
quadrato
con larghiſſimi, & doppi porticali} doppij, cioe di dentro, & di fuori il Foro. che ri­
guardino
, & al Foro, & alla parte di dietro, ouer doppi di dentro ſolamente con due ordini di
colonne
.
& è meglio, perche Vitr. uſa anche nel terzo libro, questa parola, Duplices, in questa
ſignificatione
. {Et di ſpeſſe colonne.} Io ſtimo, che Vitr. intenda in queſto luogo il Picnoſtilos,
come
intendeua nel ter zo libro lo ſpacio di ſpeſſe colonne d'uno diametro & mezo.
& che queſto
ſia
il uero, lo dimoſtrano le parole di ſotto, quando dice, che nelle città d'Italia non ſi fa il Foro al
modo
Greco.
perche ad altro uſo il Foro era in Italia, ad altro quello de Greci. però dandoſi in
Italia
nel Foro i doni a i gliadiatori, & douendo il populo ſtare a uedere, era neceſſario dare
d
'intorno a gli ſpettacoli grandi intercolunnij.
Ecco, che egli oppone queſte parole a quelle, che
ha
detto di ſopra. {con ſpeſſe colonne.} Dice anche, {meniana, che noi eſponemo poggiuoli. Si
legge
, che Menio uendè la ſua caſa a Catone, che era ſopra la piazza, & ſi riſeruò una ſola co­
lonna
, ſopra laquale ui fece un tauolato, o ſolaro per poterui ſtar ſopra a uedere i giochi, & le
feſte
, & uolle, che i poſteri poteſſero godere queſto priuilegio.
& di qui è nato, che i poggiuoli, o
pergolate
coperte, che ſportano in fuori ſi chiamauano, meniana; da quella colonna di Menio.

Queſte
meniane erano commode all'uſo, perche iui ſi ſtaua a uedcre i giuochi, & iui ſi ſeruaua­
no
le coſe, che ſi uendeuano, & comprauano, come ſono i punti in Anuerſa, le uolte in real­
to
in Vinetia.

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