Vitruvius Pollio
,
I dieci libri dell?architettura
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1567
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archimedes
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224
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que del Theatro partitamente, & chiaramente Io dirò che dal fine ſi potrà ogni ſua diſtributio
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ne conſiderare. </
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s.004326
">& però laſciando da parte le coſe communi ad ogni ſabrica, che è il luogo ſano, il
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fondamento, & la piazza, & altre coſe, in che conuengono tutti gli edificij per guardare. </
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s.004327
">Doue
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/>
mo conſiderare le perſone, che ui uanno, & i giuochi, che ſi fanno. </
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s.004328
">Riguardando adunque le per
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/>
ſone, trouamo prima una gran moltitudine di nobili, & di plebei che ad un tempo ui uanno, inſie
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/>
me ſtanno, & forſe ad un tempo ſi partono. </
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s.004329
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/>
te uſcite. </
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s.004330
">oltra di queſto perche il tempo, che ſi sta a uedere, è lungo, è neceſſario, che ci ſia la
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/>
commodità del ſedere, & che in un luogo ſeggano i nobili, in altro i plebei. </
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s.004331
">i nobili haueranno i
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loro ſeggi da baſſo, accioche il fetore, che ſale con lo aere cauſato dalla moltitudine, non gli of
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/>
fenda. </
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s.004332
">La plebe ſederà in alto, & tutti ſaranno in modo collocati, che potranno uedere, & udi
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re commodamente. </
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s.004333
">le perſone, che recitano deono hauere i luoghi doue ſi ueſtino, & s'apparec
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/>
chiano per recitare, & i luoghi doue hanno da ſtare per recitare; però ne i Theatri ſarà neceſſa
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rio fare ſimili partimenti. </
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s.004334
">Riguardando poi a i giuochi uenimo in conſideratione di tutta la for
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ma, imperoche ne i Theatri ſi recitano poemi, & ſi fanno Muſiche, però è neceſſario di dare tal
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/>
forma al Theatro, che ognuno poſſa udire chiaramente i ſuoni, & le fauole. </
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s.004335
">alche fare è utile ſa
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pere il mouimento della uoce, come ſale, come è ritardata, come è laſciata libera, che poſſa per
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/>
uenire alle orecchie de gli aſcoltanti egualmente: & di qui è nata la conſideratione dell'armonia,
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della quale ſi dirà al ſuo luogo. </
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s.004336
">Da queſta conſideratione condotto Vitr. con ſomma diligenza ha
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/>
eſſeguito la diſtributione del Theatro cominciando dalle fondamenta, & peruenendo fin'alla ci
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/>
ma. </
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s.004337
">Eleggaſi adunque prima il luogo ſano, & facciaſi il Theatro nella città, & il Circo di fuori. </
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s.004338
">
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eletto il luogo ſano uolto dal feruor del Sole, & da i uenti nociui per la ragione detta da Vitr. bi
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ſogna fare buone fondamenta. </
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s.004339
">& però dice Vitr.
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s.004340
">Piu ageuole ſarà fondare ne i monti; ma ſe in piano, o in luogo paluſtre per neceſsità
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/>
ſi faranno le fondamenta, biſognerà, che quello, che ſi fa ſotterra, & i raſſodamenti, & i
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/>
battuti ſi facciano coſi, come di ſopra nel terzo libro, s'è detto delle fondationi de i
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Tēpij
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Ben ha detto in luogo paluſtre per neceſſità, perche non ci ha conſigliati diſopra, che in luoghi
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mal ſani dobbiamo fabricare i Theatri, ma la neceſſità non ha legge. </
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s.004342
">& perche non puo eſſere in
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luogo paluſtre, & ſano? </
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s.004343
">di quella maniera, che egli ha detto eſſer ſane le paludi d'Altino, &
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/>
d'Aquileia, come ſono hoggi quelle di Viuetia, doue con mirabil arte ſi fonda nelle paludi ogni
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grande edificio?
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s.004344
">Sopra le fondamenta ſi deono fare da terra i gradi di pietre, o di marmi. </
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Da terra
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cioè ſubito ſopra le fondamenta.
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i Gradi.
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Ecco che la prima conſideratione
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dopo la ſanità del luogo, è di accommodar le perſone. </
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s.004346
">Far ſi deono adunque le graduationi ſubito
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ſopra terra, di pietre, o di marmi, & queſta pompa di fabricare era molto lontana dalla roza an
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tichità, come dice Ouidio.
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Tu prima i giuochi o Romolo faceſti
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Quando per aiutar i tuo donzelli,
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De i Sabini le Vergini prendeſti. </
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Allhor non eran drizzati i penelli,
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Per ſoſtener le uele, nè toglieſti
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Per far Theatro da queſti, & da quelli
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Monti li marmi, nè fuſti ſi uano,
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Che dipigneſti i pulpiti col grano.
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Sedean ſopra i ceſpugli le brigate,
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Semplicemente era la ſcena ordita.
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Ne i folti boſchi con le frondi ornate,
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L'hirſute chiome della gente unita
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Dall'ardore del ſol eran guardate.
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Soleuano raunarſi ne i dì ſolenni per le uille i contadini, & fare diuerſi ſacrificij, & giuochi
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/>
ruſticali; Et queſta uſanza piacque tanto a gli Athenieſi, che furono i primi, che la introduceſ
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/>
ſero nella città. </
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s.004353
">Et chiamarono Theatro quel luogo, doue ſi faceuano que giuochi. </
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s.004354
">I Romani da
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/>
poi dilettandoſi di ſimili uſanze, uolleno anche eſſi i Theatri nella città, ma non gli fecero da pri
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/>
ma ſoperbi, & alti, & di pietre, ma di legno, & con qualche occaſione, ſpeſero poi molto, &
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