Vitruvius Pollio, I dieci libri dell?architettura, 1567

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1 82[Figure 82]
Et però dal numero hanno preſo i nomi di quelle: percioche quando la uoce ſi ferma
in una terminatione di ſuoni, piegandoli da quella ſi muta, & peruiene alla quarta ſua ter­
minatione.
La conſonanza è chiamata diateſſaron. & terminando nella quinta Diapen­
te, nella ottaua diapaſon, nelle otto & meza diapaſon, & diateſſaron.
nelle noue & meza
diapaſon, & diapente, nella quinta decima, diſdiapaſon, perche egli non ſi puo fa­
re conſonanze quando tra due ſpacij, o nella terza, o nella ſeſta, o nella ſettima, il ſuo­
no delle corde, ouero il canto della uoce ſarà formato.
Ma come di ſopra hauemo ſcrit­
to, la diateſſaron, & la diapente hanno i loro termini conuenienti, dalla natura della uo­
ce conforme nell'ordine alla diſdiapaſon, & i concenti naſceno dalla congiuntione de i
ſuoni phthongi da Greci nominati­
L'ordine della diſdiapaſon, che è la quintadecima, & è la perfetta conſonanza, come quella,
che abbraccia ne gli ſuoi ſpacij, & contiene ſotto di ſe tutte le altre, fa che i termini della diateſ­
ſaron, & della diapente ſiano poſti, la doue ſono: & finalmente tutti i gradi ſi riferiſceno a quel
la intentione di peruenire alla quintadecima.
Et qui ſia fine del trattamento Muſicale, quanto
puo baſtare allo intendimento di Vitru. nè in altro uolemo riprendere Ariſtoxeno, che forſe ha
hauuto altre intentioni, che non ſono coſi compreſe, & per queſto pareno ad alcuni imperfette.
De i uaſi del Theatro. Cap. V.
ET coſi da ſimiglianti inueſtigationi con Mathematici diſcorſi ſi fanno i uaſi
di rame ſecondo la grandezza del Theatro, & quelli ſi fanno in modo, che
quando ſono toccati poſſono fra ſe rendere la diateſſaron, & la diapeute in
ordine alla diſdiapaſon.
Dapoi tra le ſedi del Theatro con ragione di Muſi­
ca ſi deono collocare nelle celle a queſto fine apparecchiate, ma di modo, che non toc­
chino alcun parete, & habbiano d'intorno il luogo uuoto.
& dalla ſommità del capo loro
habbiano ſpacio, & ſiano riuolti in giu, & habbiano da quella parte, che riguarda i Thea­
tri, i cunei ſottopoſti.
ſiano di ferro quelli cunei, nè meno alti di mezo piede. & all'in­
contro di quelle celle laſciate ſiano le apriture a i letti de i gradi inferiori lunghe due pie­
di, alte mezo.
Poi che ſapemo in che proportione conſiſta ogni conſonanza, uolendo noi preparare que uaſi
di rame, che uſauano gli antichi di diſporre ne i Theatri, accioche la uoce piu chiaramente, &

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