Vitruvius Pollio, I dieci libri dell?architettura, 1567

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1con ſoauit à fuſſe udita. Vitr. prima dice come ſi hanno a riſpondere in conſonanza l'uno, all'altro,
poi come ſi hanno a porre, & che effetto facciano.
Quanto adunque allo accordargli, dice che
biſogna fargli in modo, che quando ſono tocchi o dalla uoce, o da altra coſa, rendino fra ſe le
dette conſonanze, diateſſaron, & diapente, con queſta conditione, che l'una, & l'altra ſiano or­
dinate alla diſdiapaſon; ma egli non dice il modo di proportionare que uaſi, ſi che rendino queſte
conſonanze: però biſogna quiui porui del buono, & ſapere le proportioni de i corpi, cioe come
uno corpo ſia riſpetto ad un' altro, o in doppia, o in ſeſquialtera, ouero in ſeſquiter za proportio­
ne.
perche come ho detto piu uolte, quella proportione, che è tra ſpacio, e ſpacio, & tra corpo, e
corpo, è anche tra ſuono, & ſuono, quando ſia che quelli ſpacij, o que corpi poßino render ſuo­
no.
Queſta pratica dipende dal ſapere truouare tra due linee due altre di mezo proportionali,
ilche come ſi faccia, ſi dimoſtra da noi diffuſamente nel nono libro.
Proportionati, che ſaranno
que corpi de i uaſi; biſogna preparare il luogo doue hanno a ſtare.
queſti luoghi ſono da Vitru.
celle nominati, & que uaſi deono eſſer dirame, perche è materia, che ha piu dello aere, & ri­
ſuona bene, & perche il ſuono ci uenghi piu chiaro biſogna, che non tocchino da alcuna parte
o muro, o altro, che impediſca il ſuono, & che ſiano uacui, & che dalla ſommità del capo loro
habbiano ſpacio, perche meglio u'entri la uoce, & ſiano riuolti in giu con le bocche loro, perche
la uoce ſottentri, dico riuolti ſi, che ſtiano come diſteſi.
& perche quelli deono eſſere ſoſtentati
in qualche modo, non potendo ſtare in aere come la arca di Maumeth: però da quella parte, che
rig uarda i Theatri habbiano i cunei ſottopoſti, ſi che non ſiano ſoſpeſi come le campane, ma ſia­
no ſopra cunei di ferro non meno alti dimezo piede, per dare ſpacio ſotto i uaſi, accioche non toc
chino da alcuna parte.
& all'incontro di quelle celle dentro lequali deono ſtare que uaſi, ſiano la­
ſciate le apriture a i letti de i gradi inferiori, lunghe due piedi, alte mezo.
coſi credo io per dar
luogo alle bocche di que uaſi riuolte uerſo il Theatro.
& che que cunei ſiano uicini alla bocca,
per che non tocchino il corpo del uaſo.
Ma in che luogo egli ſi habbia a diſegnar le celle, coſi è neceſſario di dichiarire. Se
il Theatro non ſarà molto ampio, & grande, ſia diſegnata l'altezza di mezo per trauerſo,
& in quella ſiano a uolti fatte tredici celle, diſtanti per li do dici ſpacij eguali, in modo, che
que ſuoni, che ſono ſtati deſcritti di ſopra, ſonando all'ultima delle eccellenti detta ne­
te hyperboleon, ſiano poſti prima nelle celle, che ſono nelle eſtreme corna dall'una, &
l'altra parte.
Cioe partiſcaſi la parte di mezo dell'altezza a torno il Theatro in dodici ſpacij eguali con tre­
dici celle, & quelle celle, che ſaranno ſopra le corna della cinta una per teſta, che Vitru. chiama
prime, haueranno i uaſi proportionati al piu alto ſuono, & piu acuta uoce, che ſia, detta nete hy­
perboleon, & tra loro ſaranno uniſoni, & di grandezza minore a tutti gli altri.
la cella di me­
zo contenirà quel uaſo, che tenir à il luogo, & il ſuono della mezana i ſecondi uaſi preſſo a quel­
li, che ſono ſu gli eſtremi, ſuoner anno, la diateſſaron alla ultima delle diſgiunte, & ſaranno tra
ſe uniſoni.
& però dice Vitru.
I ſecondi da gli eſtremi ſuonino la diateſſaron all'ultima delle diſgiunte. I terzi uaſi di
qua, & di la ſuonino la diateſſaron alla uicina alla mezana.
Ecco che Vitr. ua di Tetracordo in Tetracordo pigliando ſolamente gli estremi termini, cioè
quelli, che fanno la conſonanza, & laſciando i ſuoni di mezo ſuonano all'ultima delle congiunte.

queſta è per un tuono diſtante alla di ſopra, detta par ameſe, o uicina alla mezana, per rinchiu­
dere l'ottocordo con l'ultima delle eccellenti, & è da ſapere, che i uaſi, che ſi danno a i ſuoni piu
baßi, ſiano maggiori di corpo, & che uadino con proportione ſcemando.
I quarti ſuonino la diateſſaron alla ultima delle congiunte. I quinti ſuonino la dia­
teſſaron alla mezzana.
I ſeſti ſuonino la quarta alla prima delle mezane, & nel mezo è un
uaſo ſolo, che ſuona la diateſſaron alla prima delle prime.
Et coſi con queſto diſcorſo par
tendoſi la uoce dalla ſcena, come da uno centro raggirandoſi a torno, & toccando le con-

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