Vitruvius Pollio, I dieci libri dell?architettura, 1567

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1de i raggi, & la ragione de gli angoli, ſotto liquali ſi uede tutto quello, che ſi uede. ſecondo la
conueneuole
uarietà de gli aſpetti.
nelche è opra di bel giudicio di ſaper ponere il punto coſiac­
commodatamente
, che tutto quello, che ſi uede dipinto rappreſenti un ſito, & un'eſſer naturale
delle
coſe, & niente ſia di sforzato, di precipitoſo, di difforme, di ſgarbato, come ſi uede nelle
ſcene
di molti le coſe oltra modo picciole, gli edificij, che traboccano, i fuggimenti tanto al baſ­
ſo
punto ſenza dolcezza tirati, che dappreſſo, da lontano poſſono eſſere con diletto ueduti.

Queſta
neceſſità mi ha moſſo a uoler giouare, quanto per me ſi puo, anche in queſta parte a gli ſtu
dioſi
.
& però io ho ſcritto di proſpettiua con uie, & modi ragioneuoli drizzati alla pratica che
è
detta ſcenografia.
& ho gettato i fondamenti di queſta cognitione, & le regole di queſta pra­
tica
, con diffinire, diuidere, & dimoſtrare, quanto alla detta ragione è neceſſario, accioche ſenza
dubitatione
l'huomo poſſa porre la ueduta in proprio, & accommodato luogo, accioche non ſi caſ
chi
in quelli errori, che di ſopra ho detto.
iui ſi ueder à la diſpoſitione de i piani regolati, & in re­
golati
, in ſquadra, & fuori di ſquadra, & iperfetti di qualunque corpo ſi ſia.
il modo di leuare i
corpi
ſecondo le altezze loro, & la ragione delle parti delle colonne, & delle tre ſorti di ſcene, con
quanto
appartiene all'ombreggiare, a i lumi, ad alcuni modi facili per uia d'inſtrumenti, & d'al­
cune
altre maniere di queſta pratica diletteuole, & neceſſaria.
ma tornamo a Vitru. che tratta
de
i Theatri de i Greci.
& dice.
Era appreſſo de Greci l'orchestra maggiore, & per queſto nella diſegnatione de i loro Theatri
faceuano
tre quadrati in un circolo, ſi come i Latini faceuano quattro trianguli, e tutto che tan­
to
gli anguli de i triangoli, quanto gli anguli de i quadrati partiſſero in dodici parti eguali la cir­
conferenza
, era però maggiore ſpacio nel mezo la doue erano tre quadrati, che la doue erano
quattro
triangoli, perche i lati de i quadrati ſono piu uicini alla circonferenza.
& ſi come nel
Theatro
de i Latini, un lato d'un triangolo faceua la fronte della ſcena, coſi faceua un lato del qua
drato
nel Theatro de Greci, & terminaua il proſcenio: ma la fronte della ſcena era ſopra una li­
nea
tirata fuori della circonferenza del circolo, che toccaua pure la circonferenza, & era egual
mente
diſtante a quel lato del quadrato, che terminaua il proſcenio, di modo che la ſcena de i
Greci
era piu rimota, che la ſcena de i Latini.
Oltra di queſto egli ſi tiraua anche una linea, che
paſſaua
per lo centro, & era come diametro egualmente diſtante al detto lato, & alla fronte del
la
ſcena.
ſopra gli eſtremi di queſta linea la doue tocca la circonferenza, ſi faceua centro, & poſto
prima
l'un piede della ſeſta in uno, l'altro ſi allargaua al centro, & uolgendoſi intorno ci daua
i
termini della maggior circonferenza: perche iui era il termine della circonferenza, & ultima
precintione
del Theatro, la doue toccaua la linea del proſcenio.
come è nel punto B. & C.
nellalinea
. C. B. & i centri ſono.
D. E.

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