Vitruvius Pollio
,
I dieci libri dell?architettura
,
1567
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Table of figures
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1 - 30
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91 - 120
121 - 145
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archimedes
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chap
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subchap1
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subchap2
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pagenum
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264
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s.005128
">Le grandezze de i bagni ſi hanno a fare ſecondo la moltitudine de gli huomini. </
s
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s
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s.005129
">ma ſia
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lb
/>
no però in queſto modo compartite, che quanto ha da eſſer la lunghezza leuandone un ter
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lb
/>
zo fatta ſia la larghezza, oltra il luogo doue ſi ſta ad aſpettare d'intornó al labro, & la foſ
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lb
/>
ſa. </
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s
id
="
s.005130
">Biſogna fare il labro ſotto il lume, accioche quelli, che ui ſtanno d'intorno non togli
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lb
/>
no il lume con l'ombre loro. </
s
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s
id
="
s.005131
">Gli ſpatij de i labri detti ſchole deueno eſſere coſi ſpatioſi,
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lb
/>
che quando i primi haueranno occupato i luoghi, gli altri, che ſtanno a torno guardan
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lb
/>
do poſsino ſtare dritti in piedi. </
s
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s
id
="
s.005132
">La larghezza dello aluco tra'l parete, & il parapetto non
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/>
ſia meno di ſei piedi, accioche il grado inferiore, & il puluino da quella larghezza ne leui
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lb
/>
due piedi. </
s
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s
id
="
s.005133
">Il Laconico, & le altre parti per li ſudatoi ſiano congiunte al tepidario, &
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lb
/>
quanto ſaranno larghi tanto ſiano alti alla curuatura inferiore dello hemiſperò. </
s
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s
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s.005134
">Et ſia la
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lb
/>
ſciato il lume di mezo nello hemiſpero. </
s
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s
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="
s.005135
">Et da quello penda il coperchio di rame con ca
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/>
tene ſoſpeſo, il quale alzandoſi, & abbaſſandoſi dia la tempra del ſudore, & però pa
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/>
re, che egli ſi debbia fare a ſeſta, accioche la forza del uapore, & della fiamma per le uol
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lb
/>
te della curuatura egualmente dal mezo partendoſi poſſa uagare. </
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s.005136
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emph
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La dichiaratione di alcuni uocaboli ci darà ad intendere quanto dice Vitr. </
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s
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="
s.005137
">Deonſi fare i bagni
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lb
/>
ſecondo la moltitudine delle perſone. </
s
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="
s.005138
">Egli ſi legge che Agrippa ne fece cento & ſettanta a bene
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lb
/>
ficio del populo. </
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s.005139
">crebbero poi quaſi in infinito, & col numero ſi ſatisfaceua a quello, che la gran
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lb
/>
dezza non poteua preſtare. </
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s
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="
s.005140
">La miſura era, che la lunghezza fuſſe tre parti, & la larghezza
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/>
due. </
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s.005141
">Ecco la proportione ſeſquialtera. </
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s.005142
">ma in queſta larghezza non ſi comprendeua il labro, &
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lb
/>
il luogo, doue aſpettauano quelli, che doueuano eſſere lauati. </
s
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s
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s.005143
">L'altro era una foſſa, o uaſo capa
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/>
cißimo, dentro il quale era l'acqua da lauare, d'intorno il quale erano alcuni parapetti, doue le
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lb
/>
perſone s'appoggiauano aſpettando, che i primi uſciſſero del labro, queſti ſono dettiſchole, ouero,
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lb
/>
(il che mi piace piu) erano alcune banche d'intorno i labri, doue ſi aſpettaua, & la larghezza
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lb
/>
del labro, che egli chiama alueo tra il parete & il parapetto, era di piedi ſei, due de i quali era
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/>
no occupati dal grado inferiore, & dal puluino, il quale ſtimo io, che fuſſe una parte, doue s'ap
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lb
/>
poggiauano ſtando nel bagno. </
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s
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="
s.005144
">il labro era ſotto il lume. </
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s
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="
s.005145
">Il Laconico era quello, che anche ſuda
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lb
/>
toio ſi chiama, detto coſi da i Lacedemonij, perche in luoghi ſimili ſi ſoleuano eſſercitare. </
s
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s
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s.005146
">Clipeo
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lb
/>
io ho interpretato coperchio, & è coſi detto dalla forma d'uno ſcudo, che era rotonda. </
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s.005147
">queſto era
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lb
/>
di rame, & ſi alzaua, & abbaſſaua per temperare il caldo del bagno. </
s
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s
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="
s.005148
">Leggi Palladio al Capo
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lb
/>
quadrageſimo del primo libro.
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