Vitruvius Pollio, I dieci libri dell?architettura, 1567

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Finite queſte coſe ſi hauerà riſpetto, che i luoghi doue hanno a ſtare le naui riguardino
al Settentrione, perche il meriggie per lo caldo genera uermi, & biſce, & tarli, & altri ani­
mali, che fanno gran danno, & notrendoli gli conſerua, & quelli edificij non deono eſſer
fatti di legnami riſpetto a gli incendij.
Ma della grandezza de i nauali non deue eſſere al­
cuna determinatione, ma fatti ſiano alla miſura, & capacità delle naui, accioche ſe le naui
di maggior portata ſaranno tirate in terra, habbiano il luogo loro con ſpacio accommoda
to.
lo ho ſcritto in queſto luogo quelle coſe che mi ſono potute uenire a mente, che ſi
poſſono fare nelle città all'uſo de i publichi luoghi, come deono ſtare, & come ſi deono
condurre a perfettione.
Ma le utilità de i priuati edificij, & i loro compartimenti nel ſe­
guente diſcorrendo eſponeremo.
Poi che a noſtri giorni non hauemo coſa perfetta delle antiche, nè alcuno ſtudia con nuoui edi­
ficij imitare quelle fabriche merauiglioſe, & che pochi ſono tali, che per arte, & per pratica
poſſono animoſamente, & con giudicio abbracciare sì alte impreſe, che facciano Theatri, amſi­
theatri, circi, paleſtre, portichi, Baſiliche, & Tempij degni della grandezza dello imperio, non
ſaperei, che mi dire, ſe non uoltarmi a quelle fabriche, che ſecondo la qualità de i tempi noſtri
ſono riputate maggiori; & la prima grandezza, che mi uiene dinanzi, è la fortezza della città,
che con groſſe, & alte mura ſopra larghißimi, & profondißimi fondamenti, ci rappreſenta una
Idea magnifica, & eccellente delle fabriche moderne.
quiui oltra la ſuperba muraglia otiimamen
te fiancheggiata, oltra i Baloardi, piate forme, caualieri, ſaracineſche; a me pare, che la gran­
dezza delle porte tenga honorato luogo.
ma ricercando le altre coſe grandi, mi ſi fa incontro il na­
uale de' Vinitiani, & la fabrica delle galere, & naui, che hoggi dì ſi uſano: non d rò, che'l det­
to luogo habbia grandezza per la copia di marmi, & per la magnificenza et ſuperbia della ma­
teria, che uſauano gli antichi ne gli edificij loro, perche queſta eccellenza hanno in altre fabriche
publiche: ma ben dirò del loro nauale, che tutto quello, che appartiene all'uſo di tutte le coſe, &
alla copia di tutto quello, che biſogna al fatto della marinarezza, egli auanza di gran lunga, tut­
to quello, che a nostri giorni altroue ſi puo uedere.
i legni ueramente, & le galere, & i uaſelli &
corpi di barze, & Galeoni ſono ridotti a quella perfettione d capacità, di ſicurezza, & di com­
modo, che ſi puo diſiderare.
Nè uoglio che prendiamo meraniglia del detto luogo, come coſa
che ſatisfaccia, & pari merauiglioſa ad ogni huomo di giudicio, perche queſta naſce da un'altra
coſa piu ammiranda, & degna di eſſer deſiderata non hauuta, & di grande ſtudio accioche ſia
conſeruata hauendoſi.
la lunga & inuiolat a libertà di quella città ha partorito queſta grandez­
za, l'uſo delle coſe maritime, le belle, & molte occaſioni ſono ſtate tali, che non è potenza ſi
grande, che in poco tempo far poſſa quello, che hanno fatto Vinitiani.
Queſta copia, & queſta
pratica è creſciuta a poco a poco, naturalmente (dirò coſi) & col genio di quella città.
la doue
non ſi puo con uiolenza generare coſa, nella quale il tempo ci habbia prerogatiua.
però non temo
io, che ſi faccia pregiudicio alla mia patria narrandola, perche chi uorrà drittamente giudicare
truouerà, che piu preſto metterei in diſperatione ogni altro dominio, che uoleſſe imitare queſto gran
de apparato, che dargli animo di cominciare.
Io concedo i larghi paeſi di boſchi, la moltitudine
delle genti, & la grandezza dell imperio, & la uoglia & molte altre commodità a gli altri Prin
cipi, ma come potrò dar loro un lungo ſtudio, un'eſſercitio di moli'anni, una prouiſione naia dalla
prerogatiua del tempo, come hanno queſti Signori?
Certamente non è opera tanto di grand'im­
perij, quanto di continuati, & liberi reggimenti lo artificio inuiato, & ordinato; & ſe bene non
s'introduce i gladiatori nelle arene, & nelle ſcene gli histrion, & ne gli hippodromi le carette,
s'introduce però nello Arſenale de' Vinitiani uno apparato di acquistare le prouincie, & i regni,
& di leuare anche le uoglie a chi uoleſſe in alcun modo turbare la libertà di quello ſtato.
& ſi co­
me la fortezza di quella città ha hauuto per Architetto, la prouidenza diuina, & il beneficio del
la natura, doue nè muraglie, nè foſſe, nè fianchi ui hanno luogo: coſi quello, che hanno fatto gli
buomini, è nato dallo iſteſſo prouedimento diuino, & dal grande amore, che hanno hauuto.
&

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