Vitruvius Pollio
,
I dieci libri dell?architettura
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1567
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Non intendeua Ariſtippo l'orme del corpo humano, ma i ueſtigi della mente, perche le Mathe
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matiche figure erano ſtate prima nella mente di que ualent' huomini con ragioni uere conſiderate,
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& poi poſte in opera, & diſegnate nell' arena; & ſi come la ſcrittura è ſegno del parlare, & il
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parlare della mente, coſi le diſegnationi Mathematiche, & le figure Geometriche erano come
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ſegni de concetti di coloro. </
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s.005305
">Diſſe adunque Ariſtippo io uedo i ueſtigi de gli huominl, cioè non
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d' animali bruti, perche non hanno diſcorſo, nè delle parti del corpo humano, ma della mente,
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per la quale, & dalla quale l'huomo è huomo. </
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s.005306
">Poſto lo eſſempio di Ariſtippo approua la inten
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/>
tione con teſtimoni, & autorità di Filoſofi, & di Poeti, adducendo una legge de gli Athenieſi,
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/>
ſecondo la quale egli diſe, & de i ſuoi genitori modeſtamente parlando, dimoſtra quanta cura
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hauer deono i padri, accioche i loro figliuoli ſiano piu preſto buoni, che ricchi; uirtuoſi, che fa
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moſi; degni, che ſtimati.
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s.005307
">Concioſia coſa adunque che io sì per la cura de i genitori, sì per le dottrine de i mei pre
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cettori habbia accumulato gran copia di diſcipline con le coſe pertinenti allo ſtudio delle
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lettere, & al deſiderio dell'arti. </
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Io ho interpretato qui piu al propoſito, che di ſopra queſte parole, ma il ſenſo è lo iſteſſo a chi
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ben conſidera. </
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s.005309
">Non ſolo adunque deue lo Architetto darſi con ardente diſiderio alla cognitione
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delle lettere, ma diletrarſi di ſapere come uanno le coſe artificioſe, inueſtigarle, & farle affine,
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/>
che la ſua cognitione non reſti morta, & inutile: & bene egli ſi ricorda di quello, che egli ha det
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to nel primo libro della fabrica, & del diſcorſo, & delle conditioni dello Architetto, però a
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me pare di auuertire, che Vitr. douendo parlare delle fabriche de i priuati, quaſi che egli di nouo
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/>
cominciaſſe, ha uoluto ridurci a memoria le coſe dette nel primo libro, & però tocca nel proe
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/>
mio del preſente libro parte di quelle coſe, che ha toccate nel primo cap. </
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s.005310
">Et nel primo, ſecondo,
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& ultimo capo di queſto accenna a quello, che egli ha detto nel ſecondo, nel quarto, & nel quin
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to di ſopra; & queſto egli ha fatto, accio non ci pareſſe, che alle priuate ragioni delle fabriche,
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non ſteſſe bene porre quella cura, & hauere quegli auuertimenti, & quella cognitione, che ſi de
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ue hauere alle fabriche communi: però io prego ogniuno, che non creda coſi facilmente a molti
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che ſi fanno Architetti, che non ſanno leggere, nè diſegnare, i quali non ſolamente non hanno
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/>
cognitione dell' Architettura, ma ancho ſono ineſperti della fabrica (come dice Vitr.) Ma la
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diſgratia uuole, che gli imperiti per la loro audacia ſiano piu conoſciuti, che quelli che forſe riu
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/>
ſcirebbeno piu nelle opere, che nelle parole; & pur biſognarebbe che fuſſe al contrario. </
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s.005311
">Euui
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/>
aggiunta un' altra difficultà, che ciaſcuno altro artefice puo a ſua uoglia dimoſtrar l'arte ſua, ma
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/>
lo Architetto non puo da ſe coſa alcuna: percioche biſogna, che egli troui perſone, che uoglino
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ſpendere, & far opere, doue ci uanno molti denari. </
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s.005312
">Ma tornamo a Vitr. & uediamo un ſuo lun
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go, & bello diſcorſo ſopra diuerſe qualita de paeſi.
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Di diuerſe qualità de paeſi, & uarij aſpetti del cielo; ſe
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condo i quali ſi deono diſporre gli edificij.
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Cap. I.
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s.005315
">Qveſte coſe coſi drittamente diſpoſte ſaranno, ſe prima egli ſi auuertirà da che
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/>
parte, o da che inclinatione del Cielo ſieno ordinate; perche altramente in
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/>
Egitto, altramente nella Spagna, non coſi nel Ponto, o a Roma, & coſi in
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/>
altre proprietà de paeſi par, che ſi debbiano conſtituire le maniere de gli edi
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/>
ficij; perche da una parte la terra è oppreſſa dal corſo del Sole, & da altra è
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/>
lontaniſsima da quello; ma poi ci ſono di quelle parti, che nel mezo ſono temperate. </
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s.005316
">Et
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però come la conſtitutione del mondo allo ſpatio della terra per la inclinatione del Zo-</
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