Vitruvius Pollio
,
I dieci libri dell?architettura
,
1567
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archimedes
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s.005567
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De i propi luoghi de gli edifici, & priuati, & communi, &
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delle maniere conuenienti ad ogni qualità di perſone.</
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s.005568
">Cap. VIII.
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s
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s.005569
">Esſendo le ſtanze alle parti del cielo a queſto modo diſpoſte, allhora biſogna
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auuertire, con che ragione a i padri di famiglia i propij luoghi, & in che mo
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do i communi con gli ſtrani ſi deono fabricare: perche in queſti che propi ſo
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no, non è lecito, nè puo ognuno in esſi entrare ſe non è inuitato come ſo
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/>
no i Cubiculi, i Triclini, i Bagni, & le altre ſtanze, che hanno l'iſteſſe ragioni dell' uſo lo
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/>
ro. </
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s
id
="
s.005570
">Communi ſono quelli, ne i quali ancho chi non è chiamato del popolo, ui puo en
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/>
trare. </
s
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s
id
="
s.005571
">Queſti ſono l'entrate, i Cortili, i Periſtili, & quelle parti, che poſſono hauere l'uſo
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iſteſſo. </
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s.005572
">A quelli adunque, i quali ſono di ſorte commune, non ſono neceſſarie l'entrate ma
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gnifiche, nè i Tablini, ne gli Atrij, perche queſti preſtano a gli altri quegli officij cercando,
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che da gli altri ſono cercati. </
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s
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s.005573
">Ma quelli, che ſeruono alla utilità, & frutti della uilla, nelle en
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trate delle loro caſe, deono hauere gli ſtabuli, & tauerne, & nelle caſe l'arche, e i granai, le
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/>
ſaluarobbe, & le diſpenſe, che poſſono piu preſto eſſer per ſeruare i frutti, che a bellezza
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& ornamento. </
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s.005574
">Coſi a publicani, a banchieri, ouero cambiatori ſi fanno le caſe piu commo
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de, & piu belle, & piu ſicure dalle inſidie. </
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s.005575
">A gli huomini di palazzo, & a gli auuocati piu ele
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/>
ganti, & piu ſpatioſe, per poter riceuere, & admettere la moltitudine delle genti. </
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s.005576
">A nobili,
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che ne i magiſtrati, & ne gli honori deono a cittadini non mancare d'officio, ſi deue fare le
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entrate regali, e gli Atrij alti, & i portichi, o loggie amplisſime, & gli ſpatij da caminare
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/>
piu larghi perfetti all' ornamento, e decoro. </
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s
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="
s.005577
">Oltra di cio le Librerie, le Cancellarie, le
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Baſiliche non disſimiglianti da quello, che ricerca la magnificenza delle opere publiche:
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perche nelle lor caſe ſpeſſo ſi fanno, & i conſigli publici, & i priuati, & i giudici arbitri, &
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/>
compromeſsi. </
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id
="
s.005578
">Se adunque con queſte ragioni ad ogni ſorte di perſone coſi ſaranno gli
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/>
edificij diſpoſti, come del Decoro è ſtato ſcritto nel primo uolume, non ſarà coſa degna
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/>
di riprenſione, perche haueranno ad ogni coſa commode, & ſenza menda le loro eſplica
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/>
tioni. </
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s.005579
">Et di quelle coſe non ſolo ci ſaranno, nella citta le ragioni, ma ancho nella uilla. </
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="
s.005580
">
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/>
Eccetto, che nella Città gli Atrij ſono uicini alle porte, ma nella uilla, che quaſi imitano
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/>
le cittadineſche, ſubito appreſſo le porte ſono i Periſtili, dapoi gli Atrij, che hanno i por
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/>
tichi d'intorno con pauimenti, che riguardano uerſo le paleſtre, & i luoghi da paſteg
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/>
giare. </
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s
id
="
s.005581
">lo ho deſcritto diligentemente (come ho propoſto) in ſomma le ragioni di fare le
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/>
fabriche cittadineſche nella Città. </
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s.005582
">
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Eſpedita la parte, che apparteneua alla Diſtributione, Vitruuio nel preſente capo ci dimoſtra
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/>
quanto conuiene al Decoro, che altro non è, che un riſpetto alla dignità, & allo ſtato delle per
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/>
ſone. </
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id
="
s.005583
">Fatta adunque la diſtintione delle perſone biſogna a ciaſuna ſecondo il grado ſuo fabricare,
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/>
& però altro compartimento hauera la caſa d'un Signore, altro quella del nobile, altro quella
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/>
del populo. </
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s
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="
s.005584
">Le parti delle caſe ſimilmente, ſiano ò communi, ò propie, deono riguardare alla
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/>
qualità delle perſone. </
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s
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s.005585
">Vſauano anticamente quelli, che con maggiore ſplendidezza uoleuano fabri
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/>
care laſciar dinanzi alle porte un luogo uacuo, che non era parte della caſa, ma bene conduceua
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/>
alla caſa, doue ſtauano i Clienti, & quelli, che ueniuano per ſalutar i grandi, fin che erano ad
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/>
mesſi, & ſi poteua dire, che nè erano in caſa, nè fuori di caſa. </
s
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s
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="
s.005586
">Queſto luogo era detto Veſtibulo,
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/>
& era di gran dignità & adornato di loggie, & di ſpatij. </
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s
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s.005587
">La ſua honeſtà era la uia, l'uſo, il poter
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/>
commodamente aſpettare, il piacere, perche iui i giouani aſpettando i principali s'eſſercitauano
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/>
alla palla, alle lotti, a ſaltare, & in altri eſſercitij giouanili. </
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s
id
="
s.005588
">Eranui le porte, prima le communi,
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lb
/>
& queſta di ragione era una ſola ſplendida, e ricca, & adorna mir abilmente, & poi altre parti-
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archimedes
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