Vitruvius Pollio, I dieci libri dell?architettura, 1567

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1eura, & induſtria. Il grano, & ogni ſeme marciſce per l'humido, impallidiſce perlo caldo, ammaſ
ſato ſi riſtringe, & ſobboglie, e per toccar la calce ſi guasta, & pero ſia ſopra tauolato, ò in caua ſo
pra la nuda terra, uerſo Borea, e Tramontana.
Le poma ſi conſeruano in luogo ſreddo, in caſ­
ſe di legno rinchiuſe.
La Cantina ſott erra, rinchiuſa, lontana dal mezo dì, & da i uenti Meri
dionali, & dallo ſtrepito, habbia il lume da leuante, ouero da Borea: ogni humore, uapore, &
fetore eſſer le deue lontano: ſia pendente, & laſtricata in modo, che ſel uino ſi ſpande, poſſa eſ­
ſer raccolto.
I uaſi del Vino ſiano capaciſſimi, & fermi. Gli inſtrumenti, che biſognano a gli
Agricoltori ſiano in luoghi accommodati: il carro, i gioghi, l'aratro, le corbe dal fieno ſiano ſot­
to il coperto al mezodi uerſo la cucina.
Al Torchio diaſi ſtanza capace, & conueniente, oue
ſi ripongono i uaſi, le funi, i ceſti.
Sopra le traui del coperto ſi pongono i cratici, le pertiche, lo
ſtrame, il canapo.
I buoi mangino al baſſo, a Caualli prendano lo ſtrame di ſopra, perche alzan­
do la teſta l'aſciugano, perche hanno la teſta humida, però dinanzi la mangiatora non ſia il pare­
te humido.
La Luna gli guaſta gli occhi. La Mula impazza in luogo caldo, baſſo, & oſuro.
Le miſure delle ſtalle da buoi, & da pecore ſono poſte da Vitr.
Il Torchio antico forſe haueua
altra maniera di quello, che uſamo noi a queſti tempi.
Poſti i precetti di tutte quelle coſe, che
alla uilla ſono piu neceſſarie parla Vitr. de i lumi, & delle fineſtre.
Le quali in uilla ſono men impe
dite, ma nella Città poſſono hauere motti contrari, a i quali ſi troua rimedio ogni uolta, che ſi con
ſidera l'effetto del lume, & il cadimento, & doue uegna, perche è chiaro, che doue non puo ca
dere il lume, egli non ſi puo hauere.
Le groſſezze de i pareti ſpeſſo l'impediſcono, però alcuni
hanno tagliato il muro doue hanno a ſtare le fineſtre, cominciando dalla ſuperficie di fuori, &
üenendo per la groſſezza del muro alla ſuperficie di dentro con un taglio pendente: & forſe Vitr.
non è lontano da queſta opinione.
La doue adunque per dritta linea ſi puo tirare un filo allo ſco­
perto, ſenza dubbio ſi puo hauere il lume: & quando queſto da i lati de i pareti non ſi poſſa fa­
re, biſogna aprir di ſopra.
Auuertiamo adunque in queſta materia a i precetti di Vitr. eleg­
gendo prima il luogo ſano, perche la doue ſi uuol far conto con l'inferno, non ſolamente l'en
trata, ma la uita è dubbioſa, anzila morte è piu certa, che'l guadagno: dapoi con buon conſiglio
douemo far le fabriche tanto grandi, quanto ricerca la poſſeſſiione, l'entrata, & la copia de i
frutti.
Quanto alla poſſeſſione eſſer deue il modo, & la miſura, che è ottima in tutte le coſe, &
ſi deue ſeruar quel precetto che dice, il campo douer eſſer piu debile, che l'Agricoltore: perche
ſe biſogna ſoſtenerlo, & curarlo, quando l'Agricoltore non puo tanto, è neceſſario, che' l cam­
po patiſca, & però men rende ſpeſſo una gran poſſeſſione poco, che una picciola molto coltiuata.

Si che douemo tanto tenere, quanto potemo mantenere, accioche compramo i campi per goderli
noi, & non per torgli ad altri, o per aggrauarci troppo, perche niente gioua il uoler poſſedere,
& non poter lauorare.
Quanto alle fabriche ſimilmente douemo ſchiuare di non incorrere nel
uitio di Lucullo, & di Sceuola, de quali uno edificò in uilla molto piu riccamente di quello, che
richedeuano le poſſeſſioni.
L'altro mancò de gran longa. All' uno di troppo ſpeſa, all' alltro di
non poco danno fu cagione.
Queſto errore comincia a moltiplicare a i dì noſtri per la ſuperbia
de gli huomini.
Le fabriche che non ſono baſtanti, fanno, che i frutti ſiguaſtino per la ſtret­
tezza del luogo.
Deueſi adunque fabricare in modo, che nè la fabrica deſideri il fondo, non il
fondo ricerchi la fabrica.
Il ſeſto capo di Columella, è al propoſito di queſto capo: il torchio,
l'ara c'inſegna Catone & Palladio.

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