Vitruvius Pollio, I dieci libri dell?architettura, 1567

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1il foco uolendòſi ſcaldare: & io non dubito, che non ui accendeſſero delle coſe odorate, & che
non
uſaſſero de carboni, che non nuoceſſero.
A noſtri giorni è manifeſto quello ſi uſa, & come
nella
groſſezza de i muri ſi fanno i camini, i quali uſcendo con le lor canne fuori del tet­
to
portano il fumo nello ſpatio dall'aere.
doue egli ſi deue auuertire, che'l fumo poſſa ſeu­
za
impedimento de i contrari uenti uſcir fuori liberamente, & non tornare a dietro al­
l
'ingiu, perche le ſtanze ſi empirebbeno di fumo, delche niuna coſa è piu nociua a gli oc­
chi
: doue è andato in prouerbio.
Il fumo, & la mala donna caccia l'huo no di caſa. Io mi eſten
derei
in diſcriuere particolarmente molte coſe, le miſure, & i modi delle quali non ſono poſti da
Vitr
. ma ſapendo che presto uenirà in luce un libro delle caſe priuate, compoſio, & d ſegnato
dal
Palladio, & hauendo ueduto, che in quello non ſi puo deſiderare alcuna coſa, non ho uolu­
to
pigliare la fatica d'altri per mia.
Vero è, che ſtampato il ſuo libro, & douendo io riſtampare
di
nuouo il Vitruuio, mi sforzerò raccogliere breuemente i precetti di quello, accioche piu util­
mente
poſti nel mio Libro, l'huomo non habbia fatica di cercarli altroue, & ſappia da cui io gli
hauerò
pigliati.
Lui ſi ueder à una pratica mirabile del fabricare, gli ſparagni, & gli auantag­
gi
, & ſi comincierà dal principio de i fondamenti inſino al tetto, quanti, & quali deono eſſere i
pezzi
delle pietre, che uanno in opera, nelle Baſe, come ne i Capitelli, & altri membri, che
ui
uanno ſopra: ci ſaranno le miſure delle fineſtre, i diſegni de i camini, i modi di adornar le caſe
di
dentro, i legamenti de i legnami, i compartimenti delle ſcale d'ogni maniera, il cauamento de
i
pozzi, & delle chiauiche, & d'altri luoghi per le immonditie, le commodità, che uogliono
hauer
le caſe, le qualità di tutte le parti, come ſono Cantine, Magazini, Diſpenſe, Cucine, & fi
nalmente
tutto quello, che alla fabrica de priuati edifici puo appartenere, con le piante, gli inpiè,
profili
di tutte le caſe, & palazzi, che egli ha ordinati a diuerſi nobili, con l'aggiunta di alcu­
ni
belli edifici antichi ottimamente diſegnati.
Per il che io stimo, che a poco a poco l'Architet­
tura
aggrandita, & abbellita ſi laſcierà uedere nell'antica forma, & bellezza ſua, doue inna­
morati
gli-huomini della uenuſtà ſua, penſeranno molto bene prima, che comincino a fabricare,
& quello, che par loro bello, non conoſcendo piu oltre, col tempo gli uenirà in odio, & cono­
ſcendo
gli errori paſſati, biaſimeranno il non uoler hauer creduto a chi gli diceua il uero.
Et ſe
io
poſſo pregare, prego, & riprego ſpecialmente quelli della patria mia, che ſi ricordino, che non
mancando
loro le ricchezze, & il poter fare coſe honorate, uoglino ancho prouedere, che non
ſi
deſideri in eſſi l'ingegno, & il ſapere.
il che faranno, quando ſi perſuaderanno di non ſapere
quello
, che ueramente non ſanno, poſſono ſapere ſenza pratica, & fatica, & ſcienza.
Et ſe
gli
pare che l'uſanza delle loro fabriche gli debbia eſſer maeſtra, s'ingannano grandemente, per­
che
in fatti, è troppo uitioſa, & mala liſanza: & ſe pure uogliono conceder all'uſo alcuna co­
ſa
, il che anch'io concedo, di gratia ſiano contenti di laſciar moderare quell'uſo, da chi ſe ne in­
tende
, perche molto bene con pratica, & ragione ſi può acconciare una coſa, e temperarla in
modo
, che leuatole il male, ella ſi riduca ad una forma ragioneuole, e tolerabile, con auantag­
gio
dell'uſo, della commodità & della bellezza: & ſe una coſa bislonga è capace di dugento per­
ſone
ſgarbatamente, uoglino laſciar, che ſotto miglior figura ſi faccia lo iſteſſo effetto: & ſe uo­
gliono
un determinato numero di fineſtre in una ſtanza, ſiano contenti di laſciarle porre al ſuo luo
go
, con gli ordini dell'arte, perche importa molto alla bellezza, & non uiene impedito l'uſo di
quelle
.
Et ſe io potro porle lontane da gli angoli, non ſarà egli meglio, che porle ſopra gli angoli,
& indebolire la caſa?
Deue il padre di famiglia, conoſcendo quello gli fa biſogno, dire io uoglio
tante
ſtanze, e tante habitationi, queſte per me, & per la moglie, quelle per li figliuoli, queſte
altre
per li ſerui, quell'altre per la commodità: & poi laſciar allo Architetto, che egli compar­
tiſca
, & ponga al luogo ſuo, ſecondo l'ordine, diſpoſitione, & miſura, che ſi conuiene: ſar anno le
iſteſſe
, ſecondo il uoler del padrone, ma diſpoſte ordinatamente ſecondo i precetti dell'arte, &
quando
egli ſi uederà, che rieſcino, uenirà una certa concorrenza tra gli huomini di far bene,
con
biaſmo delle loro male, & inuecchiate uſanze, & conoſceranno, che non ſi naſce Architet-

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