Vitruvius Pollio, I dieci libri dell?architettura, 1567

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1ranno ſerrati da i cunei oltra le traui, & i capi de i ſopralimitari, prima la materia ſolleua­
ta dal carico non ſi aprirà.
Dapoi ſe per la uecchiezza faranno alcun danno facilmente
ſenza puntelli ſi potrà mutare. Queſto ſi uede in alcuni edifici in Roma, che ne i pareti ſono
gli archi con i cunei riſpondenti al centro, & ſopra i limitari delle porte, & ſopra i ſogli delle fi­
neſtre, i quali alleggeriſceno il peſo grandemente de i pareti, quando ſone ben fatti, & danno
commodità di acconciare, & rimediare a i danni ſenza appuntellare, & ſenza far armature.
Similmente quelli edifici, che ſi fanno a pilaſtrate, & con le diuiſioni de i cunei riſpon­
dendo le congiunture al centro, ſi rinchiudo in arco.
Qui pare che Vitr. tocchi l'opera ruſtica, doue ſopra le porte i cunei di groſſe pietre in arco ſi
ſerrano, & le bugne, che coſi chiamo le diuiſioni de i cunei, riſpondeno al centro, & accenna,
che queſti lauori ſi fanno a pilaſtrate, cioè a colonne quadre, & hanno di ſopra gli archi, & le
fornici, & non gli architraui, & ci dà un precetto degno da eſſer oſſeruato: imperoche dice,
che le ultime pilaſtrate ſi deono fare di ſpatio piu larghe, che le mezane, & ne rende la ragio­
ne.
Dice adunque.
In queſte fabriche fatte a pilaſtri, le ultime pilaſtrate ſi deono fare di ſpatio piu largo,
accioche habbian forza di reſiſtere quando i pareti oppreſsi da i carichi per le congiuntu­
re, che ſi ſtringono al centro, ſi allargheranno le impoſte, o quelle pietre, che ſtanno di
ſopra oltra il cuneo di mezo.
Et però ſe le pilaſtrate angulari ſaranno di grandezza mag­
giore, contenendo i cunei faranno l'opere piu ferme.
Dapoi che in tal coſe ſi hauerà
auuertito di porui diligenza, allhora niente dimeno ſi deue oſſeruare, che tutto il reſto
della muratura riſponda a piombo, nè pieghi in alcuna parte.
Ma grandiſsima deue eſ­
ſer la cura delle fabriche, che ſi fanno al baſſo, & nelle fondamenta, percioche in quelle
l'aſſunanza della terra ſuol partorire infiniti difetti, perche la terra non puo eſſer ſempre
dello iſteſſo peſo, che ſuol eſſer nella ſtate, ma nel uerno riceuendo dalle pioggie la co­
pia dell'acqua, creſce, & col peſo, & con la grandezza diſrompe, & ſcaccia ſpeſſo le ſepi
della muratura: però accioche ſi dia rimedio a queſto mancamento, egli ſi ha da fare in
queſto modo, che prima per la grandezza dell aſſunanza della terra, ſi faccia la groſſezza
della muratura, dapoi nelle fronti ſiano poſti i contraforti o ſperoni, tanto diſtanti uno
dell'altro, quanto eſſer deue l'altezza del fondamento; ma ſian della iſteſſa groſſezza del
fondamento; ma dal baſſo tanto habbiano di piede, quanto eſſer deue groſſo il fondamen
to, ma poi a poco a poco inalzandoſi ſi raſtremino tanto, che di ſopra ſiano coſi groſſe,
quanto è groſſo il muro dell'opera che ſi fa.
Oltra di queſto dalla parte di dentro uerſo il
terreno come denti congiunti al muro a guiſa di ſega ſian fatti, di modo, che ogni dente
tanto ſia diſtante dal muro, quanto eſſer deue l'altezza del fondamento, & le murature di
queſti denti ſiano della groſſezza del muro.
Similmente ſu le cantonate, quando ſi haue­
ranno tirato dallo angulo di dentro, quanto occupa lo ſpatio dell'altezza del fondamento,
ſia ſegnato da una parte, & l'altra, & da queſti ſegni ſia fatta una muratura Diagonale,
& del mezo di quella un'altra ſia congiunta con l'angulo del muro, coſi i denti, & le mu­
rature Diagonale, che non laſcieranno che il muro calchi di tutta forza, ma partitanno
ritenendo l'impeto dell'aſſunanza del terreno. Il preſente luogo dichiara, quello che nel
primo libro s'è detto al quinto capo, & è facilmente eſpreſſo da Vitr. però non ci accade altra fi­
gura.
Ma s'intende anche de gli ſperoni, che ſi metteno di fuori alle muraglie.
In che maniera le opere deono eſſer fatte ſenza difetto, & come deono eſſer auuertiti
quelli, che cominciano, io ho eſpoſto.
Ma del modo di mutare le tegole, gli aſſeri,
i tigni, non ſi deue hauer quel penſiero, che ſi ha delle ſopradette coſe; perche ageuol­
mente ſi mutano, & però nè anche ſono ſtimate coſe ſode.
Io ho eſpoſto con che ragio­
ni, & in che modo queſte coſe potranno eſſer ferme, & ordinate.
Ma non è in potere del
lo Architetto di uſare, che materia li piace, perche non naſce in tutti i luoghi la copia

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