Vitruvius Pollio
,
I dieci libri dell?architettura
,
1567
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d'ogni materia (come eſpoſto hauemo nel proſsimo libro.) Oltra che egli è in potere
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del patrone di edificare, o di quadrelli, o di cementi, o di quadrato ſaſſo. </
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s.005752
">L'approuare
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adunque di tutte le opere, è in tre parti conſiderato, imperoche egli ſi proua un'opera,
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o per la ſottigliezza dello artefice, o per la magnificenza, o per la diſpoſitione. </
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s.005753
">Quan
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do ſi uedrà l'opera perfetta magnificamente con ogni potere, egli ſi lauderà la ſpeſa. </
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s.005754
">
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/>
Ma quando ſi uederà fatta ſottilmente ſi trouerà la manifattura del fabro: ma quando ſa
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rà bella, & hauerà autorità per le proportioni, & Simmetrie, il tutto tornerà a gloria del
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lo Architetto: & queſte coſe torneran bene quando l'Architetto & da gli arteſici, & da
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gli idioti ſopporterà eſſer conſigliato. </
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s.005755
">Percioche tutti gli huomini non ſolo gli Architet
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ti poſſono prouare quel, che è buono: ma ci è queſta differenza tra gli idioti, & gli Archi
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tetti, che lo idiota, ſe egli non uede la coſa fatta, non puo ſapere quello, che deue riuſci
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re, ma lo Architetto, poi che inſieme hauerà nell'animo ordinato prima, che egli dia prin
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/>
cipio, ha per certo quello, che eſſer deue, & di bellezza, & di uſo, & di decoro. </
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s.005756
">Io ho
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ſcritto diligentemente quanto ho potuto chiariſsimamente quelle coſe che io ho
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penſato eſſer utili a gli ediſicij, & come ſi deono fare. </
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s.005757
">Ma nel ſeguente uolume io eſpo
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nerò delle politure di quelli, accioche ſiano eleganti, & ſenza uitio durino lungamente. </
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Qui altro non dico, ſe non, che con diligente cura ſi penſi a quello che Vitr. ha detto in fine
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del preſente libro.
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Il fine del Seſto Libro.
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