Vitruvius Pollio, I dieci libri dell?architettura, 1567

Table of figures

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1ſono i Simulacri de i Dei, le ordinate dichiarationi delle ſauole, le guerre Troiane, gli
errori d'Vliſſe per li luoghi, & altre coſe, che ſono con ſimiglianti ragioni a quelli fatte
dalla natura.
Ma quegli eſſempi, che erano tolti da gli antichi da coſe uere, hora ſono
con maluaggie uſanze corrotti, & guaſti.
Perche nelle coperte de i muri ſi dipingono
piu preſto i moſtri, che le certe imagini preſe da determinate coſe.
Perche in uece di co­
lonne ui ſi pongono canne, & in luogo de faſtigi fanno gli arpagineti canalati con le fo­
glie creſpe: Similmente i candellieri de i Tempietti, che ſoſtengono le figure, & ſopra
le cime di quelli fan naſcere dalle radici i ritorti teneri con le uolute, che hanno ſenza ra­
gioni le figurine, che ſopra ui ſiedono.
Similmente i ſioretti da i loro ſteli, che hanno me­
ze figure, che eſcono da quelli, altre ſimiglianti a i capi humani, altre a i capi delle be­
ſtie.
Ma tali coſe, nè ſono, nè poſſon eſſer, nè ſaranno giamai. Coſi adunque i cattiui
coſtumi hanno conſtretto, che per inertia i mali giudici chiudino gli occhi alle uirtù del­
l'arti: perche come puo eſſer che una canna ſoſtenti un coperto, ouero un candellieri, un
Tempietto, & gli ornamenti d'un frontiſpicio, ouero un faſcetto di herba coſi ſottile, &
molle ſoſtegna una figuretta, che ui ſtia ſopra ſedendo?
ouero che dalle radici, & fuſti
piccioli, da una parte ſiano generati i fiori, & meze figure?
Ma benche gli huomini ue­
dino tai coſe eſſer falſe, pure ſi dilettano, nè fanno conto ſe elle poſſono eſſer, ò nò: ma
le menti offuſcate da i giudicij infermi non poſſono approuare, quello, che & con digni­
tà, & con riputatione del Decoro puo eſſer prouato: perche quelle pitture non deono
eſſer approuate, che non ſaranno ſimili alla uerità, nè anche ſe bene ſaranno fatte belle
dall'arte, però nó ſi deue far buon giudicio coſi preſto di quelle, ſe non haueranno certe ra
gioni di argomento ſenza offeſa dichiarite.
Perche ancho a Tralli hauendo Apaturio A­
labandeo con ſcielta, & buona mano finto una ſcena in un picciolo Theatro, che appreſſo
quelli, ſi chiama Eccleſiaſtirio, & hauendo in quella fatto in luogo di colonne le figure,
& i Centauri, che ſoſtentauano gli Architraui, & i rotondi coperti, & le uolte prominenti
de i frontiſpici, & le cornici ornate con capi Leonini: lequai coſe tutte hanno la ragione
de i ſtillicidi, che uengono da i coperti.
Oltra di queſto nientedimeno ſopra quella ſcena
era l'Epiſcenio, nelquale era l'ornato uario di tutto il tetto, i tholi, i pronai, di mezi fron=
tiſpici.
Quando adunque l'aſpetto di quella ſcena compiaceua al uedere di tutti per l'a­
ſprezza, & che di gia erano apparecchiati per approuar quell'opera.
Allhora ſalto fuori
Licinio Matematico, & diſle gli Alabandei eſſere aſſai ſuegliati in tutte le coſe ciuili, ma
per non molto gran peccato di non ſeruar il Decoro, eſſer giudicati poco ſaui, perche
tutte le ſtatue, che ſono nel lor Gimnaſio, pareno trattar le cauſe: & quelle, che ſono nel
Foro tener i diſchi, o correre, o giocar alla palla.
Et coſi lo ſtato delle figure ſenza De­
coro tra le proprietà de i luoghi hauerli accreſciuto difetto della riputatione della città.

Ma uediamo anche, che a noſtri tempi la ſcena di Apaturio non ci faccia Alabandei, oue­
ro Abderiti: perche chi di uoi puo hauere le caſe ſopra le tegole de i tetti, ouero le colon­
ne, ouero i frontiſpici: perche queſte coſe ſi pongono ſopra i taſſelli, & non ſopra le tego­
le de i tetti.
Se adunque le coſe, che non poſſono hauere la uerità del fatto, ſaranno da
noi approuate nelle pitture, uerremo anchora noi a conſentire, a quelle città, che per tali
difetti ſono ſtate giudicate di poco ſapere.
Adunque Apaturio non hebbe ardimento
di riſpondere alcuna coſa contra, ma leuò la ſcena, & mutatala alla ragione del uero, poi
che fu acconcia, l'approuò.
O haueſſero uoluto i dei immortali, che Licinio fuſſe torna
to uiuo, & correggeſſe queſta pazzia, & gli erranti ordini di queſte coperte.
Ma egli non
ſarà fuor di propoſito eſplicare, perche la ragion falſa uinca la uerità: perche quello, che
affaticandoſi gli antichi, & ponendoui induſtria tentauano di approuare con le arti, a no­
ſtri giorni ſi conſegue con i colori, & con la uaghezza loro; & quella autorità, che la ſot­
tilita dello artefice daua alle opere, hora la ſpeſa del patrone fa, che non ſia deſiderata: per-

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