Vitruvius Pollio
,
I dieci libri dell?architettura
,
1567
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archimedes
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chap
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subchap2
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320
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ſono i Simulacri de i Dei, le ordinate dichiarationi delle ſauole, le guerre Troiane, gli
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errori d'Vliſſe per li luoghi, & altre coſe, che ſono con ſimiglianti ragioni a quelli fatte
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dalla natura. </
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s.005958
">Ma quegli eſſempi, che erano tolti da gli antichi da coſe uere, hora ſono
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con maluaggie uſanze corrotti, & guaſti. </
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s.005959
">Perche nelle coperte de i muri ſi dipingono
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piu preſto i moſtri, che le certe imagini preſe da determinate coſe. </
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s.005960
">Perche in uece di co
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lonne ui ſi pongono canne, & in luogo de faſtigi fanno gli arpagineti canalati con le fo
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glie creſpe: Similmente i candellieri de i Tempietti, che ſoſtengono le figure, & ſopra
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le cime di quelli fan naſcere dalle radici i ritorti teneri con le uolute, che hanno ſenza ra
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gioni le figurine, che ſopra ui ſiedono. </
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s.005961
">Similmente i ſioretti da i loro ſteli, che hanno me
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ze figure, che eſcono da quelli, altre ſimiglianti a i capi humani, altre a i capi delle be
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ſtie. </
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s.005962
">Ma tali coſe, nè ſono, nè poſſon eſſer, nè ſaranno giamai. </
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s.005963
">Coſi adunque i cattiui
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coſtumi hanno conſtretto, che per inertia i mali giudici chiudino gli occhi alle uirtù del
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l'arti: perche come puo eſſer che una canna ſoſtenti un coperto, ouero un candellieri, un
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Tempietto, & gli ornamenti d'un frontiſpicio, ouero un faſcetto di herba coſi ſottile, &
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molle ſoſtegna una figuretta, che ui ſtia ſopra ſedendo? </
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s.005964
">ouero che dalle radici, & fuſti
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piccioli, da una parte ſiano generati i fiori, & meze figure? </
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s.005965
">Ma benche gli huomini ue
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dino tai coſe eſſer falſe, pure ſi dilettano, nè fanno conto ſe elle poſſono eſſer, ò nò: ma
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le menti offuſcate da i giudicij infermi non poſſono approuare, quello, che & con digni
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tà, & con riputatione del Decoro puo eſſer prouato: perche quelle pitture non deono
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eſſer approuate, che non ſaranno ſimili alla uerità, nè anche ſe bene ſaranno fatte belle
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dall'arte, però nó ſi deue far buon giudicio coſi preſto di quelle, ſe non haueranno certe ra
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gioni di argomento ſenza offeſa dichiarite. </
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s.005966
">Perche ancho a Tralli hauendo Apaturio A
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labandeo con ſcielta, & buona mano finto una ſcena in un picciolo Theatro, che appreſſo
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quelli, ſi chiama Eccleſiaſtirio, & hauendo in quella fatto in luogo di colonne le figure,
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& i Centauri, che ſoſtentauano gli Architraui, & i rotondi coperti, & le uolte prominenti
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de i frontiſpici, & le cornici ornate con capi Leonini: lequai coſe tutte hanno la ragione
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de i ſtillicidi, che uengono da i coperti. </
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s.005967
">Oltra di queſto nientedimeno ſopra quella ſcena
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era l'Epiſcenio, nelquale era l'ornato uario di tutto il tetto, i tholi, i pronai, di mezi fron=
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/>
tiſpici. </
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="
s.005968
">Quando adunque l'aſpetto di quella ſcena compiaceua al uedere di tutti per l'a
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/>
ſprezza, & che di gia erano apparecchiati per approuar quell'opera. </
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="
s.005969
">Allhora ſalto fuori
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Licinio Matematico, & diſle gli Alabandei eſſere aſſai ſuegliati in tutte le coſe ciuili, ma
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per non molto gran peccato di non ſeruar il Decoro, eſſer giudicati poco ſaui, perche
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tutte le ſtatue, che ſono nel lor Gimnaſio, pareno trattar le cauſe: & quelle, che ſono nel
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Foro tener i diſchi, o correre, o giocar alla palla. </
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s.005970
">Et coſi lo ſtato delle figure ſenza De
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coro tra le proprietà de i luoghi hauerli accreſciuto difetto della riputatione della città. </
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s.005971
">
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Ma uediamo anche, che a noſtri tempi la ſcena di Apaturio non ci faccia Alabandei, oue
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ro Abderiti: perche chi di uoi puo hauere le caſe ſopra le tegole de i tetti, ouero le colon
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/>
ne, ouero i frontiſpici: perche queſte coſe ſi pongono ſopra i taſſelli, & non ſopra le tego
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/>
le de i tetti. </
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="
s.005972
">Se adunque le coſe, che non poſſono hauere la uerità del fatto, ſaranno da
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noi approuate nelle pitture, uerremo anchora noi a conſentire, a quelle città, che per tali
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difetti ſono ſtate giudicate di poco ſapere. </
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="
s.005973
">Adunque Apaturio non hebbe ardimento
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/>
di riſpondere alcuna coſa contra, ma leuò la ſcena, & mutatala alla ragione del uero, poi
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/>
che fu acconcia, l'approuò. </
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="
s.005974
">O haueſſero uoluto i dei immortali, che Licinio fuſſe torna
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/>
to uiuo, & correggeſſe queſta pazzia, & gli erranti ordini di queſte coperte. </
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="
s.005975
">Ma egli non
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ſarà fuor di propoſito eſplicare, perche la ragion falſa uinca la uerità: perche quello, che
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affaticandoſi gli antichi, & ponendoui induſtria tentauano di approuare con le arti, a no
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/>
ſtri giorni ſi conſegue con i colori, & con la uaghezza loro; & quella autorità, che la ſot
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/>
tilita dello artefice daua alle opere, hora la ſpeſa del patrone fa, che non ſia deſiderata: per-</
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chap
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archimedes
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