Vitruvius Pollio
,
I dieci libri dell?architettura
,
1567
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archimedes
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chap
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che chi è colui de gli antichi, che non habbia uſato parcamente come una medicina il Mi
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nio? </
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s.005976
">Ma a i dì noſtri per tutto il piu delle uolte ſono di Minio tutti i pareti coperti, & ſe
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gli aggiugne anche, & ſe gli dà di Borace, d'Oſtro, d'Armenio, & queſte coſe quando ſi
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danno a i pareti, ſe ben non ſaranno poſte artificioſamente, & nientedimeno danno a gli
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occhi non ſo che di ſplendore, & perche ſono precioſe coſe, & uagliono aſſai, però ſono
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eccettuate dalle leggi, che dal patrone, & non da colui, che piglia l'opere ſono rappreſen
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tate. </
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s.005977
">Io ho eſpoſto aſſai quelle coſe, nellequali ho potuto far auuertito chi copre i pareti,
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accioche non cada in errore. </
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s.005978
">Hora dirò, come preparare ſi deono, come mi potrà uenir
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in mente, & perche da prima s'è detto della calce, hora ci reſta a parlare del marmo. </
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Quello, che biſogni dipigner in diuerſe ſtanze, accioche ſia ſeruato il Decoro, Vitr. ce lo ha di
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moſtrato in parte nel precedente cap. & in parte hora ce lo inſegna. </
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s.005980
">Et dalla diffinitione della
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pittura, ua argomentando quello, che ſta bene: & poi riprende liberamente le uſanze de i pittori
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de i tempi ſuoi, come che habbiano deuiato molto dalla certa, & giuſta ragione de gli antichi. </
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s.005981
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Doue grandemente s'oppone a quella maniera di pitture, che noi chiamamo Grotteſche, come co
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ſa che non poſſa ſtare in modo alcuno. </
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s.005982
">perche ſe la pittura è una imitatione delle coſe, che ſono, o
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che poſſono eſſere, come potremo dire, che ſtia bene quello, che nelle Grotteſche ſi uede? </
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s.005983
">come ſo
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no animali, che portano Tempij, colonne di cannuccie, a rtigli di moſtri, difformità di nature, miſti
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di uarie ſpecie: Certo ſi come la fantaſia nel ſogno ci rappreſenta confuſamente le imagini delle
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coſe, & ſpeſſo pone inſieme nature diuerſe: coſi potemo dire, che facciano le Grotteſche, lequali
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ſenza dubbio potemo nominare ſogni della pittura. </
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s.005984
">Simil coſa uedemo noi nell'arti del parlare,
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imperoche il Dialetico ſi forza di ſatisfare alla ragione, l'Oratore al ſenſo, & alla ragione, il Poe
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ta alquanto piu al ſenſo, & al diletto, che alla ragione, il Sofiſta fa coſe moſtruoſe, & tali, quali
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ci rappreſenta la fantaſia, quando i noſtri ſentimenti ſono chiuſi dal ſonno. </
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s.005985
">Quanto mò, che ſia
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da lodare un ſofiſta, io lo laſcio giudicare, a chi ſa fare differenza tra il falſo, e'l uero, tra il ue
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ro, e'l ueriſimile. </
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s.005986
">Et perche Vitr. è facile, & Plinio nel lib. XXXV. ci dà molto lume in que
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ſta materia, io non farò altro a pompa, ma per quanto io dalle coſe uedute, & lette poſſo compren
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dere trouo, che la pittura ſi come ogn' altra coſa, che ſi fa da gli huomini, prima deue hauere inten
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tioni, & rappreſentar qualche effetto, alquale effetto ſia indrizzata tutta la compoſitione, &
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ſi come le fauole denno eſſere utili alla uita de gli huomini, & la Muſica hauer deue la ſua inten
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tione, coſi ancho la pittura. </
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s.005987
">Dapoi ſi uuol ben ſapere contornar le coſe, & hauere le Simmetrie
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di tutte le parti, & le riſpondenze di quelle traſe. </
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s.005988
">Et con il tutto indi le mouenze, & gli atti
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tali, che parino di coſe uiue, & non dipinte, & dimoſtrino gli affetti, & i coſtumi, ilche è di po
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chi: in ſomma poi (che è coſa di pochiſſimi, & a noſtri dì non è a pena conſiderata, & è la per
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fettione dell'arte) fare i contorni di modo dolci, & sfumati, che ancho s'intenda, quel che non ſi
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uede, anzi che l'occhio penſi di uedere, quello ch'egli non uede, che è un fuggir dolciſſimo una te
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nerezza nell'Orizonte della uiſta noſtra, che è, & non è & che ſolo ſi fa con infinita pratica, &
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che diletta a chi non ſa piu oltra, & fa ſtupire, chi bene la intende. </
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s.005989
">Laſcio ſtare i colori conue
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nienti, la meſcolanza di quelli, & la uaghezza, la morbidezza delle carni nelle imagini muliebri,
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che ſcuoprono i muſculi, ma in modo, che ſi intendino i panni, che fanno fede del nudo, le pieghe
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dolci, la ſueltezza, i lontani, gli ſcorzi, l'altezza della uiſta, & altre coſe, che ſono nel dipignere
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ſommamente accommodate: & uano ſaria, & fuori dell'inſtituto noſtro a uoler parlare piu diffu
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ſamente: & chi ha conſiderato molte pitture di diuerſi ualenti huomini, & che ha ſentito ragiona
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re, & con diletto, & attentione ha aſcoltato gli altri, puo molto ben ſapere di quanta importan
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za ſia, & quanto abbraccia quello, che io ho accennato. </
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s.005990
">il reſto di Vitr. è manifeſto ſino alla fine
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del libro, che io non ho uoluto aggiugnerui altro, parendomi, che Vitru. habbi aſſai chiaramente
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parlato. </
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s.005991
">Ci reſta hora a dire di molti ornamenti, che ſi fanno nella Città, come Piramidi, Obeli
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ſci, Sepulcri, Titoli, Colonne, & altre coſe ſimili: ma hoggimai le coſe antiche di Roma ſono ſta
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/>
te miſurate piu uolte, & poste in luce da molti ualenti huomini, di modo che ſarà di minor fatica
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