Vitruvius Pollio
,
I dieci libri dell?architettura
,
1567
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& in gran copia. </
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s.006007
">Sil attico, era un minerale di colore come alcuni uogliono dell'Ochrea, & non
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fanno anche differenza tra Ochrea & Sile, ma io ſtimo, che Ochrea ſi a nome generale, & Sile
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ſpeciale, però puo eſſer, che'l Sile fuſſe di una ſpecie di Ochrea; ma di colore alquanto diuerſo, ò
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che pendeſſe all'azurro, o al purpureo, & uiolino. </
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s.006008
">Rubrica, & Sinope ſono terre roſſe, noi
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chiamiamo la rubrica imbuoro, & in altri luoghi buoro, & queſte terre roſſe erano in que luo
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ghi doue dice Vitr. buone, & perfette. </
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s.006009
">Il paretonio, & melino eran colori, quello bianco, &
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queſto giallo, la cagione perche coſi ſono chiamati è poſta da Vit. </
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s.006010
">La creta uerde, noi chiamia
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mo terra uerde. </
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s.006011
">La ſandaraca è di colore di aranzo, noi chiamiamo minio fatto di biacca abbru
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ſciata, ma la ſandaraca era naſcente, & anche fatta ad arte come dirà Vitr. qui ſotto.
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Delle ragioni del minio. </
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s.006013
">Cap. VIII.
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s.006014
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s.006015
">Queſto prima ſi dice eſſere
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ſtato ritrouato ne i campi Cilbiani de gli Efeſij: il cui effetto, & la cui ragio
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ne ne dà cauſa di gran merauiglia. </
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s.006016
">Cauaſi una Zoppa, detta Antrax, prima che
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per lo maneggiar ella diuenti Minio: la uena è di colore come ferro alquanto
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piu roſſo, hauendo intorno a ſe una poluere roſſa. </
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s.006017
">Quando ſi caua, per le percoſſe dei
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ferri manda fuori le lagrime d'argento uiuo, le quali ſubito da quelli, che cauano ſono
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raccolte. </
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s.006018
">Queſte zoppe aſſunate per la pienezza dell'humore, che hanno dentro ſi pon
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gono nelle fornaci delle officine, accioche ſi ſecchino, & quel fumo, che dal uapore del
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fuoco ſi leua da quelle zoppe, quando ricade nel ſuolo del forno, è trouato eſſer argento
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uiuo. </
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s.006019
">Leuate uia le zoppe, quelle gocciole, che reſtano per la picciolezza loro non ſi
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poſſono raccorre, ma in un uaſo di acqua ſi fan correre, & iui ſi raunano, & ſi confonde
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no inſieme; & queſte eſſendo di miſura di quattro ſeſtari, quando ſi peſano, ſi trouano eſ
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ſer cento libre: ma quando è inſieme tutto quello argento in un uaſo, ſe ſopra ui ſi po=
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/>
nerà un peſo di cento, egli ſtarà di ſopra, nè potrà col ſuo peſo premere quel liquore, nè
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/>
ſcacciarlo, nè diſsiparlo. </
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s.006020
">leuato il centenàio; ſe iui ſi ponerà uno ſcrupulo d'oro, non ſo
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pranuoterà, ma ſe ne anderà al fondo da ſe ſteſſo. </
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s.006021
">coſi non per la grandezza del peſo, ma
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per la qualità ſua ciaſcuna coſa eſſer coſi graue non ſi deue negare. </
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s.006022
">Et queſto è utile a mol
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te coſe, perche nè lo argento, nè il rame ſenza quello ſi puo dorare, che bene ſtia, &
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/>
quando l'oro è conteſto in qualche ueſte, che conſumata per la uecchiezza, non ſi poſſa
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/>
piu portare con honeſtà, pongaſi quel panno d'oro in uaſi di terra, & ſia nel foco abbru
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ſciato. </
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="
s.006023
">La cenere ſi getta nell'acqua, alla quale ſi aggiugne l'argento uiuo, il quale a ſe
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/>
tira tutte le miche dell'oro, & le sforza ad unirſi ſeco: uotata poi l'acqua, queſto s'in
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/>
fonde, & riuerſcia in un panno, & in quello è con le mani ſtruccato, l'argento eſce per
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/>
le rarità del panno con il liquore, & l'oro per la ſtrettezza, & compreſsione raunato di
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dentro puro ſi ritroua. </
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Della temperatura del Minio. </
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s.006025
">Cap. IX.
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s.006026
">IO ritornerò hora alla temperatura del Minio, perche quelle zoppe eſſendo
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/>
aride ſi piſtano con piſtelli di ferro, & ſi macinano, & con ſpeſſe lauature, &
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/>
cotture ſi le fanno uenir i colori. </
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s.006027
">Quando adunque ſaranno mandate fuori
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/>
le goccie dello argento uiuo, allhora ſi fa il Minio di natura tenera, & di for
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/>
za debile, & per hauer laſciato l'argento uiuo, laſcia anche le uirtù naturali, che egli in ſe
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/>
teneua. </
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s.006028
">Et però quando è dato nelle politure de i conclaui reſta nel ſuo colore ſenza di</
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