Vitruvius Pollio
,
I dieci libri dell?architettura
,
1567
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fetti: ma in luoghi aperti come in periſtili, & eſſedre, & in altri ſimiglianti luoghi douell
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/>
Sole, & la Luna poſſono mandare i raggi, & i lumi loro, quando da queſti il luogo è toc
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/>
cato, ſi guaſta, & perduta la uirtù del colore, ſi denigra. </
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s.006029
">Et però & molti altri, & Fabe
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rio ſcriba hauendo uoluto hauere nel monte Auentino una bella, & ornata caſa, ne i peri
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/>
ſtili fece a tutti i pareti dar di Minio, i quali dopo trenta giorni diuentorno di brutto, &
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/>
diuerſo colore, & però di ſubito conduſſe chi gli deſſe di altri colori. </
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s.006030
">Ma ſe alcuno farà
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/>
piu ſottile, & uorrà, che la politezza del Minio ritegna il ſuo colore, quando il parete ſa
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/>
rà polito, & ſecco, allhora dia col penello di cera punica liquefatta al fuoco temperata
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/>
con alquanto oglio, dapoi poſti i carboni in un uaſe di ferro farà ſudare quella cera ſcaldan
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/>
dola col parete, & farà ſi che la ſi ſtenda egualmente, dapoi con una candela, & con un
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/>
lenzuolo netto la freghi, al modo che ſi nettano le nude ſtatue di marmo, & queſta opera
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/>
tione Grecamente ſi chiama Cauſis: coſi la coperta della cera punica non permette, che
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lo ſplendore della Luna, nè i raggi del Sole toccaudo leuino uia il colore da quelle politu
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re. </
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s.006031
">Da quelle officine, che ſon alle caue de i metalli de gli Efeſij, per queſta cagione ſo
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/>
no ſtate traportate a Roma, perche queſta ſorte di uena è ſtata dapoi ritrouata ne i paeſi di
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/>
Spagna, da i metalli delle quali ſi portano le zoppe, che per li Daciari a Roma ſi curano. </
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s.006032
">
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/>
Et queſte officine ſono tra il Tempio di Flora, & di Quirino. </
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s.006033
">Vitiaſi il Minio meſcolan
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doui la calce, & ſe alcuno uorrà fare eſperienza, ſe egli ſarà uitiato, coſi biſogna prouare:
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Pigliſi una lama di ferro, o paletta che ſi dichi, ſopra eſſa ſi pona il Minio, & poſta al fo
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co, fin che la lama ſia affocata, quando di bianco ſi muta in nero, leuiſi la lama dal fuoco,
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/>
& ſe raffredato il Minio, ritornerà nel ſuo primo colore, ſenza dubbio ſi prouerà eſſer
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/>
ſenza difetto, ma ſe egli reſterà nero dimoſtrerà eſſere uitiato. </
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s.006034
">Io ho detto quelle coſe,
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che mi ſono uenute in mente del Minio. </
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s.006035
">La Chriſocolla ſi porta da Macedonia, & ſi caua
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da que luoghi, che ſono proſsimi a i metalli di Rame. </
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s.006036
">Il Minio, & l'Endico, con eſſo i
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uocaboli ſi dimoſtra in che luoghi ſi generino. </
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Il Minio come dice Plin. è una ſorte di arena di colore del zafferano: la cera Punica dicono eſ
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ſer cera bianca. </
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s.006038
">il modo di farla bianca è in Plin. al
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21.
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libro, nel cap.
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14.
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Chriſocolla è colla
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da oro, la dicono Eoraſo. </
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s.006039
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s.006040
">Indicum
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da noi è detto Endego, è di color Biauo ſcuro, ſi tingono i panni con quello, & ſi uſa anche nel
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le pitture.
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De i colori artificioſi. </
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s.006042
">Cap. X.
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s.006043
">Hora io entrerò a quelle coſe, che mutate con le tempre delle meſcolanze d'al
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/>
tre maniere riceueno le proprietà de i colori. </
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s.006044
">Et prima io dirò dello inchio
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/>
ſtro, l'uſo del quale nelle opere ha grande neceſsità, accio manifeſte ſiano le
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/>
tempre, in che modo con certe ragioni di artefici ſiano preparate. </
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s.006045
">Il luogo
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/>
edificato, come il Laconico, & di marmo ſi poliſce, & ſi liſcia ſottilmente, dinanzi a
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/>
queſto ſi fa una picciola fornace, che ha le apriture di dentro uerſo il Laconico, & la boc
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/>
ca ſua di fuori ſi chiude, & abbaſſa con gran diligenza, accioche la fiamma diſsipata non
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/>
ſia di fuori, nella fornace ſi pone della reſina, o raſa, & queſta bruciandola la forza del
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/>
fuoco conſtrigne mandar fuori per le apriture tra il Laconico il fumo, il quale d'intorno
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/>
i pareti, & la curuatura della camera ſi attacca: dapoi raccolto parte ſi compone battuto
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/>
co la gomma all'uſo dello inchioſtro librario parte i copritori meſcolandoui della colla
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/>
uſano ne i pareti. </
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s.006046
">Ma ſe non ſaranno queſte copie apparecchiate, coſi alla neceſsità ſi de
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/>
ue prouedere, ac cioche per lo aſpettare, & indugiare l'opera non ſia trattenuta. </
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s.006047
">Sian
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/>
abbruciate le taglie, o ſcheggie della Tiglia, & fatti di eſſe i carboni ſiano eſtinti, & poi </
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