Vitruvius Pollio
,
I dieci libri dell?architettura
,
1567
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archimedes
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325
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nel mortaio con la colla piſtati, & coſi ſi farà una tinta per coprire, che hauerà del buono. </
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s.006048
">
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lb
/>
Similmente auuerrà ſe la feccia del uino ſeccata, & cotta ſarà nella fornace, & poi piſtata
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/>
con la colla farà aſſai grato il colore dell'inchioſtro, & quanto piu ſi farà di miglior uino
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/>
non ſolo farà imitare il colore dell'inchioſtro, ma anche dello Endego. </
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Delle tempre del color ceruleo. </
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s.006050
">Cap. XI.
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s.006051
">LE tempre dello Azurro prima ſono ſtate ritrouate in Aleſſandria. </
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s.006052
">Dapoi Ve
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ſtorio a pozzuolo ordinò che ſi faceſſe. </
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s.006053
">La ragione di quel colore, di che co
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/>
ſa ſia ſtata ritrouata, dà da merauigliare aſſai: perche egli ſi piſta l'arena col
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/>
fiore del Nitro, coſi ſottilmente, che diuenta come farina, & meſcolata col
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/>
rame di Cipro limato ſi bagna, accioche ſi tenga inſieme, dapoi riuoltandola con le mani
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ſi fanno palle, & ſi mettono inſieme di modo, che ſi ſecchino. </
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s.006054
">Queſte ſecche ſi compon
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gono in un uaſo di terra, che poi ſi mette in fornace, coſi il rame, & quell'arena quando
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/>
dalla forza del fuoco bogliendo inſieme, ſi haueranno ſeccato dando a uicenda, & rice=
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/>
uendo i ſudori, dalle loro propietà ſi parteno, & compoſti delle loro coſe per la gran for
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/>
za del calore diuentano di color azurro. </
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="
s.006055
">Ma l'arena abbruciata, che nel coprire i pareti,
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/>
ha non poca utilità, ſi tempra in queſto modo. </
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s.006056
">Cuoceſi una zoppa di pietra azurra buo
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/>
na ſi, che ſia dal fuoco, come il ferro affocata, quella con aceto ſi eſtingue, & diuenta di
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color purpureo. </
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Come ſi facciala ceruſa, il uerderame, & la San
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daraca. </
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s.006058
">Cap. XII.
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s.006059
">Della Ceruſa, & del Verderame, & che da noſtri Eruca ſi chiama, non è fuori
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di propoſito a dire in che modo ſi faccia. </
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s.006060
">I Rhodiotti mettendo ne i dogli le
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/>
limature di piombo, ſpargono quelle di aceto, & ſopra quelle limature ui
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/>
mettono le maſſe di piombo, & otturano con i coperchi ſi fattamente que
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dogli, che non poſſono reſpirare, dopo un certo tempo aprendogli ritrouano la Ceruſa,
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/>
o Biacca, che ſi dichi dalle maſſe di piombo. </
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s.006061
">Et con la iſteſſa ragione ponendoui le la
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melle di rame, fanno il Verderame, nominato Eruca. </
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s.006062
">Ma la Ceruſa cuocendoſi nella for
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/>
nace, cangiato il ſuo colore allo incendio del fuoco diuenta Sandaraca.
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(Che noi minio
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ch amiamo.)
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Et gli huomini hanno imparato queſto dallo incendio fatto a caſo, & quel
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la è di minor utilità, che quella, che nata da metalli ſi caua. </
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s.006063
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In che modo ſi faccia l'Oſtro eccellentißimo di tuttii
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colori artificiali. </
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s.006064
">Cap. XIII.
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s.006065
">IO incomincierò hor'à dire dell'Oſtro, il quale ritiene & cariſsima, & eccel
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/>
lentiſsima ſuauità dell'aſpetto oltra i predetti colori. </
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s.006066
">Queſto ſi coglie dalle
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/>
marine conchiglie, del quale ſi tigne la purpura, & di quello non ſon minori
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/>
le merauiglie a chi conſidera, che delle altre nature delle coſe. </
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s.006067
">Percioche
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non ha il colore d'una maniera in tutti que luoghi, che naſce, ma dal corſo del Sole natu
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/>
ralmente ſi tempra. </
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s.006068
">Et però quello, che ſi raccoglie nel Ponto, & nella Gallia, per che
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/>
quelle parti ſo no uicine al Settentrione, è nero. </
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s.006069
">A chi ua inanzi ſotto al Settentrione è li </
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