Vitruvius Pollio
,
I dieci libri dell?architettura
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1567
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archimedes
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mo Filoſofo, nè eloquente Oratore, nè Grammatico nelle piu eccellenti ragioni del
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l'Arte eſſercitato, ma come Architetto di queſta maniera di lettere ammaeſtrato mi ſono
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sforzato di ſcriuere queſte coſe. </
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Conchiude Vitr. con mirabile circondottione, & abbracciamento le dette coſe, tenendo lun
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gamente ſoſpeſo lo intendimento prima, che uenghi al fine, ilche èidea, & forma della grandez
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lb
/>
za del parlare, che ſi ſostenta con alcune particelle la ſententia, come ſono, benche, non ſola
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/>
mente, quantunqae, auegna Dio, & altre ſimiglianti, che richiedeno altre riſpondenze. </
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s.000593
">Ecco
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quanto è ripieno queſto parlare di ſentimenti, & d'Argomenti, & prima dalla natura delle co
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fe, quando dice
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ma a pochi huomini conceduto ſia.
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Da poi dall'Arte, quando dice
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&
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l'ufficio dello Architetto.
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Indi dalle coſe iſteße quando dice.
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Et la ragione della coſa per
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metta.
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& finalmente chiude il ſentimento.
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10 che o Ceſare.
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Propone poi di che egli
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habbia a trattare dicendo.
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s.000594
"> Quanto ueramente ricerca il potere di queſt'Arte, & le ra
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/>
gioni, che in quello poſte ſono, prometto (come io ſpero) in queſti libri non ſolo à
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/>
gli edificatori, ma à tutti i ſaui ſenza dubio con grandiſsima autorità poter preſtare. </
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Pareua la promeßa di Vitr. grande, & gonfia, però con prudenza egli ui poſe quelle paro
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come io ſpero
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per dimoſtrare modeſtia. </
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s.000596
">dice adunque che egli promette preſtare quanto por
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/>
ta la facoltà dell'Architettura, non ſolamente a gli edificanti; ricordandoſi di hauer detto, che
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/>
l'Architettura naſce da Fabrica, ma a tutti i periti le ragioni dell'Arte promette, lequali nel
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/>
diſcorſo, nella coſa ſignificante, & nella proua della Fabrica ſono ripoſte. </
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s.000597
">& però ſenza dub
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/>
bio con grandiſſima autorità oßerua le promeße, percioche come ſauio Architetto fonderà l'Ar
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lb
/>
te ſua ſopra ueri, efficaci, utili, & conformi precetti. </
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s.000598
">Et tanto detto ſia ſopra il primo capo.
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Di quali coſe è composta l'Architettura. </
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Cap. II.
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s.000601
">L'ARCHITETTVRA conſiſte in Ordine, in Diſpoſitione, in bel Numero, in
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/>
Compartimento, in Decoro, & in Diſtributione. </
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Chiunque inten derà bene il preſente capo, con uerità potrà dire ſapere, & in
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tendere in che conſiſta la forza dell'Architettura. </
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s.000603
">percioche le ſei coſe, nelle quali
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/>
afferma Vitr. che conſiſte l'Architettura, ſono quelle, che appartengono alla forza, & natura di
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/>
eßa; quelle delle quali è l'habito nella mente dello Architetto; & quelle finalmente, ſenza le
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/>
quali niuna opera puo hauer forma, o perfettione. </
s
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s.000604
">Difficil coſa è dimoſtrare la diuerſità che è
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/>
tra le predette coſe: & bella coſa è laſciarſi intendere, & non fuggire. </
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s.000605
">Percioche a molti può pa
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/>
rere, che Vitru. nel diffinire le dette ſei coſe, dica il medeſimo in piu modi: Il che non è, com'io
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lb
/>
mi sforzerò di dimoſtrare chiaramente. </
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s.000606
">Dico adunque per intelligentia di quello, che ſi deue
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/>
eſponere, che alcune coſe inquanto all'eſſer loro non ſi riferiſcono ad altre, ma libere, & aſſolute
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lb
/>
ſono. </
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s.000607
">Altre hanno rilatione, & riſpetto, & ſenza non ſtarebbeno. </
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s.000608
">l'huomo, la pietra, la pianta,
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/>
& finalmente ogni ſoſtanza non hanno riguardo, & comparatione ad altra coſa, perche da ſe
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/>
ſtanno: ma l'eſſer padre, patrone, maeſtro, amico, fratello, non puo ſtare da ſe, ma di neceſſità ad
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lb
/>
altro ſi riferiſce. </
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s.000609
">perche'l padre ha rilatione al figliuolo, il patrone al ſeruo, il maeſtro al diſci
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lb
/>
pulo, l'amico all'amico, il fratello, al fratello. </
s
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s.000610
">ſimilmente il doppio, il maggiore, il minore &
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/>
l'eguale ſono coſe, che ſole non poſſono nè eſſer inteſe. </
s
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<
s
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s.000611
">Oltra la predetta diſtintione egli
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/>
è degno di auuertimento, che delle coſe, le quali di loro natura ſi riferiſcono ad altre, ſono alcu
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lb
/>
ni termini: & queſti ſono il fondamento & principio dal quale s'incomincia la relatione, & il fine
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lb
/>
nel quale ella termina: come la ragione di eßer padre comincia da chi genera, & termina in chi
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lb
/>
è generato. </
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s.000612
">Lo eſſer maeſtro ſi fonda in colui, che inſegna, & ha il ſuo termine in colui, che
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lb
/>
impara. </
s
>
<
s
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="
s.000613
">lo eſſer maggiore comincia in quella coſa, che eccede, & finiſce nella coſa ecceſſa. </
s
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s.000614
">In
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