Vitruvius Pollio, I dieci libri dell?architettura, 1567
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                  uanno riceuendo, & coſi gonfi per la forza del uento, & sforzati bogliendo ſpeſſo fuori
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                  eſceno delle fonti loro; Ma di quelle fonti, che aperte non ſono; ma ouero da ſaſsi, ouero
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                  da qualche altra uiolenza ritenute ſono, per iſtrette uene ſono dalla forza dello ſpirito
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                  mandate fuori a i grandi, & rileuati grumi di terra, & però grandemente ſi inganna, chiun­
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                  que penſa di hauere i capi delle fonti, quando apreno loro le grandi foſſe in quella altezza,
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                  che ſono i grumi: imperò ſi come un uaſo di rame non ripieno ſino all'orlo ſuo, ma che
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                  habbia la miſura dell'acqua ſecondo la ſua capacità, di due delle tre parti quando il ſuo co
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                  perchio dal gran feruore del fuoco toccato uiene sforza l'acqua a riſcaldarſi bene, & quel­
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                  la per la ſua naturale rarità riceuendo in ſe la gagliarda enfiagione del caldo, non ſolo ri­
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                  empie il uaſo, ma con gli ſpiriti ſuoi alzando il coperchio, & uſcendo trabocca: ma leuato
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                  il coperchio, & eſſalati i ſuoi bogl<14>menti nello aperto aere, torna di nuouo al luogo ſuo:
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                  al ſimigliante modo quei capi delle fonti, quando ſono per le ſtrettezze compreſsi, & ri­
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                  ſtretti, con grande impeto uengono di ſopra gli ſpiriti dell'acqua, ma tantoſto, che riaper
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                  ti, & rillargati ſono uotati per la rarità, che nel liquore preuale, riſeggono, & tornano nella
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                  proprietà del ſuo giuſto peſo. </s>
                  <s id="s.006269">Ma ogni acqua calda per queſto è atta alle medicine, per­
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                  ciò che ricotta nelle coſe precedenti, riceue altra uirtute all'uſo humano; percioche le fon
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                  ti ſulfuree riſtorano le fatiche de nerui, riſcaldando, & ſucchiando con il loro calore i tri=
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                  ſti humori da i corpi. </s>
                  <s id="s.006270">Ma le fonti, che hanno dell'allume, quando riceueno alcuni corpi
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                  dalla paraliſi diſciolti, ouero da qualche sforzeuole infermità mantenendo il refrigerio
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                  per le aperte uene, riſtorano con forza contraria del caldo, & coſi continuando per que­
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                  ſto i corpi ſono rimeſsi nell'antica cura delle loro membra: Finalmente oue ſono le ac­
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                  que, che tengono del bitume, gli huomini poſſono purgare i difetti, che hanno dentro i
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                  corpi loro beuendone, & a queſto modo medicarſi. </s>
                  <s id="s.006271">Euui anche una ſorte di acqua fred­
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                  da nitroſa come a Penna, a Veſtina, a Cotilio, & in altri luoghi ſimili, che beuendone al­
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                  cuno ſi purga, & per lo uentre paſſando minuiſce, & ſcema la gonfiezza delle ſtrume. </s>
                  <s id="s.006272">Ma
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                  doue ſi caua l'oro, & l'argento, il ferro, il rame, il piombo, & altre ſimiglianti coſe alle det
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                  te, iui ſi trouano molte fonti, ma ſono ſommamente difettoſe, percioche hanno i uitij
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                  contrari a quell'acque calde, che uengono dal ſolfo, dallo allume, o dal bitume, & fanno
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                  queſto, che beuute quando entrano nel corpo, & uanno per le uene toccano i nerui, & le
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                  giunture, & quelli infiando gl'indurano i nerui. </s>
                  <s id="s.006273">A dunque per la enfiagione gonfiati per
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                  lungo ſi ritirano, & coſi fanno gli huomini doglioſi o per male di nerui, o per le podagre,
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                  perche hanno le ſottigliezze delle uene loro meſcolate di coſe duriſsime, ſpeſſe, & fred­
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                  diſsime. </s>
                  <s id="s.006274">Vn'altra ſorte di acqua ſi troua, laquale non hauendo a baſtanza le ſue uene chia­
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                  re, con la ſpuma ſua nuota come fiore nella ſommità ſimile al colore d'un uetro purpu­
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                  reo. </s>
                  <s id="s.006275">Queſte coſe mirabilmente auuertite ſono, & conſiderate in Athene, perche iui da ſi­
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                  mili luoghi, & fonti, & in Aſti, & al porto Pireo ſono condotte le ſurgenti canne, & di
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                  quelle niuno ne beue per quella cauſa, ma bene ſe ne ſerueno per lauare, & per altre biſo­
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                  gna, & beueno de i pozzi, & coſi ſchiuano i difetti di quelle fonti. </s>
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                  Hermolao nelle caſtigationi di Pli. aliij. </s>
                  <s id="s.006277">del xxxi. </s>
                  <s id="s.006278">legge non, & in Aſti ad portum Pireæum,
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                  ma Maſti uſque ad portum Pireæum, & dice, che Maſti ſono dette altramente, mammæ, & pa­
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                  pillæ, & ubera, quaſi mammelle, per lequali uengano l'acque, benche anche ſalua la prima let­
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                  tione, & per Aſti intende Athene.
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                  <s id="s.006279">Ma a
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                  roezzeno ciò non ſi puo fuggire, perche iui altra ſorte di acque non ſi troua, ſe
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                  non quella, che hanno i Cibdeli, & però in quella città o tutti, o la maggior parte ſono de
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                  i piedi cagioneuoli. </s>
                  <s id="s.006280">Ma in Tarſo città di Cilicia trouaſi un fiume nominato Cidnos, nel­
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                  quale i podagroſi tenendo le gambe a molle ſono ſolieuati dal dolore. </s>
                  <s id="s.006281">Oltra le dette co­
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                  ſe molte altre generationi di acque ſi trouano, che hanno le ſue proprietà, come in Sicilia,
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                  il ſiume Himera, ilquale uſcito dalla fonte in due rami ſi parte, & quel ramo, che ſi ſtende </s>
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