Vitruvius Pollio, I dieci libri dell?architettura, 1567

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1correndo uerſo il monte Ethna, perciò ch'egli paſſa per terreno di ſucco dolce, egli è d'
grandiſsima dolcezza, l'altro ramo, che corre per quel piano, doue ſi caua il ſale, è di ſa­
por ſalſo.
Similmente a Paretonio, & la doue è il uiaggio ad Hamone, & al Caſsio all'Egit
to ſono laghi paluſtri di maniera ſalſi, che di ſopra hanno il ſale congelato.
Sono appreſ­
ſo in molti altri luoghi, & fonti, & fiumi, & laghi, iquali paſſando oltra le caue del ſale, ne­
ceſſariamente diuentano ſalati, altri penetrando per le uene graſſe della terra come unti
d'oglio eſceno fuori come è a Soli caſtello della Cilicia il ſiume Lipari nominato, nel­
quale chiunque ſi laua, o nuota ſi ungne dall'acqua, & coſi nella Ethiopia ſi troua un lago,
che ugne gli huomini, che in eſſo nuotano; & in India ce n'è uno, che quando il cielo è ſe­
reno manda una gran quantità di oglio.
Anchora a Cartagine è una fonte, ſopra la quale
nuota l'oglio di odore come una ſcorza di cedro, del qual'oglio è uſanza di ugnere le pe­
core: al Zante, & intorno a Durazzo, & Apollonia ſono fonti, che inſieme con l'acqua uo­
mitano gran moltitudine di pece; a Babilonia è un grandiſsimo lago, che ſi chiama la pa­
lude Aſphaltite, ha di ſopra il liquido bitume, che nuota, delqual bitume, & di pietra cot­
ta fabricatone il muro Semiramis cinſe la gran Babilonia; coſi in Ioppe nella Siria, & nel­
l'Arabia de Numidi ſi trouano laghi di ſmiſurata grandezza, i quali mandano fuori gran
maſſe di bitume, che ſono poi tolte dalli habitatori di quei luoghi.
Ma ciò non è mara­
uiglioſo, percioche in quei ſono molte piotraie di duro bitume.
Quando adunque l'ac­
qua rompe fuori per la terra bituminoſa ſeco ne porta, & quando, che ella è uſcita fuori
della terra, ſi ſceglie, & coſi da ſe ſcaccia il bitume: & coſi anche nella Cappadocia nella
uia, che è tra Mazzaca, & Tuana, ſi troua un gran lago, nelquale ſe una paite di canne, o
d'altra coſa è poſta dentro, & il ſeguente giorno cauata, quella parte, che ſarà ſtata cauata
ſi trouerà di pietra, reſtando l'altra parte, che non hauerà toccato l'acqua nella ſua pro­
pria natura.
Allo ſtoſſo modo a Hieropoli della Frigia bolle una moltitudine d'acqua
calda, dellaquale ſe ne manda per le foſſe d'intorno a gli horti, & alle uigne.
Queſta a ca­
po d'anno diuenta una croſta di pietra, & coſi ogni tanti anni gli habitatori di quei paeſi
facendo i margini di terra dalla deſtra, & dalla ſiniſtra, ui la ſciano andare quelle acque, &
con quelle croſte fanno le ſiepi de i campi loto; & queſto pare, che naturalmente fatto ſia,
percioche in quei luoghi, & in quella terra, doue naſce quel ſucco, ci ſta ſotto una quali­
tà ſimile alla natura del coagolo.
Dipoi quando la forza meſcolata eſce di ſopra per le
fonti ſue, è sforzata riſtrignerſi, & appigliarſi dal Sole, & dalla calidità dell'aere, come ſi
uede ne i piani delle ſaline.
Sono appreſſo fonti molto amare naſcenti da amaro ſucco
della terra, come nel Ponto è il fiume Hipanis, ilquale dal ſuo capo per quaranta miglia
ſcorre con acqua di dolciſsimo ſapore, dapoi quando giugne al luogo, che dalla foce ſua
è lontano cento, & ſeſſanta miglia, con quello ſi meſcola un fonticello ben piccolo: Que­
ſto fonticello, quando entra nel detto fiume, allhora fa, che tanta quantità di acque diuen
ta amara, percioche per quella ſorte di terra, & per quelle uene, dallequali ſi caua la Sanda
raca uſcendo quell'acqua amara diuiene, & tutte queſte coſe da diſsimiglianti ſapori preſi
dalla proprietà del terreno per doue paſſano, chiaramente ſi fanno, come appare ne i frut­
ti.
imperoche ſe le radici de gli alberi, o delle uiti, o dell'altre ſemenze mandaſſero i frutti
prendendo il ſucco non dalle proprietà del terreno, ſenza dubbio il ſapor di tutti in ogni
luogo, & in ogni parte ſarebbe d'una iſteſſa natura; ma uedemo pure, che l'lſola di Lesbo
fa il uino Protropo; Meonia il uino detto Catacecaumenite, & Lidia il Melito, & Sicilia
il Mamertino; Campagna il Falerno; Terracina, & Fondi i Cecubi; & in molti altri luo-­
ghi di innumerabil moltitudine, & uarietà generarſi le ſorti, & le forze de i uini: lequali
non altrimenti poſſano eſſer prodotte, ſe non quando l'humore terreno con le ſue pro­
prietà de i ſapori infuſo nelle radici, nutre, & paſce la materia, per laquale uſcendo alla ci­
ma diffonde il ſapore del frutto propio del luogo, & della ſorte ſua: che ſe la terra non fuſ-

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