Vitruvius Pollio, I dieci libri dell?architettura, 1567

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1ſe diſsimile, & diftinta di uarietà d'humori, non ſarebbeno in Siria, & in Arabia nelle can­
ne, & ne i giunchi, & nelle herbegli odori ſolamente: nè ancho gli alberi, che ci danno
l'incenſo, nè quelle terre ci dariano i grani del pcpe, nè le glebe della mirra, nè a Cirene
nelle bacchette naſcerebbe illaſſere: ma in tutte le regioni della terra, & in tutti i luoghi
tutte le coſe d'una ſteſſa natura ſi produrrebbeno: ma ſecondo queſte diuerſità in uarij
luoghi, & paeſi la inclinatione del mondo, & lo impeto del Sole o piu preſſo, o piu lonta­
no facendo il corſo ſuo, genera tali humori di queſta natura, & quelle qualità non ſola­
mente in quelle coſe ſi uedeno, ma nelle pecore, & negli armenti, & tai coſe non ci fareb­
beno diſsimiglianza, ſe le proprietà di ciaſcun terrenno in paeſi diuerſi alla uirtu del Sole
non fuſſero temperate.
Perche nella Beotia è il fiume Cephiſo, & il fiume detto Melas;
& tra i Lucani il Crate, a Troia il Xanto, & ne i campi de i Clazomeni, & di Erithrei, & di
Laodiceſi ſono fonti, & fiumi, alliquali quando le pecore a i ſuoi tempi dell'anno s'appa­
recchiano a concepere il parto, ogni giorno a bere a quei luoghi ſon cacciate, & da quello
è, che auegna, che ſieno bianche, nientedimeno parturiſceno in alcuni luoghi gli animali
grigi, in alcuni neri, in alcuni del colore del coruo.
& coſi quando la proprietà del liquore
entra nel corpo, dentro ui ſemina la qualità meſcolata ſecondo la natura ſua, perche adun
que ne i campi Troiani naſceno preſſo al fiume gli armenti ruffi, & le pecore grigie, però
ſi dice che gli Ilieſi hanno chiamato quel fiume Xanto.
Trouanſi ancho alcune acque
mortifere, lequali paſſando per un ſucco malefico della terra, riceueno in ſe la forza del
ueleno: ſi come ſi dice d'una fonte di Terracina, laquale Nettuno ſi nominaua, dellaquale
chiunque per inauertenza ne beueua, era della uita priuato: per laqual coſa diceſi, che gli
antichi la otturorno: & appreſſo de i Greci in Thracia è un lago, che non ſolamente fa
morire chi di quello ne beue, ma anche ciaſcuno, che iui ſi bagna.
Similmente in Teſſalia
è una fonte, che ſcorre, della quale non ne guſta alcuno animale, nè altra ſorte di beſtia ſe
le auicina.
appreſſo quella fonte è un'arbore di color purpureo; & coſinella Macedonia
la doue è ſepulto Euripide dalla deſtra, & dalla ſiniſtra del monumento due riui concor­
reno in uno, iui dall'una parte ſedendo i paſſaggieri per la bontà dell'acque ſogliono man
giare; ma al riuo, che è dall'altra parte del monumento, niuno s'approſsima, perche egli
ſi dice, ch'egli ha l'acqua ſua mortifera, & peſtilente.
Appreſſo ſi troua anche in Arcadia
Nonacri nominato paeſe, che ne i monti ha freddiſsime acque da i ſaſsi ſtillanti, & quel­
l'acqua coſi fredda è detta Stygos, & queſta nè in argento, nè in rame, nè in ferro puo eſſer
tenuta, perche ogni uaſo di tali materie compoſto per quell'acqua ſi diſsipa, & diſcioglie;
ma per conſeruare, & tenere quell'acqua non è coſa, che ſia buona, ſe non un'ugna di mu­
lo.
queſt'acqua ſi dice eſſere ſtata mandata da Antipatro nella prouincia, doue Aleſſandro
ſi trouaua, per Iolla ſuo figliuolo, & da lui con quell'acqne ſiſcriue eſſer ſtato ammazza­
to il Re.
A queſto modo nelle Alpi, doue è il Regno di Cotto, è un'acqua, che chi la
guſta di fatto cade.
Ma nel campo Faliſco alla uia Campana nel piano di Corneto è un
boſco, nel quale naſce una fonte, doue appareno gli oſsi di biſcie, & di lacerte, & di al­
tri ſerpenti giacere.
Ancora ſono alcune uene acide di fonti, come a Linceſte, & in Italia
a Virena, in Campagna a Theano, & in molti altri luoghi, che hanno tal uirtù che beuute­
rompeno le pietre nelle ueſiche, che naſceno ne i corpi humani; & cio farſi naturalmen­
te appare per queſta cauſa, che il ſucco acre, & acido ſta ſotto queſta terra, per la quale
uſcendo le uene s'intingono di quella acrezza, & coſi quando ſono entrate nel corpo diſ­
ſipano quelle coſe, che trouano eſſer ſtate generate, & accreſciute dalla ſuſsidentia del­
l'acqua.
Ma perche cauſa dalle coſe acide diſciolte, & partite ſieno tali pietre, noi pote­
mo auuertir da queſto, che ſe alcuno porrà un'ouo nell'aceto, & ue lo laſcierà lungamen
te, la ſcorza ſua diuenterà molle, & ſi diſcioglierà.
Similmente ſe il piombo, che è len­
tiſsimo, & di gran peſo, ſarà poſto ſopra un uaſo, che dentro habbia dello aceto, & che

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