Vitruvius Pollio, I dieci libri dell?architettura, 1567

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1il uaſo ſia ben coperto, & otturato, o illotato auuerrà, che il piombo ſi disfarà, & ſi farà la
biacca.
Con le iſteſſe ragioni ſe del rame, che pure è di piu ſoda natura, che il piombo, ſi
farà la medeſima proua, egli certamente ſi disfarà, & il uerde rame, o la ſua ruggine ne ca­
ueremo.
Coſi la Perla, & i ſaſsi di ſelice, che per ferro, o per fuoco ſolo non ſi poſſono
disfare, quando dal fuoco ſaranno riſcaldati, & ſparſoui ſopra dell'aceto, ſi diſcioglieran­
no, & romperanno preſtamente.
Quando adunque uediamo tai coſe eſſer fatte dinanzi
a gli occhi noſtri, potemo diſcorrere, per la fortezza del ſucco con le coſe acide poterſi
curare quelli, che ſentono del mal di pietra.
Sonoui oltra di queſto anche delle fonti me­
ſcolate come col uino, ſi come n'è una nella Paphlagonia, della quale chiunque ne beue,
ebro ſenza uino diuenta.
Ma appreſſo gli Equicoli in Italia & nelle Alpi, nella natione
de Medulli, ſi troua una ſorte di acqua, di cui, chi ne beue, diuiene gozzuto: & in Arca­
dia è una città non ignobile di Clitoro, ne i cui campi è una Spilonca, dallaquale eſce un'
acqua, che rende i beuitori abſtemij.
a quella fonte è uno Epigramma ſcolpito in pietra
di queſto ſentimento in uerſi Greci, che quell'acqua non è buona per lauarſi dentro, & e
anche nemica alle uite, concio ſia, che appreſſo quella fonte Melampo con ſacrifici pur­
gato haueſſe la rabbia delle figlie di Preto, & ritornato haueſſe le menti di quelle uergini
nella priſtina ſanità: lo Epigramma è qui ſotto ſcritto.
Se te Paſtor' al fonte di Clitoro
Et la tua greggia ardente ſete ſprona,
Su'l mezo giorno porgine riſtoro
Col ber'a quella, & alla tua perſona:
Anco la ferm'al diletteuol Choro
Delle Naiade, & a quella piacer dona.
Ma per lauarti non entrar nell'acque
S'il ber del uino giamai non ti ſpiacque
Fuggi la fonte mia ch'odia le uite,
Per ciò ch'in quell'ogni bruttezza ſciolſe
Melampo delle figlie inacerbite
Di Preto quando d' Argo ſi riuolſe
Verſo d' Arcadia le dure ſalite,
Ogni ſordida coſa qui rauolſe,
Et l'attuffò con l'altre cos'immonde
Nel mezo delle mie gia limpid'onde.
Trouaſi nell'Iſola Chios una fonte di natura, che fa pazzi, chi ne beue per inauuertenza,
& iui è ſcolpito un'epigramma di queſto tenore, che l'acqua di quella fonte è dolce, ma
chi ne beucrà è per hauere i ſentimenti di pietra, & i uerſi ſono queſti.
Freſche ſon le mie acque, & dolci a bere,
Ma ſe per caſo quelle beuerai
Di pietra ti conuien la mente hauere.
A Suſe, nel qual paeſe è il regno de i Perſi, trouaſi uno fonticello, di cui chi ne bee,
perde i denti, & in quello è ſcritto uno Epigramma, che ſignifica queſta ſentenza: buona
eſſer l'acqua per bagnarſi, ma ſe alcuno di eſſa ne beuerà caderangli li denti dalle radici.

di queſto Epigramma i uerſi ſon greci.
O paſſeggier uedi queſt'acque horrende,
Licito è hauerne ſolo per lauarti:
Ma s'il freddo liquor nel uentre ſcende
Se ben le ſomme labra uuoi toccarti
Preſto uedrai reſtar orfane, & priue
Di denti, che n'andran, le tue gingiue

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