Vitruvius Pollio, I dieci libri dell?architettura, 1567

Table of figures

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    <archimedes>
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                  dal numero delle dita, che uanno nella larghezza delle piaſtre, prima, che ſiano piegate in
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                  tondo le canne prendono il nome delle loro grandezze, imperoche quella piaſtra, che ſa­
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                  rà di cinquanta dita, quando ſi farà la canna di eſſa, chiameraſsi quinquagenaria, & allo
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                  ſtefſo modo le altre. </s>
                  <s id="s.006373">Et quella condotta di acque, che eſſer deue per canne di piombo
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                  ha queſta commodità, che ſe il capo ſarà liuellato al piano della città, & che i monti di
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                  mezo non ſaranno piu alti, che poſsino impedire il corſo, coſi ſarà neceſſario apparec­
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                  chiare di ſotto quelli ſpatij altre liuellationi, ſi come è ſtato dimoſtrato di ſopra ne i riui,
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                  & ne i canali; ma ſe non ſarà lungo il circuito, uſeremo le uolte, & circondottioni: & ſe
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                  le ualli ſaranno continuate deueſi drizzare i corſi in luogo chino, & quando l'acqua ſarà
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                  giunta al baſſo non ſe le apparecchia di ſotto luogo troppo profondo, accioche il liuello
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                  quanto ſi puo uadi di lungo; & queſto è il uentre, che i Greci chiamano chilia; ma quan
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                  do uenirà alla contraria ſceſa per lo ſpatio lungo del uentre dolcemente ſi rileua, allhora
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                  ſia cacciata all'altezza della ſceſa: ma ſe nelle ualli non ſarà fatto il uentre, nè lo apparec=
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                  chio di ſotto ſarà a liuello, ma ſe ſarà torto, & piegato uſcirà fuori con impeto, & diſcior
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                  rà le commiſſure delle canne: deonſi far'anche nel uentre ſpiramenti, per li quali la forza
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                  dello ſpirito ſia rilaſciata. </s>
                  <s id="s.006374">Quelli adunque, i quali condurranno le acque per le canne di
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                  piombo al detto modo con tai ragioni gentiliſsimamente potranno dare le ſcadute alle ac­
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                  que, & farle uoltare doue uorranno, & ſimilmente farne le conſerue, & cacciarle in alto
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                  quanto uorranno, & coſi con la ſteſſa uia quando dal capo delle fonti alle ſteſſe mura del­
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                  la città haueranno ben tolto il liuello dell'altezza tra dugento atti non ſarà inutile farui
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                  un'altra mano di caſtella, accioche ſe in qualche luogo le canne faceſſero danno non ſi hab
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                  bia a rompere o maccare tutta l'opera, & piu facilmente ſi conoſca doue è fatto il danno. </s>
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                  Deueſi però auuertire, che quelle caſtella non ſi faccino nè nelle cadute, nè anche nel pia­
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                  no del uentre, nè la doue ſi hanno a cacciare le acque in ſu, nè in tutto nelle ualli, ma in
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                  una continuata aguaglianza. </s>
                  <s id="s.006376">Ma ſe con ſpeſa minore uorremo condurre l'acque a queſto
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                  modo faremo. </s>
                  <s id="s.006377">Faccianſi le trombe di teſtole niente meno groſſe di due dita, ma in mo­
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                  do, che da una parte ſieno ſmuſſate, accioche, una aſſaggiatamente entri nell'altra. </s>
                  <s id="s.006378">Da­
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                  poila doue ſono le commiſſure, & imboccature di quelle trombe deueſi otturare con cal­
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                  ce uiua battuta con l'oglio, & nel piegare del liuello del uentre nel nodo ſi deue porre una
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                  pietra di ſaſſo roſſo, & queſta forata, accioche l'ultima tromba, oue cade l'acqua ſia at­
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                  taccata con quella pietra, il ſimile ſi farà alla prima tromba uicina al liuellato uentre, &
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                  nello ſteſſo modo nell'oppoſta aſceſa l'ultima tromba del giuſtato uentre ſia ſmaltata nel
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                  concauo del ſaſſo roſſo, & la prima per doue ſi deue cacciare l'acqua, con ſimile ragione
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                  ſia appigliata, & coſi il liuellato piano delle trombe, & della caduta, & del ſalimento non
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                  ſarà inalzato, percioche ſuole alcuna fiata nella condotta dell'acque naſcere un gagliardo
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                  ſpirito, & tale, che anche rompa i ſaſsi, ſe da capo prima dolcemente, & con miſura non
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                  ui ſi darà l'acqua, & ne i nodi, & nelle pieghe non ſarà contenuta con buone legature, &
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                  con peſi, & ſaorne: il reſto poi ſi deue fare come detto hauemo delle canne di piombo. </s>
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                  Ancora quando da prima l'acqua ſi dà, dal capo deueſi in quelle trombe porre della cene­
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                  re, accioche le commiſſure ſe alcune ſono male ſtuccate, ſiano con quella cenere ottura­
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                  te, & imboccate. </s>
                  <s id="s.006380">Hanno le condotte dell'acqua, che con trombe ſi fanno queſto com­
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                  modo, prima nell'opera ſe ci ſarà alcuno danno, ciaſcuno lo puo rifare, & l'acqua è mol
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                  to piu ſana, che paſſa per le canne di terra, che per le canne di piombo, perche dal piom­
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                  bo, come da quello da cui naſce la biacca pare, che prenda difetto, & ſi dice, che la biac­
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                  ca è nociua a i corpi humani, & coſi ſe dal piombo naſce alcuna coſa dannoſa, non è dub­
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                  bio, che ancho egli non ſarà ſano. </s>
                  <s id="s.006381">Lo eſſempio prender potemo da i maſtri del piombo,
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                  che ſempre ſono pallidi di colore, percioche quando nel fondere ſi fa il piombo, il ua­
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                  pore, che è in quello, entrando nelle membra, & ogni giorno abruciando ſucchia dalle </s>
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