Vitruvius Pollio, I dieci libri dell?architettura, 1567

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1
DELL' ARCHITETTVRA DI
M
. VITRVVIO.
I Maggiori de i Greci conſtituirono coſi grandi honori a quelli nobili
A
thleti, che uinto haueſſero i giuochi Olimpij, Pithij, Iſtmici, & Ne­
mei
, che non ſolamente ſtando quelli tra la moltitudine de gli huomi­
ni
ragunata, con la palma, & con la corona riportano lode, ma anche
ritornati
nelle patrie loro con uittoria trionfando nelle carrette ſono
dentro
delle mura, & delle loro patrie portati, & in uita loro per publi­
ca
deliberatione uiueno d'entrata.
Queſto adunque auuertendo io, prendo merauiglia,
perche
cagione non ſono attribuiti gli iſteſsi, & ancho piu grandi honori a gli ſcrittori, i
quali
del continuo a tutte le genti preſtano infinite utilità: imperoche piu degna coſa, &
piu
ragioneuole era, che queſto fuſſe ordinato, perche gli Athleti con lo eſſercitio fan­
no
i corpi loro piu robuſti: ma gli ſcrittori non ſolamente fanno perfetti i loro proprij
ſentimenti
, ma anchora di tutti apparecchiandogli ne i libri precetti, d'onde habbiano
ad
imparare, & rendere i loro animi piu acuti, & riſuegliati: perche di gratia mi ſi dica, di
che
giouamento è ſtato a gli huomini Milone Crotoniate, perche egli ſia ſtato inſupera­
bile
, & gli altri, che in quella maniera ſono ſtati uincitori?
ſe non che eſsi mentre uiſſero
hanno
tra ſuoi cittadini hauuto la nobilta.
Ma i precetti di Pithagora, di Democrito, di
Platone
, & di Ariſtotile, & di tutti gli altri ſaui tutto il giorno di perpetua induſtria orna
ti
, non ſolo a i loro cittadini, ma a tutte le genti freſchi, & fioriti frutti mandano in luce,
de
i quali coloro, che da i teneri anni con abondanza di dottrine ſi ſono ſatiati, hanno ot­
timi
ſentimenti della ſapienza, & danno alle città coſtumi della humanità, ragioni eguali,
& leggi.
Lequali coſe quando ſono lontane, niuna città puo ſtare, & conſeruarſi intiera.
Eſſendo
adunque dalla prudenza de gli ſcrittori coſi gran doni in priuato, & in publico
a
gli huomini apparecchiati, io penſo, che non pure ſi debbiano dare a quelli corone, &
palme
, ma anche per decreto deliberare di dargli trionfi, & di conſecrargli tra le ſedi de
gli
Dei.
Io narrerò alcuni eſſempi di molti loro penſieri, che ſono ſtati di gran gioua­
mento
a gli huomini per paſſare commodamente la uita loro, i quali chi uorrà riconoſce­
re
conuerrà confeſſare queſti eſſer degni di grandi honori, & prima io ponerò una ragio­
ne
di Platone tra molti utiliſsimi diſcorſi, in che maniera ella ſia ſtata da lui eſplicata.

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