Vitruvius Pollio, I dieci libri dell?architettura, 1567

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Se adunque, & lo effetto, & la ragione, & la teſtimonianza dello antico poeta dimoſtra
queſto eſſer uero, io non penſo, che biſogni fare altro giudicio di quello, che di ſopra
detto hauemo di queſta coſa.
Se il Sole ritiene piu feruore quando manda i raggi triangolari, ragione è (dice Vitr.) che a ſe
tiri piu gagliardamente le ſtelle, & quelle raffreni dal corſo loro.
Ma perche ragione queſto auen
ga, cioè che piu presto il Sole faccta queſto effetto nello ſpacio di cinque ſegni, ch'è lo ſpacio d'uno
lato del triangolo (eſcludendo però il quinto ſegno) che dal ſecondo, ouer dal terzo, che ſono piu
uicini, egli dimanda, & riſponde a ſe ſteſſo.
Et la proua è preſa dello effetto, dalla ragione, & dal
testimonio di Euripide antico poeta.
Ma perche tutta queſta materia compreſa dalla ragione di
Vitr. ci pare, che biſogno habbia di maggior chiarezza, però diremo quanto ſi ha da Plinio nel
ſecondo libro, doue egli parla di queſta mutatione, della quale Vitr. in queſto luogo ne cerca la ra
gione, & dice in queſto modo.
Del che ſeparatamente ſi deue renderne conto. Le ſtelle percoſ­
ſe nella parte, che detto hauemo, & dal raggio del Sole triangolare, ſono ritenute, che non poſſono
tener dritto il corſo loro, & dalla forza del catore ſono ſolleuate, ma questo non coſi preſto ſi
puo comprendere dalla uiſta nostra, & però pare, che ſtiano, donde poi è ſtato preſo il nome di Sta
tione.
Dapoi la forza dello iſteſſo raggio ua inanzi, & il uapore le forza tornare adietro, come
ripercoſſe da quello.
Eſpone uno de moderni questo luogo, & dice. Dichiamo auanti, che altro
ſi dica, la intentione di Plinio, In ſomma pigliando lo eſſempio dal monte Etna, iui ſi pone il uapo
re del fuoco concetto nel fondo della terra, manda fuori le pietre affocate, coſi il Sole ſcaccia le
ſtelle, che ſe gli trouano appreſſo i luoghi baſſi, & uicini alla terra: ma in queſta parte, queſto man
ca allo eſſempio predetto, percioche alle pietre non ſoprauiene da luogo alto altro uapore, che le
faccia ritornare al fondo, perche di natura loro diſcendeno: ma il Sole di nuouo ſoprauiene col ſuo
uapore, & rincalza le ſtelle uerſo la terra.
Queſta ragione dice Plinio, eſſer ſua priuata, & non
di altri, ſecondo che dice il predetto autore.
Ma poi pare, che egli ſi mar auigli di Plinio, perche
la predetta opinione molto prima da Vitruuio nel preſente luogo è ſtata dichiarita.
Tanta diuer­
ſitàuiene alle ſtelle, percioche i raggi del Sole in altro tempo ſottentrano, et ſcacciano quelle in alto,
& in altro tempo ſormontano, & quelle deprimeno a terra.
Queſta opinione dice il predetto, ſi
puo con molte, & euidenti coſe rifiutare.
Tra le quali queſta ne è una, in che modo puo ſtare, che
il Sole, che è piu baſſo alle ſpere delle ſtelle, ſoprauenga alle ſtelle, & le ſcacci, & le forzi a tornare;
che ſe fuſſero tutte le ſtelle in una ſuperficie d'una ſpera, il Sole però ſtando preſſo terra nel naſce­
re, o nel cadere, potrebbe tirare la ſtella, che fuſſe in alto, ouero nella ſua ſtatione.
Oltra di que­
ſto, come ſi puo imaginare, che i corpi celeſti, che per natura hanno i mouimenti loro, ſiano all'im
perio ſolo del Sole ſcacciati, & quello imperio non ſia moderato, ma uiolento?
coſa che eternamen
te non potrebbe durare.
Appreſſo ſi aggiugne, che non ſi conuiene transferire a ſcacciamenti
fortuiti, quelle coſe, che indubitatamente ſono riferite a que' giri, come a ſeſta ordinati.
Et però
molto bene conuengono Plinio, & Vitruuio in queſto paſſo, & ua giu anche la dubitatione, &
la ſolutione di Vitr. ſecondo i modi da noi eſpoſti di ſopra.
Ma la ſtella di Gioue, correndo tra la ſtella di Saturno, & di Marte, fa maggior uiag­
gio, che Marte, & minor, che Saturno.
Et ſimilmente le altre ſtelle, quanto piu ſono lon­
tane dall'ultimo cielo, & piu uicine alla terra ſi uolgeno, tanto piu preſto pare che ſini­
ſchino i corſi loro.
perche ciaſcuna di quelle facendo minor giro, piu ſpeſſo ſottentrando
paſſa quella, che è di ſopra; a ſimiglianza di quello che auuenirebbe ſe in una ruota di boc
calaio, poſte fuſſero ſette formiche, & fuſſero fatti tanti canali nel piano della ruota, prima
d'intorno al centro, dapoi a poco a poco creſceſſero & maggiori fuſſero appreſſo la eſtre­
mità, che ne i detti canali fuſſero conſtrette le formiche a raggirarſi, caminando tutta uia
la ruota nella parte contraria, egli è neceſſario che quelle formiche per tanto di meno ua­
dino contra la uolta della ruota; & quella, che ſarà piu uicina al centro nel ſuo canale ſa­
rà piu preſta a dar la uolta ſua: & quella, che farà l'ultima, & maggior circonferenza del-

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