Vitruvius Pollio
,
I dieci libri dell?architettura
,
1567
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raggi ſuoi faranno le ragioni del meſe. </
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s.007118
">Ma io eſponerò in che modo Ariſtarco Samio
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/>
Mathematico ci ha laſciato gli ammaeſtramenti della uarietà della iſteſſa Luna con gran
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/>
de prontezza d'ingegno. </
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s
id
="
s.007119
">Non ci è aſcoſo la Luna non hauere da ſe lume alcuno, ma eſſe
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/>
re come uno ſpecchio, & riceuere il ſuo ſplendore dallo impeto del Sole. </
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s
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="
s.007120
">imperoche tra
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/>
le ſette ſtelle la Luna fa il corſo ſuo breuiſsimo, piu uicino alla terra. </
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s
id
="
s.007121
">Adunque ogni me
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lb
/>
ſe ella ſi oſcura ſotto la ruota, & i raggi del Sole il primo giorno prima che ella gli paſsi
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/>
& quando è col Sole, ſi chiama nuoua Luna. </
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s
id
="
s.007122
">Ma il di ſeguente dal quale è nominata ſe
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/>
conda, trapaſſando il Sole porge una ſottile apparenza della ſua rotondità: quando poi
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/>
per tre giorni s'allontana dal Sole creſce, & piu è illuminata. </
s
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s
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="
s.007123
">Ma partendo ogni giorno,
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/>
giunta al ſettimo dì eſſendo lontana dal cadente Sole d'intorno a mezo il Cielo luce per la
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/>
metà, & è illuminata quella parte, che riguarda al Sole. </
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="
s.007124
">ma nel decimo quarto giorno eſ
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/>
ſendo per diametro nello ſpacio del mondo dal Sole diſcoſta, ſi fa piena, & naſce, quan
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/>
do tramonta il Sole, imperoche diſtante per tutto lo ſpacio del mondo è contrapoſta, &
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/>
dallo impeto del Sole riceue il lume di tutto il ſuo cerchio. </
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="
s.007125
">Ma naſcendo il Sole alli 17
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/>
giorni, la Luna è abbaſſata all'occidente, & nel uenteſimo primo, quando è leuato il So
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/>
le, la Luna tiene quaſi le parti di mezo il Cielo, & ha lucida quella parte, che riguarda il
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/>
Sole, & nelle altre è oſcura, & coſi caminando ogni giorno quaſi al uenteſimo ottauo ſot
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/>
tentra a raggi del Sole, & compie le ragioni de i meſi. </
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s.007126
">Hora io dirò come il Sole en
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/>
trando ne i ſegni in ciaſcun meſe fa creſcere, & ſcemare gli ſpatij de i giorni, & del
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le hore. </
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s.007127
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A me pare che la opinione di Beroſo concorra in una con quella di Ariſtarco. </
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s.007128
">Ben è uero, che
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/>
c'è differenza, perche Peroſo uuole, che la metà della Luna ſia lucida, & che quella ſia ſempre ri
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/>
uolta al Sole, & queſto puo ſtare, ſe egli intende, che la metà ſia lucida, o uedendola, o non ueden
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/>
dola noi. </
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s.007129
">Et Ariſtarco uuole, che tutto il lume, che ha la Luna uenghi dal Sole, la qual opinione è
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/>
migliore, & è stata admeſſa. </
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s.007130
">Dico adunque in ſomma, che la Luna congiunta col Sole non ſi ue
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/>
de, perche ha la faccia illuminata riuolta al Sole, & la oſcura a noi. </
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s.007131
">ma diſcoſtandoſi ogni giorno
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/>
dal Sole, il Sole percuote una parte della Luna con i raggi ſuoi, & perche noi ſiamo di mezo, comin
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lb
/>
ciamo a uedere la parte illuminata, & ne' primi giorni poco ne uedemo, però quello aſpetto ſi chia
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lb
/>
ma Lunato, & in Greco Monoidis. </
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="
s.007132
">Ma nel ſettimo quando ella è per una quarta del cielo lonta
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lb
/>
na dal Sole, quella faccia ſi uede meza, & però in Greco è detta Dicotomos, cioè bipartita: allonta
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lb
/>
nandoſi poi piu dal Sole, & riuoltando a noi piu della metà della faccia illuminata, è detta Amphi
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/>
cirtos, cioè curua d'amendue le parti. </
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s
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="
s.007133
">finalmente nella oppoſitione dimoſtrando tutta intiera la ſua
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lb
/>
ritondezza illuminata, è detta Panſelinos, cioè tutta Luna, o piena Luna, et noi dicemo la Luna ha
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lb
/>
fatto il tondo. </
s
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s
id
="
s.007134
">ritornando poi al Sole, di giorno, in giorno ſi ua naſcondendo, finche di nuouo ſia ſot
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lb
/>
topoſta al Sole, doue ſi dice, che la Luna fà, ouero ſi chiama la congiuntione: & queſto ci puo baſta
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lb
/>
re per lo intendimento della preſente materia. </
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s
id
="
s.007135
">La quale fornita Vitr. ci propone di dire come i
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lb
/>
giorni s'accortano, & s'allungano, & le hore, mentre il Sole ua di ſegno in ſegno, & dicendo, che
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lb
/>
gli ſpacij delle hore ſi fanno maggiori, & minori, ci dinota, che gli antichi partiuano ciaſcun gior
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lb
/>
no in dodici parti eguali, però ne ſeguitaua, che le hore del giorno della ſtate, erano maggiori, che
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lb
/>
le hore diurne del uerno, & quella proportione, che ſi ſeruaua nel partire i giorni, la medeſima ſi
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lb
/>
ſeruaua in partire le notti, & quelle hore conueniuano con le hore ordinarie, & con tutte altre ſor
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lb
/>
ti di hore, ſolamente al tempo de gli Equinottij. </
s
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<
s
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="
s.007136
">ſcemauano le hore dal tempo che il Sole entraua
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lb
/>
in Cancro, fin che entraua in Capricorno: ma creſceuano dal Capricorno al Cancro. </
s
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s
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="
s.007137
">Con que
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/>
ſto auuertimento s'intenderà piu facilmente, quanto dice Vitr.
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