Vitruvius Pollio
,
I dieci libri dell?architettura
,
1567
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408
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te allo aſſe è tagliata dal raggio equinottiale, doue è la lettera x. & ſi deue allargare ſin
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/>
doue il raggio eſtiuo taglia la circonferenza, doue è la lettera h. & dal centro equinot
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lb
/>
tiale allo ſpacio eſtiuo ſi faccia la circonferenza del circolo menſale, ilquale è detto Mo
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lb
/>
nacho. </
s
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s.007569
">& a queſto modo ſarà formato lo Analemma. </
s
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s.007570
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La linea della larghezza detta lacotomus, è diametro di quel circolo, dalquale ſi trouano i
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/>
raggi meridiani di meſe in meſe, ilquale è detto monachus. </
s
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="
s.007571
">& io penſo che uoglia dire Minachos,
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lb
/>
come quello, che contenga i raggi meridiani di meſe in meſe. </
s
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<
s
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s.007572
">altri lo hanno chiamato miniæus,
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lb
/>
che Vitr. dice menſtruo, & io ho detto menſale. </
s
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<
s
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="
s.007573
">queſto circolo adunque ſi fa mettendo il piedi
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lb
/>
del compaſſo doue la linea della larghezza detta lacotomus taglia il raggio meridiano equinot
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lb
/>
tiale, & allargandolo ad uno de i punti della maggior declinatione, ouero appartamento del So
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lb
/>
le dallo equinottiale. </
s
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s
id
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s.007574
">Queſto circolo ſi diuide in dodici parti eguali, ſe uogliamo ſolamente i
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lb
/>
raggi meridiani di ſegno in ſegno, perche uolendo i raggi meridiani del mezo de i ſegni, o di dieci
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lb
/>
in dieci gradi, o piu o meno, biſognerà partire il detto circolo in piu parti ſecondo il propoſito
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lb
/>
noſtro. </
s
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s
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s.007575
">Diuiſo adunque il detto circolo in dodici parti, ſi deue tirare per ciaſcuna diuiſione corri
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lb
/>
ſpondente a i diametri de gli altri ſegni, alla circonferenza del meridiano, egualmente diſtanti al
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lb
/>
li diametri de i tropici, & doue quelli diametri toccheranno il meridiano, iui ſaranno i punti, da
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lb
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i quali per la cima del Gnomone ſi tireranno le linee, & i raggi fin alla linea del piano, & in que
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sto modo ſarà formato lo Analemma.
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s.007576
">Dapoi che haueremo deſcritto lo Analemma con la ſua dichiaratione, o per le linee del
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lb
/>
uerno, o per le linee eſtiue, o per le equinottiali, o per le di meſe in meſe: Allhora ſi deo
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lb
/>
no diſegnare le ragioni delle hore da gli Analemmi. </
s
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s.007577
">& in quel caſo ci ſaranno molte ua
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/>
rietà, & maniere di horologi, & con queſte artificioſe ragioni ſaranno deſcritte. </
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s.007578
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Non ſolamente da i raggi equinottiali egli ſi puo cominciare a fare gli analemmi, ma da qua
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lunque altro raggio di ſegno. </
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s.007579
">perche ſe egli ſi piglia il raggio eſtiuo, o quello del uerno, nella ſua
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/>
altezza meridiana, egli ſi ſa, che il raggio equinottiale è lontano da quelli gradi uenti tre, &
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/>
mezo, & ſapendoſi la declinatione d'ogni raggio dallo equinottiale, ſi puo facilmente da un
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raggio ponere gli altri.
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s.007580
">Ma di tutte le figure, & deſcrittioni di tutte quelle uarietà, è un ſolo effetto, cioè che
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/>
il giorno equinottiale, il brumale, & il Solſtitio ſia partito in dodici parti. </
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s.007581
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Vitruuio chiaramente dimoſtra in questo luogo, che gli antichi uſauano di partire il giorno o
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lb
/>
lungo, o breue che egli fuſſe, in dodici parti: però faceuano gli horologi con questa intentione,
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lb
/>
di dimoſtrare le dodici parti del giorno. </
s
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s.007582
">ilche anche ſi caua dalle ſacre lettere, doue ſi dice, in
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lb
/>
terrogando: non ſono dodici le hore del giorno? </
s
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s.007583
">queste hore ſi chiamauano chicrichè, & mira
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lb
/>
uano al dominio de i pianeti in quelle hore: & altri le hanno dette hore planetarie, altri hore in
<
lb
/>
eguali. </
s
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<
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s.007584
">ma laſciamo i nomi, & uegnamo alle coſe. </
s
>
<
s
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s.007585
">Di tutte adunque le figure, & deſcrittioni di
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lb
/>
tutte quelle uarietà è un ſolo effetto. </
s
>
<
s
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s.007586
">ma di quali uarietà intende Vitru. ſe una ſola ſorte di hore ſi
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lb
/>
pone? </
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s.007587
">Riſpondo, che ſe bene uſauano una ſorte di hore la uarietà naſceua da i piani, ne i quali ſi
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lb
/>
formauano gli horologi, & dalle figure, che piaceuano ad alcuni inuentori; come dirà Vitr. nel
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lb
/>
ſeguente capo. </
s
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s
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s.007588
">ma come dallo Analemma ſi caui queſto ſolo effetto, che egli dice, cioè, che il gior
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lb
/>
no equinottiale, quello del uerno, che egli dice brumale, & quello della ſtate, che egli chiama
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lb
/>
Solſtitio, ſia partito in dodici parti dirò distintamente, poi che hauerò udito la eſcuſatione di Vit.
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s.007589
">Lequali coſe non impaurito dalla pigritia ho laſciato a dietro, ma perche ſcriuendo io
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lb
/>
molte coſe non offendeſſe. </
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>
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s.007590
">Ma ſolamente eſponerò, da chi ſono ſtate ritrouate molte ſor
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lb
/>
ti, & molte deſcrittioni di horologi: nè hora io poſſo ritrouarne altre da me, nè mi pare
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lb
/>
conueniente, che io debbia uſurpare quelle de gli altri, & attribuirle a me: & però io dirò
<
lb
/>
queſte coſe, che ci ſono ſtate laſciate, & da chi ſono ſtate ritrouate. </
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s.007591
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Ecco la modestia grande di Vitr. & la candidezza dell'animo ſuo, dallaquale ſono molti mol
<
lb
/>
to lontani a i dì nostri: ne i quali uedemo tanti quadranti, raggi, anella, regole, cilindri, horoſco-
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archimedes
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