Delle parti dell' Architettura.
Cap. III.
LE parti dell' Architettura ſono tre Edificatione, Gnomonica, Machinatione.
Tempo è che io ſatisfaccia hormai alla promeſſa di eſponere le parti della Architet
tura: però con quella breuità, che mi ſarà conceſſa iſprimere intendo tutta la forma
intiera, & unita dell' Architettura, & dimoſtrare ordinatamente le parti ſue, ac
cioche ſi rinchiuda ne i termini ſuoi tutto il corpo di quella. Il ſapere non è altro che conoſcere
gli effetti per le proprie cauſe. ogni effetto è fatto da alcuna coſa, di qualche coſa, ad alcun fine,
con alcun modo, & forma. Quello, che fa è detto agente; la coſa di che ſi fa, è chiamata Mate
ria: quella à cui s'indrizza, è detta Fine; quella, che compie, & rende perfetta in eſſere è nomi
nata forma. Le cauſe principali adunque ſono quattro. Noi dello agente artificioſo, quale egli
ſi ſia, & di che conditione eſſer debbia gia detto hauemo quando & l'ufficio, & le uirtù dello
Architetto narrammo. La forma ſimilmente in uniuarſale è ſtata eſpoſta. Reſtaci a dire della
materia, & del fine. Et per piu chiara intelligenza in ſomma dicemo, che ad imitatione delle co
ſe naturali, conſideramo nelle artificiali due coſe. L'una è lo eſſere, l'altra il bene eſſere. cerca
lo eſſere conſideramo la materia, la forma, & il compoſto dell' una & dell' altra. circa il bene eſ
ſere conſideramo gli adornamenti, & gli acconciamenti delle coſe. Et perche molti ſtrumenti ci
biſognano per componere la materia con la forma, però è neceſſario trattare de gli inſtrumenti, &
delle machine. & la ragione delle ſopradette coſe in tal modo ſi eſpone. L'arte quanto puo imita
la natura: Et queſto adiuiene per che il principio dell' arte, che è lo intelletto humano, ha gran ſi
miglianza col principio, che muoue la natura, che è una intelligenza. dalla ſimiglianza delle
uirtù, & de i principij naſce la ſimiglianza dell' operare, che per hora chiameremo imitatione.
Queſta imitatione ſi uede in tutte le Arti, ma molto maggiormente in quella che è giudice di tutte.
imitaremo adunque la natura nel trattamento dell' Arte. La doue l'Architettura cioè la ſcienza di
chiara la materia, la forma, & la compoſitione delle opere, & imitando la natura per l'occulta
uirtù del ſuo principio, procede dalle coſe meno perfette alle piu perfette: & prima pone le coſe in
eſſere, & poi le adorna; percioche non ſi puo adornare quello, che non è. Ma perche il princi
pio, che regge la natura, è d'infinita ſapienza, ottimo, & potentiſſimo, però fa le coſe ſue belle,
utili, & durabili: conueneuolmente lo Architetto imitando il fattor della natura deue riguarda
re alta bellezza, utilità, & fermezza delle opere. Trattando adunque della forma biſogna,
che egli ſappia ordinare, diſponere, miſurare, diſtribuire, ornare, & ſatisfare al diletto de gli
occhi con bella, & gratioſa maniera. & per cio fare ſia egli inſtituito con quelle conditioni, che
ſono contenute nel primo capo, & con quelle, che nel ſecondo ſi leggeno. Sotto nome di forma
compreſi ſono i lineamenti, & i ſiti delle coſe, la doue ſi conſidera la ragione con tutte le ſue quali
tà, occulte, & manifeſte, buone, & ree; il piano, il compartimento di quello, la eleuatione del
la fronte, & de i lati, le apriture, i coperti, con ogni lor conditione, ammaeſtramento, & re
gola, come ſi dirà poi. Seguita quella conſideratione, che appartiene alla materia. ma prima, che
la materia ſia diſpoſta, & apparecchiata, biſogna conſiderare, che lo ingegno dell' huomo è im
perfetto, & di gran lunga inferiore allo intelletto diuino. & la materia (come ſi dice) è ſorda,
& non riſponde alla intentione dell' arte; Et però prima, che lo Architetto ſi dia à cominciar le
opere deue imitare lo agente naturale, il quale non opera ſe non ſecondo il ſuo potere; coſi farà
lo Architetto conſiderando l'opera, & la ſpeſa. Et perche la natura nelle coſe piu perfette, &
piu tempo, & piu diligenza ui mette però lo Architetto ha da penſar molto bene; & per fare piu
certa la riuſcita delle opere, col diſegno, & col modello ſi mouerà, prima udendo anche i meno eſper
ti, & laſciando raffreddare lo affetto, per dar luogo al giuditio, imiterà la natura, che contra il
ſuo fattore non opera coſa alcuna; però egli non cercherà coſe impoſſibili, & quanto alla mate-
Tempo è che io ſatisfaccia hormai alla promeſſa di eſponere le parti della Architet
tura: però con quella breuità, che mi ſarà conceſſa iſprimere intendo tutta la forma
intiera, & unita dell' Architettura, & dimoſtrare ordinatamente le parti ſue, ac
cioche ſi rinchiuda ne i termini ſuoi tutto il corpo di quella. Il ſapere non è altro che conoſcere
gli effetti per le proprie cauſe. ogni effetto è fatto da alcuna coſa, di qualche coſa, ad alcun fine,
con alcun modo, & forma. Quello, che fa è detto agente; la coſa di che ſi fa, è chiamata Mate
ria: quella à cui s'indrizza, è detta Fine; quella, che compie, & rende perfetta in eſſere è nomi
nata forma. Le cauſe principali adunque ſono quattro. Noi dello agente artificioſo, quale egli
ſi ſia, & di che conditione eſſer debbia gia detto hauemo quando & l'ufficio, & le uirtù dello
Architetto narrammo. La forma ſimilmente in uniuarſale è ſtata eſpoſta. Reſtaci a dire della
materia, & del fine. Et per piu chiara intelligenza in ſomma dicemo, che ad imitatione delle co
ſe naturali, conſideramo nelle artificiali due coſe. L'una è lo eſſere, l'altra il bene eſſere. cerca
lo eſſere conſideramo la materia, la forma, & il compoſto dell' una & dell' altra. circa il bene eſ
ſere conſideramo gli adornamenti, & gli acconciamenti delle coſe. Et perche molti ſtrumenti ci
biſognano per componere la materia con la forma, però è neceſſario trattare de gli inſtrumenti, &
delle machine. & la ragione delle ſopradette coſe in tal modo ſi eſpone. L'arte quanto puo imita
la natura: Et queſto adiuiene per che il principio dell' arte, che è lo intelletto humano, ha gran ſi
miglianza col principio, che muoue la natura, che è una intelligenza. dalla ſimiglianza delle
uirtù, & de i principij naſce la ſimiglianza dell' operare, che per hora chiameremo imitatione.
Queſta imitatione ſi uede in tutte le Arti, ma molto maggiormente in quella che è giudice di tutte.
imitaremo adunque la natura nel trattamento dell' Arte. La doue l'Architettura cioè la ſcienza di
chiara la materia, la forma, & la compoſitione delle opere, & imitando la natura per l'occulta
uirtù del ſuo principio, procede dalle coſe meno perfette alle piu perfette: & prima pone le coſe in
eſſere, & poi le adorna; percioche non ſi puo adornare quello, che non è. Ma perche il princi
pio, che regge la natura, è d'infinita ſapienza, ottimo, & potentiſſimo, però fa le coſe ſue belle,
utili, & durabili: conueneuolmente lo Architetto imitando il fattor della natura deue riguarda
re alta bellezza, utilità, & fermezza delle opere. Trattando adunque della forma biſogna,
che egli ſappia ordinare, diſponere, miſurare, diſtribuire, ornare, & ſatisfare al diletto de gli
occhi con bella, & gratioſa maniera. & per cio fare ſia egli inſtituito con quelle conditioni, che
ſono contenute nel primo capo, & con quelle, che nel ſecondo ſi leggeno. Sotto nome di forma
compreſi ſono i lineamenti, & i ſiti delle coſe, la doue ſi conſidera la ragione con tutte le ſue quali
tà, occulte, & manifeſte, buone, & ree; il piano, il compartimento di quello, la eleuatione del
la fronte, & de i lati, le apriture, i coperti, con ogni lor conditione, ammaeſtramento, & re
gola, come ſi dirà poi. Seguita quella conſideratione, che appartiene alla materia. ma prima, che
la materia ſia diſpoſta, & apparecchiata, biſogna conſiderare, che lo ingegno dell' huomo è im
perfetto, & di gran lunga inferiore allo intelletto diuino. & la materia (come ſi dice) è ſorda,
& non riſponde alla intentione dell' arte; Et però prima, che lo Architetto ſi dia à cominciar le
opere deue imitare lo agente naturale, il quale non opera ſe non ſecondo il ſuo potere; coſi farà
lo Architetto conſiderando l'opera, & la ſpeſa. Et perche la natura nelle coſe piu perfette, &
piu tempo, & piu diligenza ui mette però lo Architetto ha da penſar molto bene; & per fare piu
certa la riuſcita delle opere, col diſegno, & col modello ſi mouerà, prima udendo anche i meno eſper
ti, & laſciando raffreddare lo affetto, per dar luogo al giuditio, imiterà la natura, che contra il
ſuo fattore non opera coſa alcuna; però egli non cercherà coſe impoſſibili, & quanto alla mate-