Vitruvius Pollio
,
I dieci libri dell?architettura
,
1567
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s.008001
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ora condotti ſiamo all'ultimo lauoro, come dice Dante, & cireſta la terza parte
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principale dell' Architettura poſta nella cognitione, & nella diſpoſitione delle ma
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chine, & de gli ſtrumenti; bella utile, & merauiglioſa pratica; imperoche chi è
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/>
quello, che non guardi con ſtupore un huomo ſopra le forze ſue aiutato da un piccio
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/>
lo ſtrumento leuare con grandiſſima ageuolezza un peſo ſmiſurato? </
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s.008002
">con debil fune artificioſamen
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te riuolta ſolleuare un ſaſſo appari d'un monte ponderoſo? </
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s.008003
">chi non legge con merauiglia le coſe fat
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te da Archimede? </
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s.008004
">chi non pauenta all'horribile inuentione dell'Artiglierie, le quali & col ſuo
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no, & con l'empito, & con gli effetti imitando i tuoni, i baleni, & i fulmini, con infernal tor
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mento ſono laſtrage del genere humano? </
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s.008005
">Ma laſciamo i terrori da parte: quanta utilità di gra
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tia, quanto piacere ci preſta la inuentione delle ruote, il modo di alzar l'acque, gli ſtrumenti
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da fiato, le coſe che da ſe ſi muoueno? </
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s.008006
">& quello che fa la natura, perche niente ſia di uoto? </
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s.008007
">Non
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è dunque che noi merauiglia prendiamo, ſe queſta è una parte delle principali dell'Architettura. </
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s.008008
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/>
Di queſta adun que tratta Vitr. nel decimo, & ultimo libro ſecondo la promeſſa fattaci per inan
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zi. </
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s.008009
">Di queſta ancho ne ragioneremo noi quanto al preſente negotio ſtimeremo biſognare: Auuer
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tendo prima (ſecondo che ne gli altri libri fatto hauemo) a gli utili precetti dati da Vitr. nel proe
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mio di queſto libro: nel quale, Dio uoleſſe, che ſi come ſi truoua un mirabile prouedimento, coſi
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eglifoſſe oſſeruato ſempre, & ſi oſſeruaſſe tuttauia: perche eſſendo ſtata una legge in Efeſo, che
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gli Architetti laude, & honore meritaſſero, quando la ſpeſa delle fabriche non fuſſe maggiore,
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di quello, che predetto haueſſero, & di danno, et biaſimo fuſſero debitori, quando oltra la quar
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ta parte eccedeſſe il primo computo: ſapendo gli huomini, che fabricar uoleſſero di che morte ha
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ueſſero a morire, o non ſi laſcierebbero imbarcare, eſſendo la ſpeſa maggiore delle forze loro, o a
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tempo prouederebbono al biſogno, &
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abbr
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nō
">non</
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ſi farebbe quello, che a i dì noſtri molti fanno, che per una
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certa uanità (credo io) con priuate forze cominciano caſe regali, & ſe ne reſtano ſul bello, ha
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uendo però fornilo, & adornato con quella ſpeſa, che ſi puo maggiore le parti fatte con i ſtucchi,
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oro, pitture, è guarnimenti tali, che ſe il tutto a que principii riſpondeſſe, non baſterebbe un re
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gno a dargli compimento, di modo, che quello, che è fatto, ſi getta, & quello, che ſi deue fare,
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s'abandona. </
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s.008010
">Ma laſciamo quelli parere, o eſſer quello, che parer, o eſſer uogliono, confidando
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ci noi ne i precetti, & ne i pareri de i buoni, crediamo (come altre fiate s'è detto) che i meglio
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ſpeſi dinari ſono que primi, che ſi danno a un buon' Architetto, perche da quella prima ſpeſa ogni
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coſa prende un buono inuiamento, & douendoſi ſpendere di molte migliaia di ſcudi, eſſer non ſi
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deue parco, a chi ben conſiglia, per aſſicurarſi quanto piu ſi puo, & per l'utile, & per l'hono
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re. </
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s.008011
">Quella legge adunque, che dice Vitr. eſſer ſtata in Efeſo con dura conditione, ma con giuſta
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ragione ordinata, ſtaria bene a i noſtri giorni, & in quelle coſe ancho, doue è piu ſubita occaſio
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ne di ſpendere, piu pericolo di deliberare, & men commodità di uederne il conto, come è ne gli
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apparati delle feſte, & de i giuochi publici, nelle ſcene, & ne i concieri, che ſi fanno a tempo,
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ne iquali i Romani del publico ſpendeuano gran quantità di dinari, doue è neceſſario hauere fede
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/>
li, & ingenioſi miniſtri, ſuegliati inuentori, & eſſercitati Architetti delle coſe: che trouino la fa
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cilità, & non uadino per la lunga. </
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s.008012
">Hora per fuggire queſta ignoranza, o uanità, è neceſſario
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/>
ſapere come ua tutta la materia preſente, doue dopo il proemio ſi ragiona delle machine, & de
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gli inſtrumenti; ſi di quelli, che hanno riguardo a gli ſtudi della pace, de i quali alcuni ſono per
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commodo, alcuni per diletto, come di quelli, che hanno riſpetto alle coſe della guerra: la doue
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/>
nel primo Cupo Vitr. diffiniſce che coſa è machina: quale differenza è tra machina, & instru
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/>
mento: diſtingue le ſorti delle machine: & tratta dell'origine di quelle. </
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s.008013
">Et dal ſecondo fin al no
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no parla delle machine da leuar, & tirar i peſi, & ci eſplica la ragione di diuerſi modi apparte
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/>
nenti a peſi: dal nono fin al terzodecimo ci da gli ammaeſtramenti di far molte ruote, & artificii
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/>
da alzar, & uotar l'acque, da macinare, & da far'altre ſimiglianti coſe utili; dalle quali par
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/>
tendoſi dal terzodecimo fin al quintodecimo ci dimoſtra la ragione difar le machine hidraulice,
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/>
che ſono organi con ragioni muſicali compoſti, che piaceuolmente per uia d'acqua, & di ſpirito
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emph.end
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archimedes
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