Vitruvius Pollio, I dieci libri dell?architettura, 1567

Table of figures

< >
< >
page |< < of 520 > >|
    <archimedes>
      <text>
        <body>
          <chap>
            <subchap1>
              <pb pagenum="439" xlink:href="045/01/453.jpg"/>
              <p type="main">
                <s id="s.008001">H
                  <emph type="italics"/>
                ora condotti ſiamo all'ultimo lauoro, come dice Dante, & cireſta la terza parte
                  <lb/>
                principale dell' Architettura poſta nella cognitione, & nella diſpoſitione delle ma
                  <lb/>
                chine, & de gli ſtrumenti; bella utile, & merauiglioſa pratica; imperoche chi è
                  <lb/>
                quello, che non guardi con ſtupore un huomo ſopra le forze ſue aiutato da un piccio
                  <lb/>
                lo ſtrumento leuare con grandiſſima ageuolezza un peſo ſmiſurato? </s>
                <s id="s.008002">con debil fune artificioſamen­
                  <lb/>
                te riuolta ſolleuare un ſaſſo appari d'un monte ponderoſo? </s>
                <s id="s.008003">chi non legge con merauiglia le coſe fat
                  <lb/>
                te da Archimede? </s>
                <s id="s.008004">chi non pauenta all'horribile inuentione dell'Artiglierie, le quali & col ſuo­
                  <lb/>
                no, & con l'empito, & con gli effetti imitando i tuoni, i baleni, & i fulmini, con infernal tor­
                  <lb/>
                mento ſono laſtrage del genere humano? </s>
                <s id="s.008005">Ma laſciamo i terrori da parte: quanta utilità di gra­
                  <lb/>
                tia, quanto piacere ci preſta la inuentione delle ruote, il modo di alzar l'acque, gli ſtrumenti
                  <lb/>
                da fiato, le coſe che da ſe ſi muoueno? </s>
                <s id="s.008006">& quello che fa la natura, perche niente ſia di uoto? </s>
                <s id="s.008007">Non
                  <lb/>
                è dunque che noi merauiglia prendiamo, ſe queſta è una parte delle principali dell'Architettura. </s>
                <s id="s.008008">
                  <lb/>
                Di queſta adun que tratta Vitr. nel decimo, & ultimo libro ſecondo la promeſſa fattaci per inan­
                  <lb/>
                zi. </s>
                <s id="s.008009">Di queſta ancho ne ragioneremo noi quanto al preſente negotio ſtimeremo biſognare: Auuer
                  <lb/>
                tendo prima (ſecondo che ne gli altri libri fatto hauemo) a gli utili precetti dati da Vitr. nel proe
                  <lb/>
                mio di queſto libro: nel quale, Dio uoleſſe, che ſi come ſi truoua un mirabile prouedimento, coſi
                  <lb/>
                eglifoſſe oſſeruato ſempre, & ſi oſſeruaſſe tuttauia: perche eſſendo ſtata una legge in Efeſo, che
                  <lb/>
                gli Architetti laude, & honore meritaſſero, quando la ſpeſa delle fabriche non fuſſe maggiore,
                  <lb/>
                di quello, che predetto haueſſero, & di danno, et biaſimo fuſſero debitori, quando oltra la quar
                  <lb/>
                ta parte eccedeſſe il primo computo: ſapendo gli huomini, che fabricar uoleſſero di che morte ha
                  <lb/>
                ueſſero a morire, o non ſi laſcierebbero imbarcare, eſſendo la ſpeſa maggiore delle forze loro, o a
                  <lb/>
                tempo prouederebbono al biſogno, &
                  <expan abbr="">non</expan>
                ſi farebbe quello, che a i dì noſtri molti fanno, che per una
                  <lb/>
                certa uanità (credo io) con priuate forze cominciano caſe regali, & ſe ne reſtano ſul bello, ha
                  <lb/>
                uendo però fornilo, & adornato con quella ſpeſa, che ſi puo maggiore le parti fatte con i ſtucchi,
                  <lb/>
                oro, pitture, è guarnimenti tali, che ſe il tutto a que principii riſpondeſſe, non baſterebbe un re­
                  <lb/>
                gno a dargli compimento, di modo, che quello, che è fatto, ſi getta, & quello, che ſi deue fare,
                  <lb/>
                s'abandona. </s>
                <s id="s.008010">Ma laſciamo quelli parere, o eſſer quello, che parer, o eſſer uogliono, confidando­
                  <lb/>
                ci noi ne i precetti, & ne i pareri de i buoni, crediamo (come altre fiate s'è detto) che i meglio
                  <lb/>
                ſpeſi dinari ſono que primi, che ſi danno a un buon' Architetto, perche da quella prima ſpeſa ogni
                  <lb/>
                coſa prende un buono inuiamento, & douendoſi ſpendere di molte migliaia di ſcudi, eſſer non ſi
                  <lb/>
                deue parco, a chi ben conſiglia, per aſſicurarſi quanto piu ſi puo, & per l'utile, & per l'hono­
                  <lb/>
                re. </s>
                <s id="s.008011">Quella legge adunque, che dice Vitr. eſſer ſtata in Efeſo con dura conditione, ma con giuſta
                  <lb/>
                ragione ordinata, ſtaria bene a i noſtri giorni, & in quelle coſe ancho, doue è piu ſubita occaſio­
                  <lb/>
                ne di ſpendere, piu pericolo di deliberare, & men commodità di uederne il conto, come è ne gli
                  <lb/>
                apparati delle feſte, & de i giuochi publici, nelle ſcene, & ne i concieri, che ſi fanno a tempo,
                  <lb/>
                ne iquali i Romani del publico ſpendeuano gran quantità di dinari, doue è neceſſario hauere fede­
                  <lb/>
                li, & ingenioſi miniſtri, ſuegliati inuentori, & eſſercitati Architetti delle coſe: che trouino la fa
                  <lb/>
                cilità, & non uadino per la lunga. </s>
                <s id="s.008012">Hora per fuggire queſta ignoranza, o uanità, è neceſſario
                  <lb/>
                ſapere come ua tutta la materia preſente, doue dopo il proemio ſi ragiona delle machine, & de
                  <lb/>
                gli inſtrumenti; ſi di quelli, che hanno riguardo a gli ſtudi della pace, de i quali alcuni ſono per
                  <lb/>
                commodo, alcuni per diletto, come di quelli, che hanno riſpetto alle coſe della guerra: la doue
                  <lb/>
                nel primo Cupo Vitr. diffiniſce che coſa è machina: quale differenza è tra machina, & instru­
                  <lb/>
                mento: diſtingue le ſorti delle machine: & tratta dell'origine di quelle. </s>
                <s id="s.008013">Et dal ſecondo fin al no­
                  <lb/>
                no parla delle machine da leuar, & tirar i peſi, & ci eſplica la ragione di diuerſi modi apparte­
                  <lb/>
                nenti a peſi: dal nono fin al terzodecimo ci da gli ammaeſtramenti di far molte ruote, & artificii
                  <lb/>
                da alzar, & uotar l'acque, da macinare, & da far'altre ſimiglianti coſe utili; dalle quali par­
                  <lb/>
                tendoſi dal terzodecimo fin al quintodecimo ci dimoſtra la ragione difar le machine hidraulice,
                  <lb/>
                che ſono organi con ragioni muſicali compoſti, che piaceuolmente per uia d'acqua, & di ſpirito
                  <emph.end type="italics"/>
                </s>
              </p>
            </subchap1>
          </chap>
        </body>
      </text>
    </archimedes>