Vitruvius Pollio
,
I dieci libri dell?architettura
,
1567
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archimedes
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subchap1
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440
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mandano fuori dolci concenti: & ci dichiara poi il modo di miſurare il uiaggio fatto o in carret
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lb
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ta, o in naue. </
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s.008014
">& poſto fine a queſti ragionamenti paſſa a quelle machine, che ci ſerueno a i biſo
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gni della guerra, & a i ſoprastanti pericoli, trattando dal quintodecimo fin all'ultimo di' quelle
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/>
machine, che tirano ſaette, dardi, & pietre, & di quelle, che ſcuoteno, & rompeno le mura
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/>
glie ſecondo l'uſanza de ſuoi tempi, & coſi conchiude, & dà fine all'opera hauendo pienamente
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atteſo a quello, che egli ci ha promeſſo: di modo che non ſarebbe condennato dalla legge nelle ſpe
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/>
ſe, anzi lodato, & honorato ne reſterebbe. </
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="
s.008015
">Noi ſecondo l'uſanza noſtra ridurremo tutta la pre
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/>
ſente materia ſotto un'aſpetto, & diſtinguendo partitamente il tutto aiutaremo con l'ordine la in
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/>
telligenza, & la memoria di chi legge. </
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s
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="
s.008016
">Facendo adunque la natura alcune coſe contra la utili
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/>
tà de gli huomini, & operando ſempre ad uno isteſſo modo, è neceſſario che a questa contrarietà
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/>
ſi troui un modo, che pieghi la natura al biſogno, & all'uſo humano. </
s
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s
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="
s.008017
">Questo modo è riposto
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nell'aiuto dell' Arte, con la quale ſi uince la natura in quelle coſe, nelle quali eſſa natura uince
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/>
noi. </
s
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="
s.008018
">Ecco quanto ci contraſta la natura ne i peſi, & nelle grandezze delle coſe, & ſe non fuſſe
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/>
l'ingegno dall'arte guidato, chi potrebbe alzare, tirare, & condurre le moli grandiſſime degli
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/>
ſmiſurati marmi, drizzar le colonne, le mete, & gli obeliſci? </
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s
id
="
s.008019
">chi uarar le naui, chi tirarle in
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/>
terra? </
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="
s.008020
">chi paſſar le portate di groſſe barche con i tragetti? </
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s
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s.008021
">certamente non baſterebbeno le for
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/>
ze humane. </
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s
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="
s.008022
">però bello è il ſapere la cagione, da che opera ſi poſſa, & fabricare tanta uarietà
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/>
di machine, & de ſtrumenti. </
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s
id
="
s.008023
">Queſta conſideratione è posta & alternata ſotto due ſcienze, per
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/>
cioche tiene riſpetto con la ſcienza naturale, riceuendo da quella il ſuo ſoggetto, perche l'arte
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lb
/>
non opera ſe non in qualche coſa materiale, come è il legno, il ferro, la pietra, & altre coſe: &
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lb
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è poſta ſotto la mathematica, perche le belle, & ſottili ragioni, & dimostrationi da quella rice
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ue. </
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s.008024
">& ſi come il ſoggetto è mutabile, & uariabile come coſa di natura, coſi la ragione è ferma,
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lb
/>
& immutabile, come coſa d'intelletto, nè ſi cangia al uariar della materia, imperoche la ragio
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/>
ne del circolo (come altroue s'è detto) è quella iſteſſa in qualunque materia ella ſi troui, il difet
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/>
to uiene dal ſoggetto, come dalla forma il perfetto. </
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="
s.008025
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donde uegna il mancamento, & la perfettione. </
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s
id
="
s.008026
">Le qualità della materia ſono diuerſe, nate dalla
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/>
meſcolanza de i principii, perche da quelli uiene il raro, il denſo, il graue, il lieue, il groſſo, il
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ſottile, l'aſpro, il molle, illiquido, il duro, il tenace, & altre qualità principali, & meno prin
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/>
cipali, che aiutano, o impediſceno la materia a riceuere la intentione dell'arte, come per euiden
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lb
/>
te proua tutto dì ſi conoſce: & ſi uede ancho una figura eſſer piu atta al mouimento, che l'altra:
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/>
la grandezza ancho & il peſo portano ſeco molti commodi, & incommodi, perche tutte le coſe ſo
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/>
no ne i propi termini rinchiuſe, & da eſſa natura con eterna legge coſtrette. </
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s
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="
s.008027
">Dalla ſcienzanatu
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/>
rale adunque ſi hauerà il ſoggetto, & le qualità ſue. </
s
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s
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="
s.008028
">Ma ragionando della forma io dico, che i
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/>
merauiglioſi effetti uengono da merauiglioſe cagioni. </
s
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s
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="
s.008029
">Non è egli mir abile leuare un grandißimo
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lb
/>
peſo con aggiugnerli ancho altro peſo? </
s
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s
id
="
s.008030
">che una ruota per mezo d'un'altra, che al contrario di
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lb
/>
quella ſi muoue, dia ilſuo mouimento ad una terza ruota? </
s
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s
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="
s.008031
">che in certe diſtanze, & grandezze
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lb
/>
una coſa rieſca, che oltra que termini non puo riuſcire? </
s
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s
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="
s.008032
">ſono in uero tai coſe merauiglioſe, però
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lb
/>
non è fuori di ragione, ſe egli ſi troua qualche proprieta di natura mirabile, che di cio ſia cagio
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lb
/>
ne, però ſaper potremo, che tutto naſce dalla leua, & la leua dalla ſtadera, & la ſtadera
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lb
/>
dalla bilancia, & la bilancia finalmente dalla proprietà del circolo: imperoche il circo
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lb
/>
lo ha in ſe coſe, che la natura altroue non ſuole porre inſieme, & queſte ſono molte contrarietà,
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lb
/>
dalle quali uengono que grandi effetti, che ſiuedeno. </
s
>
<
s
id
="
s.008033
">Ecco ſe il circolo ſi muoue, non iſta fermo
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lb
/>
il centro? </
s
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s
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="
s.008034
">mobile, & fermo non ſono contrari? </
s
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<
s
id
="
s.008035
">della iſteſſa circonferenza non aſcende egli una
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lb
/>
parte, & l'altra diſcende? </
s
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s
id
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s.008036
">ſu & giu non ſono contrari? </
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s
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s.008037
">la linea circolare, non è ella & curua
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lb
/>
& conueſſa ſenza latitudine? </
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id
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s.008038
">queſti non ſono contrari, eſſendo tra quelli il dritto di mezo? </
s
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s
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s.008039
">&
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/>
le parti di quella linea, che uien dal centro non ſono in una iſteſſa linea & ueloci, & tarde? </
s
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<
s
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="
s.008040
">quan
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lb
/>
to ſono, o uicine, o lontane dal centro, che è immobile. </
s
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<
s
id
="
s.008041
">hora ueloce & tardo non ſono contra
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lb
/>
ri? </
s
>
<
s
id
="
s.008042
">ſi ueramente. </
s
>
<
s
id
="
s.008043
">Quando adunque ſia, che il circolo habbia in ſe tante contrarietà, & tali,
<
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archimedes
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