Vitruvius Pollio, I dieci libri dell?architettura, 1567

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1che paſſi al contrario de i pernuzzi de i ſuoi raggi, l'altra legar ſi deue al capo di ſopra della ma­
china
.
L'ordimento è queſto. ſi fa paſſare il menale per lo foro della taglia di ſotto, di modo che
i
capi di eſſo ſiano eguali da una parte, & dall'altra.
queſti eſſer deono riportati alla taglia di ſo­
pra
, & inueſtiti dalla parte di fuori ne i raggi di ſotto: ma perche ſtian fermi, & tenghino drit­
te
le taglie, prima che s'inueſtino, è neceſſario legarli con una cordicella attorchiata, & anno­
data
, che gli tenga dritti lungo la taglia.
Paſſati adunque i due capi per liraggi di ſotto della ta
glia
ſuperiore dal di fuori, ſi mandano a baſſo, & ſi fan paſſare dalla parte di dentro della taglia
per
li raggi di ſotto, & di nuouo ſi riportano alla taglia di ſopra, & ſi fan paſſare dal di fuori per
li
raggi di ſopra, & mandati giu ſi fan paſſare dal di dentro per li raggi di ſopra della taglia infe­
riore
, dalla deſtra, & dalla ſiniſtra, & d'indi al perno del Timpano ſtrettamente ſi legano: per­
che
eſſendo a torno del Timpano inuolta un'altra fune, & riportata all'organa, ne ſegue, che ri
uolta
a torno riuolgendoſi il Timpano, & il perno, le funi legate a torno il perno parimente ſi ſten
dino
, & coſi dolcemente leuano i grandiſſimi peſi.
Et ſe il Timpano fuſſe maggiore ſi potrebhe le
uar
la manifattura dell'argana, perche gli huomini col calcarui dentro lo farebbeno girare ageuol
mente
, perche nelle grandiſſime ruote calcando gli huomini ſi mouono grandiſſimi peſicon una fune
riuolta
, perche è quella proportione del diametro della ruota al diametro del perno, che è del pe­
ſo
alzato, al peſo, & alla forza de gli buomini, che ſono dentro la ruota, & però le ſtange del­
l
'argane eſſer deono lunghe, accioche ſecondo la proportione della lunghezza ciaſcuno de i capi lo
ro
ſcemi il peſo, la doue ſe raddoppiate ſaranno, riduranno il peſo alla metà, & quattro alla
quarta
parte: di modo, che ſe con una ſtanga d'un braccio quattr' buomini moueranno cento li­
bre
di peſo, egli auerrà, che con quattro ſtanghe di ſei braccia, i medeſmi ne leueranno due mila
& quattrocento, ſottratta però la giunta del peſo delle ſtanghe, il che importa poco.
La figura
della
machina, è al ſuo luogo.
Evui un'altra ſorte di machina aſſai artificioſa, & accommodata alla preſtezza
ma
il porſi a farla, è opera di periti; imperoche egli è un traue, che ſi drizza
in
piedi, & da quattro parti con ritegni tenuto, ſotto i ritegni ſi conficcano
due
manichi, a i quali con funi ſi lega una taglia, ſotto la quale è poſto un re
golo
due piedi lungo, largo ſei dita, groſſo quattro.
le taglie hanno per larghezza tre or­
dini
di raggi, & coſi tre menali nella ſommità della machina ſi legano, & dipoi ſe riporta­
no
alla taglia da baſſo, & ſi fan paſſare dalla parte di dentro per li ſuoi raggi di ſopra, d'in­
di
ſi riportano alla taglia di ſopra, & s'inueſteno per la parte di fuori nelia di dentro ne i
raggi
di ſotto, quando ſaranno per la parte di dentro ſceſi, & per li ſecondi raggi ſi trapor
tano
nella parte di fuori, & ſi riportano di ſopra a i ſecondi raggi trapaſſati tornano al
baſſo
, & dal baſſo ſi riportano al capo, & inueſtiti ne i primi raggi di ſopra, ritornano a i
piedi
della machina.
Ma nella radice di quella ſi pone la terza taglia da Greci Epagon da
noſtri
Artemon nominata.
legaſi queſta alla radice della machina, & ha tre raggi, per li
quali
trapoſte le funi ſi danno a gli huomini, che le tirino, & cóſi tirandole tre ordini
d
'huomini ſenz'argana preſtamente alzano il peſo.
Queſta ſorte di machina ſi chiama
poliſpaſton
, imperoche per molti circuiti de raggi ci da & preſtezza, & facilità grande,
& il drizzare d'un traue ſolo porta ſeco queſta utilità, che prima quanto ſi uuole, & in
che
parte ſi uuole, & dalla deſtra, & dalla ſiniſtra puo deponere il peſo.
Le ragioni del­
le
ſopraſcritte machine non ſolo alle dette coſe, ma a caricare, & ſcarirar le naui fono ap
parecchiate
; ſtando altre di quelle dritte, altre piane poſte ne parettoli, che ſi uoltano, &
ancho
ſenza drizzar le traui nel piano con la iſteſſa ragione temprate le funi, & le taglie ſi
tirano
le naui in terra.

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