Vitruvius Pollio
,
I dieci libri dell?architettura
,
1567
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archimedes
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s.008177
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Bella, & ſottile ragione & inuentione di machina ci propone Vitr. & c'inſegna il modo di ſar
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la, l'ordimento delle funi, l'accommodarla per tir ar i peſi, il uocabolo, & l'uſo d'eſſa. </
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s.008178
">Dapoi
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/>
ci fa auuertiti, come a molti modi, & per molti effetti ci potemo ſeruire delle ragioni delle machi
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/>
ne ſopradette. </
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s.008179
">Preſuppone egli che drizziamo la machina, come s'è detto, & dice, che l'uſo è
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/>
per far preſto, & che è artificioſa, & opera di perſone pratiche. </
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s.008180
">Drizzaſi un traue, da capo
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/>
del quale ſi legano quattro funi, che egli chiama retinacoli, noi ſartie, queste ſi laſciano andar
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/>
in terra, & ſi raccommandano a pali, come di ſopra. </
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s
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="
s.008181
">l'ufficio di queſte funi è tenir dritta la ma
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china, che non pieghi piu in una parte, che in un'altra. </
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="
s.008182
">ſotto queſte funi, o ſartie, o ritegni,
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/>
che ſieno, la doue di ſopra legate ſono, ſi conficcano nelli lati del traue due manichi, tra quali è po
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ſta una taglia, & a quelli ben legata, ma ſotto la taglia, come per letto, è una piana di lunghez
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za di due piedi, larga ſei dita, groſſa quattro. </
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s.008183
">l'effetto di queſta, è tener dritta la taglia, & lon
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/>
tana dal traue, accioche ſi poſſa far commodamente l'ordimento delle funi. </
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s.008184
">Tre taglie ui uanno,
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/>
due delle quali hanno nella larghezza loro tre ordini di raggi, come ti moſtra la figura. </
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s.008185
">l'ordi
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/>
mento delle funi è queſto. </
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s.008186
">piglianſi tre menali, & ſi legano bene alla ſommità della machina al
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traue, i capi di quelli ſi laſciano andar giu, & per la parte di dentro della taglia di ſotto ſi fanno
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paſſare tutti tre ordinatamente ne i raggi di ſopra, cioè del primo ordine, paſſati che ſono tutti
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/>
tre ſe riportano alla taglia di ſopra, & ſi fan paſſare dalla parte di fuori nella parte di dentro per
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li raggi di ſotto, & coſi diſcendeno per la parte di dentro, & s'inueſteno nel ſecondo ordine de i
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raggi, & paſſano alla parte difuori, queſti di nouo ſi riportano alla taglia di ſopra al ſecondo or
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dine de i raggi & trapaſſati che ſono calano giu, & dal terzo ordine de raggi, ſi riportano al ca
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po della machina, & inueſtiti, che ſono nell'ordine de i raggi di ſopra tutti tre i detti menali, ca
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lano al piè della machina, doue è legata la terza taglia, che da Greci è detta Epagon da latini
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Artemon, da noi Paſtecca: queſta hatre ſoli raggi al pari, ne i quali uanno i tre menali, o co
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dette che ſi dicano, queſti ſi danno a perſone, che li tirano a tre per capo, doue con facilità ſi le
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uano i peſi, & la figura lo dimoſtra in una mano de i raggi nudi, perche meglio s'intenda, & da i
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praticanti ſarà bene inteſa: Et queſta ſorte di machina dalla moltitudine de i raggi è detta poliſpa
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ſton. </
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s.008187
">L'effetto è tale, che ammollando destramente quelli ritegni, & ſartie, ſi puo far piegare in
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/>
che parte ſi uuole, & deporre i peſi, doue torna bene. </
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s.008188
">Ma l'uſo di tutte le predette machine,
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quando per li loro uerſi accommodate ſaranno, ſi estende in piu fattioni: imperoche & per carica
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/>
re, & per ſcaricare le naui ſon buone. </
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s.008189
">l'arbore della naue ci ſerue & le funi ſue, & quando il
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/>
peſo è alzato al pari della costa del nauilio, ſi fa andar il nauilio alla parte, & in banda, & coſi
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/>
il peſo ſi ſcarica, o in terra, o in altro nauilio minore. </
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s
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="
s.008190
">le medeſime machine steſe in terra, & or
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/>
dinate uarano le naui, & le t<14>rano in acqua. </
s
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s
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="
s.008191
">il tutto è posto in bene accommodarle, & aſſicu
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/>
rarle ne i manichi, & in quelli strumenti che Vitr. chiama Carcheſi, che ſono, per quanto sti
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/>
mo io, certi strumenti, doue entrano le stanghe, che uoltano i perni delle ruote, ode i Timpani,
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/>
o de naſpi. </
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s.008192
">altri dicono, che hanno la figura della lettera
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grc
">Δ</
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, ma forſe ſono ſimili a quelli, che noi
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/>
chiamamo parettoli, ſopra i quali ſi uolta una bocca di fuoco per tirar in ogni uerſo, come ſi ue
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/>
de nelle naui, & nelle galere, & nella figura.
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D'una ingenioſa ragione di Cteſifonte, per con
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/>
durre i peſi. </
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s.008194
">Cap. VI.
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">
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s.008195
">Non è alieno dall'inſtituto noſtro eſponere una ingenioſa inuentione di Cteſi
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/>
fonte: percioche uolendo coſtui condurre dalle botteghe de i tagliapietra in
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/>
Efeſo al Tempio di Diana i fuſti delle colonne, non fidandoſi ne i carri per la
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/>
grandezza de i peſi, & per le uie de i campi molli temendo, che le ruote non </
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