Vitruvius Pollio, I dieci libri dell?architettura, 1567

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1i paſcoli le pecore in que luoghi, & iui concorrendo due montoni per urtarſi l'un l'altro
ſenza incontro ſi trapaſſarono, & con empito l'uno percoſſe il ſaſſo con le corna, dal qua­
le ſeagliò una pietra di bianchiſsimo colore.
Dal che ſi dice, che Piſſodoro laſciaſſe le pe
core ne i monti, & portaſſe correndo quella croſta in Efeſo allhora quando di cio ſpecial
mente conſultauano.
coſi deliberaron di honorarlo grandemente, & gli mutarono il no­
me, che in uece di Piſſodoro fuſſe Euangelo (cioe buon nuncio) nominato, & fin'al di
d'hoggi ogni canti meſi il magiſtrato di Efeſo ſi conduce in quel luogo, & gli fa ſacrificio:
& caſo che cio fuſſe da quello pretermeſſo, è tenuto alla pena.
La uanagloria ingannò Paconio, l arte aiutò Cteſifonte, & Metagene, il caſo fece fauore a
Piſſodoro.
Et Vitr. ci ha recreati con queſta digreſſione uedendoci hauere ſtanca, & intricata
la ſantaſia con ruote, corde, timpani, argani, et girelle.
Hora egli paſſa dopo la fabrica al di­
ſcorſo, & fa ſopra le dette coſe una belliſſima conſideratione dicendo.
Del mouimento dritto, & circolare che ſi richiede a le­
uar i peſi.
Cap. VIII.
Delle ragioni, con le quali ſi tirano i peſi breuemente io ho eſpoſto quelle coſe,
che io ho giudicate neceſſarie.
Vitr. nel primo Cap. di queſto libro ha detto, che machina era una continua colli
gatione di legname, che hauea uirtù grande a muouere i peſi.
Queſto fin hora egli
ci ha dimoſtrato.
Ha detto ancho, che la machina ſi muoue con artificio di molti giri: questa
parte hora egli ci eſpone, alche douemo por mente, per eſſer il fondamento di tutti gli artificij,
oltra che ci farà intender molte belle coſe delle Mecaniche di Ariſtotile.
Dice adunque.
Delle ragioni da tirar i peſi, quelle coſe io ho breuemente eſpoſto, che io ho giudica­
te neceſſarie, i mouimenti, & le uirtù delle quali due coſe diuerſe, & tra ſe diſsimili come
conuengono, coſi ſono principij a due operationi, uno di que principij, è il mouimento
dritto, Euthia da Greci nominato: l'altro è il mouimento circolare chiamato Cyclotis,
ma inuero nè il dritto ſenza il circolare, nè il circolare ſenza il dritto puo fare, che i peſi
ſi leuino.
La propoſitione di Vitr. è queſta, che il mouimento dritto, & il circolare, benche ſiano due co
ſe diuerſe, & che ſimiglianza tra ſe non habbiano, pure concorreno a fare i merauiglioſi effet­
ti, che tutto dì uedemo nell'alzar i peſi, nè uno può ſtar ſenza l'altro: ma come cio adiuegna
Vitr. daſe ſteſſo l'eſpone, dicendo.
Ma come quello, che io ho detto, s'intenda, eſponerò. Entrano i pernuzzi ne i raggi
come centri, & nelle taglie ſi pongono, per queſti raggi la fune ſi uolge con dritti tiri, &
poſta nel molinello per lo riuolgimento delle ſtanghe fa, che i peſi ſi leuino in alto, & i
cardini del molinello come centri del dritto ne i gattelli collocati & ne i ſuoi buchi po­
ſte le ſtanghe uoltandoſi in giro le teſte a ragione di torno alzano i peſi.
Per indottione proua Vitr. che il dritto, & il circolare entrano a i mouimenti delle coſe, &
prima ne gli ſtrumenti delle taglie, ſtanghe, et molinelli, perche i giri, i raggi gli auolgimenti ri­
ſpondeno al circolare, le funi, le stanghe i perni riſpondeno al dritto nelle ſopraposte machine,
dapoi ne gli altri ſtrumenti, come qui ſotto dimoſtra dicendo.
Similmente come la ſtanga, o leua di ferro quando è appoſta al peſo, quello, che
non puo da molte mani eſſer leuato, ſottopoſto a guiſa di centro, per dritto quello, ſo­
pra che ſi ferma la manouella, che hypomochlion da Greci è detta, quaſi ſotto ſtanga,
& poſta ſotto il peſo, la manouella, o lenguella della ſtanga, & calcato il capo di quella
dalle forze d'un huomo ſolo, quel peſo ſi leua.

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